Non profit
Ruby nel Paese del “bunga bunga”
Diventa bufera politica la storia di Berlusconi e la minorenne
Era perfino troppo facile prevedere, due giorni fa, che le indiscrezioni sulla vicenda di Ruby, la minorenne marocchina alla corte di Arcore, sarebbe diventata la storia del giorno, con pagine e pagine dedicate al nuovo scandalo berlusconiano. Che ora rischia la fiducia (almeno del Parlamento). Ecco come ne parlano, a lungo, oggi i giornali.
- In rassegna stampa anche:
- 5 PER MILLE
- RAI
- STATALI
- FONDAZIONI
- GERMANIA
- HAITI
“La bufera delle feste di Arcore” è il titolo in prima del CORRIERE DELLA SERA .”Le accuse della giovane al premier diventano un fatto politico. La replica: spazzatura. Il Pd: se ne vada” è l’occhiello. Mentre nel sommario la frase già famosa del Presidente del Consiglio: “Aiuto chi ha bisogno”. E mentre, per un sussulto di serietà, le pagine 2 e 3 sono dedicate a un primo piano sul previsto taglio di 300 mila dipendenti statali in tre anni, annunciato dal ministro Brunetta, lo sfoglio del CORRIERE dedica 5 pagine all’argomento del giorno. Tra i vari pezzi dedicati alla triste vicenda spiccano i pezzi di Francesco Alberti, che da Genova ricostruisce la figura di Ruby, andando nella casa-famiglia di Sant’Ilario, alla quale era stata affidata la ragazza. Le sue frasi, i suoi sogni, il suo carattere, il suo comportamento, fino a rendersi conto di essere finita in una storia troppo grande. E poi la ricostruzione di Fiorenza Sarzanini: “Berlusconi chiamò la polizia e la minorenne fu lasciata libera”. Leggiamo: “La nota della Questura di Milano diramata ieri sera per assicurare di non aver concesso a Ruby «alcun privilegio o trattamento di favore dopo la telefonata della presidenza del Consiglio», evidenzia in maniera chiara la fibrillazione di queste ore. Perché quella notte del 27 maggio scorso, mentre la giovane marocchina veniva fotosegnalata in seguito a un’accusa di furto, fu un uomo della scorta del presidente del Consiglio a contattare il gabinetto del questore per chiederne il rilascio e l’affidamento a una persona che era già arrivata negli uffici di polizia. E poi passò l’apparecchio allo stesso Silvio Berlusconi che parlò per qualche minuto con l’alto funzionario. Il capo del governo decise dunque di esporsi personalmente, probabilmente consapevole che in anticamera c’era già Nicole Minetti, l’igienista dentale che gli era stata presentata un anno prima dal direttore di Publitalia 80 Luigi Ciardiello”. Nicole Minetti, ora in consiglio regionale della Lombardia, eletta perché inserita nel listino bloccato del governatore Formigoni. Ma la Sarzanini aggiunge dettagli rilevanti: Sinora il racconto di Ruby ha trovato conferma nei riscontri effettuati attraverso l’analisi dei tabulati telefonici, ma anche con l’acquisizione delle relazioni di servizio degli uomini di scorta alle personalità. In particolare quella sera del 14 febbraio 2009, quando la giovane racconta di aver varcato per la prima volta il cancello di Arcore a bordo dell’auto di Emilio Fede. La macchina sarebbe stata fatta passare da un cancello secondario, esattamente come risulta negli atti, e preceduta da un’altra a fare da «battistrada» prima dell’arrivo. Un «sistema» collaudato e utilizzato anche in altre occasioni proprio per cercare di mimetizzare alcune ospiti – spiega la giornalista del CORRIERE – Sono questi dettagli a far comprendere quanto avvelenato sia il clima. Perché gli accertamenti disposti dai magistrati coinvolgono inevitabilmente gli uomini chiamati a proteggere le autorità, che dovranno probabilmente essere convocati in procura a ricostruire nei dettagli una vicenda che già tiene moltissime persone con il fiato sospeso. Ci sono numerose foto che circolano su quella festa e su altre occasioni