Non profit

Rossiello: nel mio programma nessuna censura ma solo buone storie

Ci scrive la conduttrice del programma Rai accusato dall’economista Luigino Bruni e dal movimento da lui fondato, Slot Mob, di aver fatto pressioni perché non si parlasse degli spot sull’azzardo in onda sui canali pubblici durante i programmi sul Mondiale brasiliano

di Redazione

Ma di quale “quasi censura” parliamo? Martedì ho invitato due persone, per competenze, complementari nell'affrontare il problema del gioco azzardo.  Paola Brodoloni di “Cuore e Parole” che da dieci anni si occupa di prevenzione delle dipendenze e di sani stili di vita con gli studenti delle scuole di tutta Italia. E il prof. Luigino Bruni economista e docente alla Lumsa. Per impegni vari il caso ha voluto che siamo riusciti a parlare di Slot Mob e azzardo proprio mentre va avanti la battaglia di Bruni contro gli spot sul gioco che la Rai manda in onda durante i mondiali. Ma va avanti anche la buona pratica del gioco buono proposto dagli Slot Mob.
 
In sette minuti non si può fare o dire tutto. Abbiamo commentato un video realizzato dagli studenti di Pavia sulla dipendenza dal gioco e documentato l'impegno di  slotmob. Bruni in particolare ha trattato il rapporto esistente tra gioco d'azzardo ed economia malata. A fine degli interventi e dei filmati non c'è stato più tempo per altro.

Da 8 anni Tg1 – Fa' la cosa giusta è lo spazio sulle buone pratiche, diritti e solidarietà. Non è la “tribuna delle associazioni”, che a turno si alternano per parlare dei loro singoli progetti ma è una “pillola di programma” di 7 minuti, una volta a settimana,  dedicato a chi da risposte concrete, si rimbocca le maniche e fa qualcosa che fa vivere meglio la comunità, il quartiere, la propria strada.

È informazione che mette a fuoco la parte operosa e concreta del nostro bel Paese che altrimenti non ha molto spazio sulle pagine dei giornali o negli spazi di approfondimento. Sono convinta che bisogna dare le buone notizie perché di speranza c'è bisogno per vivere e per un progetto di Italia che sarà. Quando Renzi ha detto che il terzo settore è il primo mi si è aperto il cuore.

Con le imprese sociali si crea lavoro, lavoro buono e ci si prende cura del Paese. Nel giro di pochi mesi alla camera dei deputati abbiamo creato “i cantieri dell'Italia del bene” e poi “l'Italia che fa bene” con l'Istituto Nazionale del Dono e il Centro Nazionale Servizi di Volontariato e siamo riusciti a portare a Lucca questa primavera 32 mila persone in 4 giorni.

Dico siamo perché mediapartner dell'evento che ha visto la presenza del premier Renzi, dei ministri Poletti e Giannini, sono stati il Corriere della Sera Sociale con Buone Notizie e Ttg1/Fa' la cosa giusta .
I due principali media puntano sulle buone notizie che partono dal volontariato che rafforza i valori e si arriva al lavoro da creare. Al lavoro buono.

Sono convinta che se si investe sulle persone, situazioni o associazioni che hanno lo sguardo lungo e le antenne sui cambiamenti il Paese può solo che migliorare.

Se queste realtà positive si mettono in collegamento ecco che si da una risposta al Paese. Insieme agli imprenditori, alla buona politica e ai giornalisti che cercano e comunicano questo tipo di storie. Non singolarmente ma come sistema.

 


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