Famiglia

Ruggiero conferma: la Cutuli uccisa in Afghanistan

Pochi minuti fa la conferma ufficiale

di Gabriella Meroni

Il governo italiano ha confermato che i quattro giornalisti occidentali dispersi sulla strada tra Jalalabad e Kabul sono rimasti uccisi in un agguato. Tra questi anche l’inviata del Corriere della Sera Maria Grazia Cutuli. La notizia si era sparsa in mattinata, portata dal conducente e dall’interprete dei quattro. Ma solo in serata è giunta la conferma per bocca del ministro degli Esteri Renato Ruggiero. “Abbiamo purtroppo avuto conferma dall’Unità di crisi – ha detto Ruggiero a Bruxelles, a quanto riferisce l’agenzia Ansa – che, da una testimonianza raccolta, si può ritenere che i quattro corpi trovati su una strada corrispondano purtroppo a quelli dei quattro giornalisti, fra i quali la vostra collega del Corriere della sera”. ”Tutte le indicazioni di varie fonti a Kabul e dintorni raccolte finora dalla Farnesina puntano purtroppo nella stessa direzione e parlano di quattro giornalisti uccisi”, avevano detto poco prima fonti della Farnesina. Oltre all’inviata del Corriere, c’erano un operatore televisivo australiano e un fotografo di origine afgana, ambedue dell’agenzia Reuters, oltre a uno spagnolo. Secondo il sito del quotidiano spagnolo El Mundo, si tratta del loro inviato Julio Fuentes. Il conducente e l’interprete hanno riferito che il convoglio era formato da otto automobili e che è stato fermato a circa 60 chilometri da Kabul da un gruppo di uomini armati. Le persone che si trovavano sulle prime due auto sono state trascinate fuori. Il conducente e l’interprete hanno supplicato di essere risparmiati e sono stati lasciati liberi. L’interprete ha aggiunto che i giornalisti sono stati trascinati dietro una grande roccia e che a quel punto ha udito degli spari. “E’ stato quello il momento – ha detto – che siamo scappati”. Insieme alla gente che si trovava sulle altre sei auto hanno fatto marcia indietro e sono tornati a Jalalabad. A questo punto le versioni dell’autista e dell’interprete differiscono: il primo ha parlato di cinque giornalisti, il secondo di quattro. Si ritiene che l’episodio sia avvenuto vicino Kace Aztzikhan, più o meno a metà strada tra Jalalabad e Kabul, in un’area che non risulta sotto il controllo di nessuna fazione. Il convoglio viaggiava senza la consueta scorta armata. Il responsabile per l’ordine e la sicurezza a Jalalabad, Hazarit Ali, ha annunciato che ha inviato nella zona una ventina di uomini armati. (Cnn)


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