mondane quando la villa di Arcore si affollava di giovani donne e dopo la cena poche prescelte venivano invitate a rimanere e trasferirsi nella camera da letto, proprio come già risultava dai racconti di chi partecipava alle serate organizzate a palazzo Grazioli”. E Luigi Ferrarella, cronista giudiziario del CORRIERE, chiarisce il punto focale dell’inchiesta: “Per ora ci sono tre circostanze sicure nella storia di feste e prostitute con politici, a casa Berlusconi ad Arcore, rappresentata in maniera controversa alla Procura di Milano da una 17enne marocchina. La principale è che la turbolenta minorenne (fughe da casa e da comunità protette, tre denunce per furto, una performance sessuale simulata davanti a due bambini di una comunità, reciproche accuse di meretricio tra coinquiline) è davvero stata ad Arcore nella residenza di Silvio Berlusconi: «Non conoscevo quella ragazza» e «non c’è stata nemmeno una stretta di mano», ma «potrei averla incrociata un paio di volte alle cene a casa del premier», ha infatti confermato ieri il direttore del Tg4 Emilio Fede, la cui iscrizione nel registro degli indagati per l’ipotesi di favoreggiamento della prostituzione, al pari dell’impresario tv Lele Mora e della consigliere regionale lombarda pdl Nicole Minetti, è stata imposta dalla natura delle dichiarazioni della minorenne”. A completare il quadro inquietante ci pensa Alberto Berticelli: “Il racconto di chi era in servizio «In questura quella notte di pressioni»”.
“Ruby? Io aiuto chi ha bisogno”: apertura samaritana per LA REPUBBLICA che nel sommario aggiunge: Berlusconi: sono un uomo di cuore. Il Pd: ora basta, se ne deve andare. Ampio spazio (fino a pagina 9 compresa) all’interno sullo strano caso del premier che telefonò in Questura facendo pressioni per una minorenne. L’interessato ammette in parte («ho solo fatto una telefonata per trovare qualcuno che potesse rendersi disponibile all’affidamento per una persona che ci aveva fatto a tutti molta pena e ci aveva raccontato una storia drammatica a cui noi avevamo dato credito. Non mi risulta che qualcuno abbia mai fatto telefonate da Palazzo Chigi») e soprattutto contrattacca: «è solo spazzatura mediatica». La tesi poi rilanciata da tutti i colonnelli del Pdl, da Bondi a Capezzone. Il retroscena di Francesco Bei ritrae un Berlusconi pronto a sfidare tutti: «non ho fatto niente di cui vergognarmi…. ma sarà un boomerang per i miei nemici». Intanto però un ministro che sceglie l’anonimato (!) ammette: «sarà pure vero che i giornali ci stanno marciando ma sarebbe l’ora che Berlusconi si desse una regolata». La sicurezza del premier è però relativa: se fosse presentata una mozione ad hoc, come si comporterebbero i finiani? Il Pd chiede che il premier riferisca in Parlamento e con il suo segretario ironizza: «Se il premier ha tanto buon cuore, in queste ore ci sono migliaia di persone fermate per furti…». Sul versante dell’inchiesta, Fede indaga con Lele Mora ribatte: «è da pazzi dire che l’ho sfruttata». Seguono due pagine sui personaggi: la minorenne che viveva di espedienti e ospitate (pur avendo in borsa migliaia di euro), l’igienista del premier, Nicole Minetti («sono rimasta sorpresa alla lettura dei giornali, conosco Ruby come conosco numerose altre persone del mondo televisivo»), e Lele Mora, appena uscito da un altro scandalo (l’evasione fiscale, l’affaire Corona). Il commento, di Giuseppe D’Avanzo, dalla prima scivola a pagina 37: “L’abuso di potere” è il titolo e i toni sono decisi. «Il cavaliere non accetta critiche, travolge ogni misura istituzionale. Non conosce il raziocinio politico che gli dovrebbe consigliare discrezione, affidabilità, trasparenza, equilibrio per onorare la responsabilità e rispettare il decorso della funzione. Attese sublunari per l’Eletto».
