Mondo

Ruanda, pacifisti: no al premio a Kagame

L'Associazione per la Pace si ribella alla decisione di Nessuno tocchi Caino di incoronare il presidente "abolizionista 2007"

di Chiara Sirna

L’Associazione per la Pace e la Riconciliazione in Ruanda – APARIRWA – ha appreso con stupore che al Generale Paul Kagame, Presidente del Ruanda, è stato conferito, dall?Organizzazione “Nessuno Tocchi Caino”, un premio di “abolizionista dell’anno” in seguito alla recente abolizione della pena di morte in Ruanda.
Per principio, l’APARIRWA si rallegra dell’abolizione della pena di morte in Rwanda ; tuttavia, l’atto di onorare uno dei peggiori criminali di guerra che l’umanità abbia prodotto costituisce una offesa a tutti coloro che militano per il rispetto dei diritti dell’uomo attraverso il mondo. Si tratta di un gesto offensivo nei confronti di milioni di ruandesi ed africani, vittime di azioni criminali del generale Kagame e della sua cricca e di un’ingiuria alla memoria dei milioni di bambini, di donne e di uomini sterminati sulla loro iniziativa.
Numerose voci, fra le quali quelle delle organizzazioni come Amnesty International, Human Rights Watch, conosciute per la loro obiettività, quelle dei ricercatori indipendenti, quelle dei giornalisti e dei ruandesi di origini etniche e di condizioni sociali diverse, non smettono di denunciare il totalitarismo e la criminalità statale, eretta in metodo di governo, del regime di Kigali.
Se è vero che un ordine di facciata regni in Ruanda e che i ruandesi dell’interno siano piuttosto “disciplinati” e sembrino camminare tutti al passo, si tratta di una visione strabica creata da un ordine imposto dalla baionetta, un ordine dove la forza brutale domina su tutto e dove la violenza ed il terrore costituiscono un mezzo normale di governare, un ordine dove ognuno deve scegliere tra la vita ( rinunciando ai suoi diritti) e la morte (rifiutando la sottomissione), un ordine dove l’esistenza dell’avversario politico è negata e dove questo ultimo è percepito come nemico e combattuto con le armi di guerra (carcerazioni arbitrarie, rapimenti e sparizioni, assassini e esilio per quelli che se lo possono permettere), un ordine dove il pensiero non esiste più e dove la libertà è sparita, un ordine dove le vittime devono rallegrarsi della loro sorte.
I rapporti di parecchie organizzazioni dei diritti umani di cui Amnesty International, Human Rights Wacth ed il FIDH, accusano, inoltre, il presidente Paul KAGAME di assicurare l’impunità a parecchi capi militari della sua giunta militare, implicata nei crimini di genocidio, crimini di guerra e crimini contro l’umanità non solo in Ruanda, ma anche in Uganda e nella Repubblica Democratica del Congo.
È paradossale,cinico ed inimmaginabile che i più alti responsabili politici del Governo e del Parlamento italiani accolgano ufficialmente un capo di stato riconosciuto come un vero criminale che terrorizza non solo il suo popolo ma anche i popoli dei paesi vicini.
Non dobbiamo, in ogni modo, lasciarci impressionare da un atto spiacevole che, purtroppo, ha ricevuto la cauzione del Governo italiano.
Chiediamo pertanto a chi ha la passione della verità e non si accontenta di quella dei vincitori, a chi crede che è tempo di dichiarare immorale una politica estera che cerchi ?anzitutto l?interesse del proprio Paese?, qualunque ne sia il prezzo, a chi crede a una responsabilità internazionale delle persone e dei governi, di continuare a sostenere la lotta del popolo ruandese affinché sia conosciuta tutta la verità sulla tragedia che ha colpito e insanguinato il Rwanda e si possa cosi impedire ulteriori massacri di ruandesi, a qualsiasi gruppo etnico essi appartengono.
Chiediamo perciò alla Comunità Internazionale di contribuire con tutti i mezzi a sua disposizione alla costruzione di una pace duratura in Rwanda e di aiutare i ruandesi a riconciliarsi. Pensiamo che un vero e autentico dialogo inter-ruandesi sia l?unica via che possa condurre alla vera riconciliazione e a garantire la pace al popolo ruandese.

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