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Ruanda: A settembre processo di Seromba

Il prete ruandese arrestato in Italia con l'accusa di genocidio verrà processato dal Tribunale penale internazionale per il Ruanda a settembre

di Joshua Massarenti

Il processo di Athanase Seromba, prete della parrocchia di Nyange (provincia di Kibuye, Ruanda occidentale) durante il genocidio del 1994, inizierà il prossimo 20 settembre ad Arusha (Tanzania) presso il Tribunale Penale Internazionale per il Ruanda. Lo riferisce l’agenzia di stampa svizzera Hirondelle.

Nei suoi confronti pesa l’accusa secondo la quale nel 1994 avrebbe incitato e diretto dei massacri contro rwandesi tutsi nella diocesi di Nyundo. Nei primi giorni del genocidio, siamo nella prima metà di aprile, oltre 6000 persone si erano rifugiate nella sua chiesa su suo invito per ripararsi dai disordini e dai massacri che già dilagavano nella diocesi. In realtà, una volta i rifugiati “al sicuro”, padre Seromba incitò soldati dell’esercito e miliziani estremisti hutu (i famigerati interahamwe) ad attaccare i rifugiati. Il 16 aprile, avrebbe orchestrato assieme alle autorità locali la “soluzione finale” dei 6000 rifugiati facendo giungere sul luogo dei caterpillar per distruggere la chiesa. Quasi tutti i rifugiati morirono sotto le macerie della parrocchia.

Per i fatti di Nyange, Seromba è stato accusato di genocidio, di complicità di genocidio, di cospirazione in vista di commettere un genocidio e di crimini contro l’umanità”. Athanase Seromba era stato oggetto di un mandato di cattura internazionale allorquando aveva trovato rifugio in Italia. Grazie alle sue protezioni, aveva proseguito il suo sacerdozio sotto il falso nome di Padre Sumba Bura. Tra i “luoghi di rifugio”, la parrocchia di San Mauro da Signa, in Toscana. In seguito alle innumerevoli pressioni esercitate nei confronti dello Stato italiano dall’allora Capo procuratore del Tpir Carla Del Ponte, Padre Seromba si arrese il 6 febbraio 2002 alle autorità italiane, per poi essere trasferito nel centro di detenzione del Tpir ad Arusha.

Il suo processo, il primo ad Arusha di un responsabile religioso cattolico, si svolgerà nella prima sezione del tribunale penale. I giudici non stati ancora nominati. Si sa solo che l’accusa verrà condotta dall’italiana Silvia Arbia, mentre l’accusato verrrà difeso dall’avvocato beninese Alfred Pognon.

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