“Bunga bunga basta” è il titolo-didascalia alla foto artistica che ritrae Karima, in arte Ruby, che il GIORNALE definisce «usata per il nuovo attaccato al Premier». Questa la versione del GIORNALE: «Nel gossip sessuale contro il Cavaliere entra anche il bunga bunga,una barzelletta diventata una cosa seria,grazie agli articoli di Repubblica che hanno raccontato di un fantomatico festivo a casa del Cavaliere, presente una ragazza già nota alle Forze dell’ordine per una denuncia di furto». IL GIORNALE apre le pagine 2 e 3 con “ l’accusa di Roby al Pm: mi ha usata per colpire il Premier”. Nel suo pezzo Stefano Filippi raccoglie la serie di dichiarazioni, dirette e da parte dell’avvocato, della ragazza che smentiscono che fra Berlusconi e Roby ci siano stati rapporti sessuali. La ragazza ammette di essere stata alla Villa di Arcore e di aver partecipato ad una cena. «Il premier mi ha regalato una collana di Damiani e una busta con 7 mila euro perché la persona che mi ha invitato alla festa aveva parlato con Berlusconi dicendo che avevo bisogno di aiuto». E sull’età: «Dissi di avere 24 anni. Ma mai fatto sesso con lui». Questa vicenda IL GIORNALE strilla in prima pagina “Otto procure a caccia di Berlusconi” e nell’occhiello la sintesi dell’editoriale di Alessandro Sallusti: «Da nord a Sud, i magistrati braccano il premier con ogni tipo di motivazione: mafia, evasione fiscale, tangenti, appalti, prostituzione minorile. Una persecuzione per farlo cadere riportare la politica al 1993. E poi dicono che lo scudo non serve». Il quotidiano fa la cronaca della giornata del governo ad Acerra dove Berlusconi incontrando la stampa ha parlato della vicenda. Fra le dichiarazioni in evidenza: «Il problema di questo Paese è il cortocircuito fra stampa e magistratura, che fa solo danni».
Una caricatura delle maschere del Festival di Valencia e un titolo: «I bisogni dell’uomo» sono l’apertura che IL MANIFESTO dedica al caso “Bunga Bunga”. «”Io sono uno di cuore. Sono abituato ad aiutare chi ha bisogno”. Berlusconi rivendica la telefonata alla Questura di Milano per salvare una diciassettenne di origini marocchine accusata di furto e sedicente ospite di serate “Bunga Bunga” nella villa di Arcore. Emilio Fede e Lele Mora indagati per favoreggiamento della prostituzione. Il Pd: “Singolari abitudini, ne abbiamo abbastanza, si dimetta”» è il sommario che rinvia alle due pagine dedicate al tema (la 6 e la 7). Sullo stesso tema anche il commento in prima pagina di Micaela Bongi: «Il blob del potere». «Che cos’è il Bunga Bunga? L’espressione di “un’inciviltà che minaccia di corrodere la nostra vita democratica”. La sintesi, precisa e autorevole, è del ministro della cultura. Ma ovviamente Sandro Bondi dà questa lettura dell’ultima vicenda nazional-pecoreccia che suscita grasse risate e che ha già cominciato a far breccia sui media internazionali, dal punto di vista di Arcore. Prigioniero, anche lui, di quel Silvio Horror picture show (…)Peccato solo che il b-movie, come un blob-fluido mortale, sia uscito dalla schermo invischiando le istituzioni, l’immaginario, il paese. Una parte della vicenda del resto la conferma il presidente del consiglio in persona (…)» e prosegue «(…) in mezzo al ciarpame denunciato un anno e mezzo fa da Veronica Lario c’era ancora molto da rovistare» per concludere: «Gli ultimi giorni di Pompei? Molto probabilmente sì. Ma senza il fascino della tragedia». Nelle due pagine interne, titolo principale «I miseri di Arcore» e foto della casa della “famiglia Addams” diversi articoli che cercano di analizzare i fatti, ma anche le ricadute politiche «Bersani: basta vada via. Serve un leader sobrio», è il titolo di un articolo.
