Famiglia
Ru486: indagine giudiziaria sui ginecologi che l’hanno sperimentata
Silvio Viale con altri tre colleghi del Sant'Anna di Torino è sotto indagine per mancato rispetto della 194
Silvio Viale e altre tre persone coinvolte nella sperimentazione della pillola abortiva Ru486 hanno ricevuto ieri l’avviso di conclusione delle indagini preliminari. Ciò che il pm Sara Pinelli e i procuratori aggiunti Guariniello e Saluzzo contestano al ginecologo è violazione della legge sull’interruzione di gravidanza, falso ideologico e tentata truffa ai danni della Regione. Lo riferisce il qutodiano Repubblica.
Perché violazione della legge? Perché la 194 prevede che l’aborto venga fatto solo in ospedale, mentre nella seprimentazione del Sant’Anna la maggior parte delle donne in ospedale assumeva solo la pillola, per poi abortire a casa. I medici si difendono dicendo che l’atto abortivo è l’assunzione della pillola («l’espulsione è una conseguenza dell’intervento medico e avviene con una dinamica analoga all’aborto spontaneo. Ha mai sentito qualcuno chiedere il ricovero per quello?», ci aveva detto poche settimane fa in un’intervista).
In più, c’è l’accusa di tentata truffa i danni della Regione: pare che sulle cartelle della pazienti dimesse non fosse segnalata la loro uscita dall’ospedale e quindi la Regione, basandosi su quelle scehde, avrebbe dovuto rimborsare all’ospedale dei ricoveri inesistenti.
«Temo che un processo a Torino possa rappresentare un nuovo ostacolo per la conlusione di un iter che va avanti da troppi anni». Proprio per oggi è attesa la decisione dell’Aifa sul vi libera alla commercializzazione in Italia della Ru486, dopo la richiesta di mutuo riconoscimento avviata dalla Francia il 7 novembre scorso.
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