Famiglia

Russia: allarme naziskin

Difensori dei diritti umani preoccupati dell'aumento di agressioni xenofobe in Russia

di Joshua Massarenti

Continua a crescere il numero di giovani russi coinvolti in gruppi e gruppetti naziskin o comunque d’impronta xenofoba. L’allarme – a tre settimane dalle solenni celebrazioni di Mosca per i 60 anni della Vittoria sul nazismo – viene da alcuni attivisti dei diritti umani, che parlano di un fenomeno ancora frammentato, ma certamente inquietante e indicano oggi in 50.000 (contro i 10.000 censiti dalle autorita’) il totale delle teste rasate attive nel Paese. Secondo Semion Ciarni, attivista del Bureau dei diritti umani di Mosca, ”in Russia ci sono piu’ o meno 50.000 skinhead, contro i 70.000 stimati nel resto del mondo”. Una piaga presente soprattutto nei centri urbani, a cominciare da San Pietroburgo – capitale russa dell’estremismo giovanile – e da alcune citta’ del Sud (Rostov sul Don, Voronezh, Krasnodar). Ciarni, citato dall’agenzia Interfax, ha rilevato che si tratta in larga parte di realta’ socialmente e culturalmente marginali, ”prive di un’organizzazione comune”. ”Le gang in genere sono piccole, formate da poche unita”’, ha notato, sottolineando peraltro che rappresentano una minaccia autentica ed emergente. Ai naziskin, gli attivisti dei diritti umani attribuiscono infatti un numero cospicuo dei circa 40 omicidi ricondotti in qualche modo a una matrice razzista commessi in Russia nel 2004, oltre a decine di aggressioni: concentrate soprattutto nei confronti di caucasici, persone originarie delle repubbliche ex sovietiche dell’Asia centrale, nonche’ studenti e immigrati africani, asiatici, balcanici. Organizzazioni non governative, associazioni ebraiche ed esponenti liberali russi denunciano da tempo questi segnali, assai pericolosi per un paese di secolari radici multietniche, osservando che le leggi piu’ severe contro l’estremismo politico e l’incitamento all’odio razziale o religioso promosse negli ultimi anni dal Cremlino continuano a scontrarsi con la negligenza – quando non con la tolleranza – di settori della polizia e della magistratura inquirente, oltre che della societa’.

Cosa fa VITA?

Da 30 anni VITA è la testata di riferimento dell’innovazione sociale, dell’attivismo civico e del Terzo settore. Siamo un’impresa sociale senza scopo di lucro: raccontiamo storie, promuoviamo campagne, interpelliamo le imprese, la politica e le istituzioni per promuovere i valori dell’interesse generale e del bene comune. Se riusciamo a farlo è  grazie a chi decide di sostenerci.