IL SOLE 24 ORE dedica alla vicenda Ruby un richiamo in prima “Anche video e foto nel caso Ruby. Berlusconi: aiuto chi ha bisogno” e l’intera pagina 7. “Caso Ruby: spunta anche un video” è il titolo del pezzo di Marco Ludovico e Angelo Mincuzzi: Rubi, racconta l’articolo «sostiene di aver ricevuto dallo stesso Berlusconi soldi in contanti, regali e la promessa di un centro benessere tutto suo. I magistrati di Milano, che sulla base dei suoi racconti hanno aperto un’inchiesta, disporrebbero anche di 500 foto e di un video, molto probabilmente girato con un telefonino, delle serate e dei festini di Arcore. Materiale scattato dalle numerose ragazze che partecipavano agli incontri e che, proprio come Ruby, immortalavano le kermesse. Ma i Pm si chiedono se davvero la ragazza, che compirà 18 anni solo il prossimo novembre, abbia ricevuto quei soldi. Perché se ciò fosse provato, l’ipotesi di reato sulla scorta della quale hanno iscritto nel registro degli indagati tre volti celebri amici del premier – e cioè il favoreggiamento della prostituzione – troverebbe una conferma». L’articolo poi spiega che il questore che avrebbe favorito Ruby nella famosa notte della telefonata da Palazzo Chigi sarebbe poi stato promosso a prefetto. In taglio basso il ritratto di Ruby a firma di Raffaella Calandra e Karima Moual: «Le sue origini sembra davvero averle lasciate alle spalle, a partire dalla religione, che indica su facebook: cattolica. Dei suoi amici di Facebook (697) pochissimi sono collegabili alle sue origini. A Ruby piace leggere: i suoi libri preferiti, assicura, sono Khalil Gibran, Khaled Hosseini, Sigmud Freud e Siddhartha». Anche il Punto di Stefano Folli si sofferma sulla vicenda: «Il più indeciso continua a essere il premier, da molti descritto come depresso e stanco. Dopo giorni di silenzio, Berlusconi ha parlato ad Acerra, ma la sua uscita non è stata felice. Ha finito per confermare l’intervento a favore di una misteriosa ragazza marocchina trattenuta mesi fa in Questura a Milano sotto l’accusa di furto: “Sono una persona di cuore, aiuto chi ha bisogno”. Così l’opposizione si è trovata in mano un’ottima carta, perché l’immediato rilascio della ragazza sembra avvenuto su pressione da Palazzo Chigi e sulla base di una bizzarra menzogna, essendo stato comunicato che si trattava della nipote del presidente egiziano Mubarak».
Sul caso Ruby ITALIA OGGI offre un commento a pag 2 a firma di Marco Bertoncini intitolato: “Ruby è una bella spina nel fianco del Cav” e l’apertura di pag 3 (“Meglio il Bunga Bunga della Tv”). Il suggerimento di Bertoncini a Berlusconi è di evitare «di rifugiarsi nello sdegno (come a liquidare il tutto con una condanna morale: «spazzatura mediatica») o nel generico (come l’essere «una persona di cuore»). Un consiglio che sottende una lettura molto critica dell’episodio. Secondo il quotidiano del gruppo Class «il potere di Berlusconi scricchiola sotto Fini, i pm, Veronica e le minorenni Noemi E Ruby».
