Volontariato
Rossa: giustizia sociale per sconfiggere terrorismo
Così Sabina Rossa (Ulivo) la figlia di Guido, sindacalista ucciso dalle Brigate Rosse per aver denunciato un fiancheggiatore che faceva volantinaggio pro-Br in fabbrica
di Paolo Manzo
“Cio’ che ha riferito il vice ministro Minniti e’ molto grave. L’aspetto inquietante oggi e’ il filo conduttore che lega alcuni giovani, neobrigatisti, ai vecchi del terrorismo storico”. Lo ha detto la senatrice dell’Ulivo, Sabina Rossa, figlia del sindacalista Guido, ucciso dalle Br, dopo le comunicazioni a palazzo Madama del vice ministro all’Interno. “Questo aspetto testimonia -ha aggiunto- che la storia di quegli anni non e’ mai stata chiusa, sia per i tanti protagonisti dei quali sono scomparse le tracce, sia per i tanti episodi dei quali non si e’ mai avuta verita’. Un terrorismo che sembra una sorta di sistema endemico nella nostra societa’, un cancro, che tuttavia non si puo’ sviluppare in piena autonomia, ma sa trovare spazio nelle contraddizioni gravi e irrisolte del nostro sviluppo economico e sociale, nei fattori irrisolti della nostra democrazia”. “La straordinaria dimostrazione di competenza ed efficacia che hanno saputo esprimere in questi giorni la nostra polizia e la nostra magistratura certamente ci inorgoglisce. Ad essi -aggiunge Rossa- va il nostro sincero apprezzamento e ringraziamento. Ma vi e’ un aspetto di cui bisogna essere consapevoli: per sconfiggere definitivamente il terrorismo non basta investigare, non basta reprimere; per combattere e vincere il terrorismo occorre saper trasmettere in modo profondo democrazia e giustizia sociale”. “Occorre -ha concluso la senatrice dell’Ulivo- saper comunicare con i giovani. E’ necessaria un’azione che, poggiando su verita’ storiche, sappia fornire alle nuove generazioni strumenti e comportamenti degni di una societa’ civile. Occorre costruire una memoria storica condivisa, che non sia usata, come spesso accade, come una clava nel dibattito politico”.
17 centesimi al giorno sono troppi?
Poco più di un euro a settimana, un caffè al bar o forse meno. 60 euro l’anno per tutti i contenuti di VITA, gli articoli online senza pubblicità, i magazine, le newsletter, i podcast, le infografiche e i libri digitali. Ma soprattutto per aiutarci a raccontare il sociale con sempre maggiore forza e incisività.