Salute
Russia: da qui al 2010 un milione di morti per Aids
E' la stima di Vadim Pokrovsky, il medico che al ministero della Sanita' capeggia il Centro Federale per la prevenzione e il controllo dell'Aids
Per la Russia post-comunista, alle prese con enormi problemi di droga e prostituzione e con un drammatico degrado dell’assistenza sanitaria, l’Aids e’ un flagello sempre piu’ terribile: da qui al 2010 potrebbe portare alla tomba fino ad un milione di persone. L’apocalittica strage e’ profetizzata da Vadim Pokrovsky, il medico che al ministero della Sanita’ capeggia il Centro Federale per la prevenzione e il controllo dell’Aids. Molto critico nei confronti del Cremlino, che a suo giudizio stanzia risorse ridicolmente scarse per il contenimento della dilagante sindrome immunitaria, Pokrovsky e’ un rispettato infettivologo e ha lanciato il nuovo allarme estrapolando sulla base di un dato concreto appena annunciato: nei primi mesi del 2004 il numero dei sieropositivi contabilizzato dalle autorita’ sanitarie e’ cresciuto del 10%.
”Siamo saliti da 270.000 a 300.000 ma si tratta di cifre ufficiali che rappresentano soltanto la punta dell’iceberg. Per una stima realistica bisogna moltiplicare almeno per tre”, sostiene il medico. Gli sembra molto probabile che in Russia i sieropositivi siano da un milione a un milione e mezzo, in larghissima misura concentrati nelle due piu’ importanti aree metropolitane: Mosca e San Pietroburgo. ”In media le persone affette da Aids – afferma Pokrovsky – vivono da noi non piu’ di 10-12 anni. Se adesso c’e’ un milione di sieropositivi vuol dire che circa un milione di persone potrebbe morire entro il 2010”. A giudizio dell’infettivologo, l’altissima mortalita’ e’ dovuta al fatto che nella Russia post-sovietica – una societa’ da terzo mondo, con pochi super-ricchi chiamati ”oligarchi” e uno sterminato esercito di gente che fatica moltissimo a sbarcare il lunario – soltanto un’infima quota di sieropositivi ha accesso ad un’efficace terapia anti-Aids, che costa da 5.600 a 15.000 dollari all’anno. ”Questo trattamento e’ troppo caro per il 99% dei russi sieropositivi. Su trecentomila malati non piu’ di 3.000 sono quelli davvero curati”, denuncia Pokrovsky. Fino a pochi anni fa la piaga devastava soprattutto il mondo degli eroinomani e degli drogati che si bucano. Adesso pero’ il quadro si e’ fatto ancor piu’ complesso: ”Nel 2004 il 50% dei nuovi pazienti ha contratto l’Aids per via venerea. Dai drogati siamo passati alla popolazione in generale. Ed e’ probabile – indica Pokrovsky – che da noi l’epidemia progredira’ seguendo le stesse tendenze dell’Africa, dove l’Hiv si propaga soprattutto con il sesso”. Quest’ultimo trend non sorprende perche’ nella Russia d’oggi – molto lontana dalla vecchia Urss – prostituzione e promiscuita’ sessuale imperversano a tutto spiano e non sono assolutamente accompagnati da un’adeguata consapevolezza dei rischi connessi.
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