“I nuovi giorni dell’immondizia” è il titolo scelto da AVVENIRE in prima pagina che abbina la crisi della “monnezza” e il caso della minorenne marocchina. Se sull’emergenza dei rifiuti Berlusconi (ri)promette che in tre giorni farà sparire l’immondizia da Napoli, sulla vicenda di Ruby R., la minorenne marocchina al centro delle cronache di questi giorni, il premier ha dichiarato in conferenza stampa: «Io sono una persona di cuore e quindi mi occupo dei problemi delle persone. Ma della spazzatura mediatica non mi occupo, la lascio a voi», frase letta come una sostanziale ammissione della telefonata di Palazzo Chigi alla questura per far rilasciare la ragazzina accusata di furto. Ma chi è la ragazza che ha fato nascere l’ennesimo caso? Compirà 18 anni il 2 novembre. Il suo vero nome è Karima e prima di arrivare a Milano ha avuto qualche guaio giudiziario anche a Messina, affidata ad alcune case di accoglienza da cui è puntualmente fuggita. La notte del suo arresto, il 27 maggio, era arrivata da Palazzo Chigi una telefonata, non smentita, che avvertiva gli agenti su una presenta parentela con il presidente egiziano Mubarak. Ora su quella telefonata i pm di Milano vogliono vederci chiaro e l’indagine finirà nel fascicolo che vede già indagati Lele Mora ed Emilio Fede per favoreggiamento alla prostituzione. L’inchiesta riguarda un giro di accompagnatrici che avrebbero offerto prestazioni sessuali in cambio di denaro e regali. Sulle feste nella residenza brianzola del premier Emilio Fede ha affermato : «ci sono state delle cene dove ero invitato, ma nessuna festa con ragazze nude». Stessa nota per il cosiddetto “bunga bunga”, il presunto cerimoniale erotico che sarebbe stato descritto da Ruby nel corso di una deposizione. Fede spiega che nella villa di Arcore «chiamavano così il salotto, un salotto con un bar, dove ci si sedeva, si beveva qualcosa, qualche volta c’era la musica». L’opposizione intanto va all’attacco. Il leader del Pd Pier Luigi Bersani parla di “singolari abitudini” del presidente del Consiglio. «Se è uno statista – lo sfida – dimostri senso di responsabilità, stacchi la spina al governo e si dimetta».
«Nuova bufera sul premier» è il titolo di apertura della prima pagina de LA STAMPA. Alle rivelazioni di Ruby sono dedicate le prime cinque pagine del quotidiano. Ricostruisce la vicenda Paolo Colonnello: «Ruby, la telefonata pericolosa del premier. Palazzo Chigi ha chiamato la questura per far rilasciare la marocchina». E arriva la conferma da parte dell’ex questore di Milano Vincenzo Indoli: «Ci dissero che era parente di Mubarak». Colonnello ha anche intervistato «la ragazza dello scandalo», contattata via facebook: «Una sola volta ad Arcore, poi non mi ha più voluta. Il premier credeva avessi 24 anni, non è successo nulla». Mentre Emilio Fede in un’intervista afferma: «Non ho visto nulla, vado a letto presto» e comunque «quella del “bunga bunga” è solo una battuta. Si sa che al presidente piace scherzare, cantare in quelle serate di relax». Il «retroscena» di Ugo Magri da Bruxelles spiega qual è ora la strategia difensiva di Berlusconi: «confermare ciò che è facilmente riscontrabile ma nega tutto il resto». Ma ora i più «scettici» sono tra «i fedelissimi, addirittura nello stato maggiore berlusconiano», dove si respira un «Clima da allarme rosso, urge serrare le fila, prendere in mano tutti insieme il timone, superare le guerre dentro Forza Italia, legarsi stretti agli ex-An che non sono tornati con Fini. Qualcuno spera nelle elezioni subito ma si domanda: “Sarà Berlusconi il nostro candidato premier?”. E altri già si strappano le vesti: “Finirà i suoi giorni ad Antigua, proprio come Bettino”». Il commento è di Michele Brambilla, nell’editoriale «La spazzatura della classe dirigente. Per il vicedirettore il «caso Ruby» è una storia che «se fosse vera anche solo per la metà, basterebbe per far saltare sulla seggiola tutti gli italiani» perché «se davvero Palazzo Chigi ha fatto pressioni per far rilasciare una persona arrestata per furto, beh: in qualunque Paese normale sarebbe sufficiente per far cadere il governo». «Chiariamo: della miserevole storia del «bunga bunga», dei gioielli regalati a una minorenne e delle donnine facili scortate ad Arcore dai carabinieri, non sappiamo quanto ci sia di vero, e ci auguriamo che di vero non ci sia niente. Vogliamo solo dire che è un fatto che ancora una volta si sia costretti a parlare di vicende per cui noi italiani ci stiamo facendo ridere dietro da mezzo mondo, mentre il Paese avrebbe problemi ben più seri di cui occuparsi: solo per fare un esempio, ieri il governatore della Banca d’Italia ha lanciato l’allarme disoccupazione, dicendo che i senza lavoro sono l’undici per cento; e il ministro Tremonti ha confermato». Il «Buongiorno» di Gramellini oggi si intitola «Bungagiorno»: “Gli americani sono dei quaccheri. Lì un presidente può fare bunga bunga con Marilyn Monroe o una stagista della Casa Bianca, ma se telefonasse all’Fbi per far rilasciare una minorenne arrestata per furto, oltretutto spacciandola per nipotina di Mubarak, sarebbe costretto a dimettersi alla velocità della luce. E se dicesse di averlo fatto perché è un uomo di buon cuore? Peggiorerebbe soltanto la situazione. L’abuso di potere, la sacralità della carica, bla-bla. Che perbenismo triste, che formalismo ipocrita. E la Francia giacobina? Neanche a parlarne. Lì un presidente può tenere nascosta una figlia tutta la vita come Mitterrand o sposare una modella col birignao più appuntito delle caviglie, ma se telefonasse alla Gendarmerie per far rilasciare una minorenne arrestata per furto, oltretutto spacciandola per nipotina di Mubarak, sarebbe costretto a ritirarsi a vita privata. I francesi non hanno una storia alle spalle che consenta loro di apprezzare certi slanci liberali. Sapranno cucinare le omelette, ma la democrazia non gli è mai riuscita bene. I tedeschi, poi: luterani, gente fanatica. Lì un cancelliere non telefonerebbe al Polizeipräsidium neanche per far rilasciare la propria, di nipotina, altro che quella di Mubarak. Ecco, forse solo in Egitto, dove la democrazia affonda nei millenni (i famosi Faraoni della Libertà), il presidente telefonerebbe alla polizia per far rilasciare una minorenne arrestata per furto. Ma non la spaccerebbe per nipotina di Mubarak, essendo lui Mubarak. Semmai per nipotina di Berlusconi: esisterà, al riguardo, un accordo bilaterale?”.
E inoltre sui giornali di oggi:
5 PER MILLE
IL SOLE 24 ORE – “Nel Dl c’è il rifinanziamento del 5 per mille”. Il rifinanziamento della misura (e quindi ancora nessuna traccia della legge che lo stabilizza) sarebbe contenuto nel «decreto legge di fine anno destinato da una parte a reperire maggiori risorse per circa 7 miliardi, ricorrendo in particolare alla vendita delle frequenze del dividendo digitale, nonché a interventi di manutenzione del comparto giochi, con particolare riguardo anche a una nuova stretta in termini di sanzioni e penali contro il gioco illegale e misure ad hoc per tutelare i giocatori, soprattutto se minori».
RAI
AVVENIRE – Dedicata la pagina 3 agli eccessi della RAI, dove la fascia protetta è ormai saltata insieme a buon gusto e sensibilità: “Blob” blasfemo, sesso spinto nella fiction “Terra ribelle” e l’orrore in diretta del caso di Sarah Scazzi. Il Moige denuncia la mancanza di bllini rossi che almeno preavvertano le famiglie a casa. E Luca Borgomeo, presidente dell’Airat (Associazione di telespettatori cattolici) esprime indignazione per la pura volgarità e la mancanza di rispetto per i cittadini.
STATALI
LA REPUBBLICA – L’annuncio di Brunetta – entro il 2012 300mila impiegati statali in meno – suscita le dure reazioni dei sindacati e dell’opposizione. Per Bersani, «Brunetta racconta miracoli perché il “brunettismo” manca di un progetto industriale: così si va avanti alla carlona». Anche la Cisl è scettica: «la riforma non si può fare con tagli casuali, ci rimetteranno anche i servizi».
IL MANIFESTO – Prende il via in prima pagina l’articolo firmato da Galapagos «Tremonti con Draghi: disoccupati all’11%» che continua poi a pagina 4 che con la 5 è dedicata ai tagli previsti da Brunetta per gli statali «Brunetta come Cameron: 300mila statali fuori», titola il richiamo in prima alle due pagine sulla «Grande crisi». «Il prodotto lordo dell’economia italiana nel 2009 è tornato indietro di nove anni. E ancora: “I consumi ristagnano perché i redditi reali delle famiglie non progrediscono e vi è una diffusa incertezza sul futuro”. Di più: “Tra il secondo trimestre 2008 e il quarto del 2009 il numero degli occupati si è ridotto di 560 mila persone” e il tasso di disoccupazione reale (considerando gli scoraggiati e i cassintegrati) è attorno all’11%, contro l’8,3% delle statistiche Istat. Parola di Mario Draghi, governatore di Bankitalia (…). E, novità assoluta, Giulio Tremonti non ha polemizzato con il governatore, dicendosi d’accordo con le cifre dei senza lavoro» scrive Galapagos che continua: «Ma è sulla parte dell’intervento dedicato a “Crescita e occupazione” che emergono le maggiori preoccupazioni di Draghi: per la bassa crescita; per il reddito reale delle famiglie tornato indietro di molti anni non in grado di sostenere la domanda; per la disoccupazione «statistica» e reale. Proprio ieri, tra l’altro, la Cgia di Mestre ha aggiornato i dati sulla disoccupazione reale, anche se a differenza di Bankitalia non ha inserito nel conteggio i circa 600 mila cassintegrati (…)». A pagina 4 il titolo di apertura è «Scoraggiati e disoccupati».
FONDAZIONI
IL SOLE 24 ORE – “Guzzetti difende la legge Ciampi sulle fondazioni”, titola IL SOLE 24 ORE a pagina 2, raccontando del discorso di ieri del presidente di Acri alla Giornata del risparmio: «Nel loro ruolo di azioniste – e lo abbiamo dimostrato – le Fondazioni non metteranno mai a rischio la vitalità delle banche. Questo è interesse di chi nei nostri organi di governo c’è oggi e di chi ci potrà essere nel futuro: indipendentemente da quale sia il colore delle amministrazioni locali chiamate ad indicare i nomi dei consiglieri da designare nelle Fondazioni (…) Le Fondazioni, dunque, non sono la cinghia di trasmissione tra la classe politica locale, i partiti e le banche. Sono, invece, un diaframma tra le istanze anche più nobili della politica e l’interesse primario di soggetti privati profit – come le banche – per i quali creare valore finanziario non può certo essere la missione esclusiva, ma è senz’altro un obiettivo dal quale non possono prescindere in un corretto contesto di mercato».
GERMANIA
AVVENIRE – Giro di vite in Germania sulle nozze di comodo degli immigrati ed espulsione per quelli che si rifiutano di seguire i corsi di integrazione. Sono i due provvedimenti del governo tedesco sulla controversa questione dell’integrazione degli extracomunitari al centro di infuocate polemiche. L’opposizione e le associazioni islamiche hanno criticato le nuove misure, definite eccessive e populiste. Ma secondo la ministra per la famiglia Kristina Schröder (Cdu) sono centinaia le giovani, nate in Germania, coinvolte nella pratica coercitiva e discriminante dei matrimoni forzati.
LA STAMPA – A pagina 17 un reportage di Alessandro Alviani da berlino: «La Berlino Multikulti va a scuola “Così diventeremo più tedeschi”». Un viaggio «tra gli studenti dei corsi di integrazione, nella Germania che chiede più regole». I corsi lanciati nel 2005, sono frequentati oggi in tutto il paese da 140mila stranieri, mentre altri 9mila figurano nelle liste d’attesa. Costano un euro all’ora».
HAITI
IL SOLE 24 ORE – “Haiti malata di colera e tangenti – Metà dei campi profughi senza acqua potabile e servizi igienici”. Scrive Claudio Gatti da New York: «A oltre nove mesi dal terremoto del 12 gennaio che ha distrutto un terzo di Port-au-Prince, dei 125mila prefabbricati di cui era prevista l’installazione ne sono stati infatti montati appena 8mila. Risultato: oltre un milione e 300mila senzatetto continuano a vivere in un migliaio di campi improvvisati spesso privi di acqua potabile e di servizi igienici. Quindi ad altissimo rischio di colera (…) “Sin dai primi giorni dopo il terremoto, il problema principale è stato quello del collo di bottiglia in cui si incagliano gli aiuti umanitari” spiega la dirigente di una Ong americana. “Ma se prima il problema era creato dal fatto che il porto era stato messo fuori uso, da quando il porto è stato riaperto il problema è la dogana. Tutto viene bloccato lì. E ci resta per mesi. A meno che non si decida di oliare qualche funzionario”.
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