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Rosarno, una polemica d’Egitto

Sfiorato l'incidente diplomatico, Frattini replica a Mubarak

di Franco Bomprezzi

Sorprendente ma non troppo l’incidente diplomatico fra Egitto e Italia. Mubarak alza la voce contro le “aggressioni di africani” a Rosarno, ma la sensazione, riportata dai giornali, è che si tratti di un discorso rivolto al mondo islamico, e di una risposta per le rime alle proteste del nostro ministro degli esteri Frattini, dopo la strage dei cristiani copti in Egitto. Sullo sfondo resta l’analisi della situazione calabrese e l’intervento del ministro Maroni al Senato.

Il CORRIERE DELLA SERA sceglie di aprire sul caso diplomatico Italia-Egitto: “Immigrati, la protesta egiziana”. Il Cairo contro l’Italia. Bossi: lì uccidono i cristiani. In una nota l’Egitto «ha condannato le aggressioni di africani in Calabria e più in generale la campagna contro le minoranze arabe e musulmane». La denuncia è del ministro Gheit. Maurizio Caprara nel suo retroscena nota come l’uscita egiziana copia le parole pronunciate dal ministro Frattini dopo la strage, quando, dopo la strage dei copti, aveva detto: «la comunità internazionale non può restare indifferente di fronte all’intolleranza religiosa» aggiungendo di essere «preoccupato per gli episodi di violenza alle minoranze religiose». Fra i commenti grande rilievo è concesso al ministro leghista Calderoli (“noi difendiamo le leggi, il razzismo religioso è roba loro”, ma anche «L’Egitto è amico, vorranno coprire le cose di casa loro») e a una dei leader dell’opposizione del Cairo, Farida Al Naqqash che dice: “«Attaccando Roma, Mubarak giustifica il suo muro a Gaza»”). A pag 5, bel reportage di Marco Imarisio da Eboli, dove è partito lo sgombero di 400 stranieri da una ex fabbrica. Anche se loro dicono: «Non ce ne andremo, avete bisogno di noi». Si tratta di algerini e marocchini, già cacciati nel 2008, ma rientrati dopo qualche mese».

REPUBBLICA dedica un taglio medio in prima al “caso diplomatico” con il titolo “Immigrati, l’Egitto protesta con l’Italia”. Il commento è di Renzo Guolo “Gli stranieri senza voce”, che lega il fatto di ieri al tema della cittadinanza. L’incidente, secondo Guolo «mette in discussione, anche sul fronte della politica estera, l’efficacia del modello di gestione dell’immigrazione teorizzato e pratico dalla destra. Modello che, escludendo, o dilatando nel tempo, la cittadinanza per gli immigrati, consegna di fatto, agli Stati di cui sono cittadini la loro rappresentanza politica. Favorendo un loro maggiore interventismo fuori confine. (…) Stupirsi perché oggi l’Egitto, domani il Marocco o l Tunisia, “interferiscono” negli affari italiani è, dunque, ipocrita. (…) L’Italia dovrebbe imboccare un’altra via. Compresa quella di rendere cittadini a pieno titolo quanti vivono da tempo in Italia. L’altra strada, quella della delega esterna, che mira a fare degli immigrati degli eterni estranei, presuppone la possibilità della critica, anche dura»

“Uccidono i cristiani e ci danno dei razzisti” è il titolo in prima pagina  del  GIORNALE  che dà del matto all’Egitto che fa la morale all’Italia e si «dimentica le sue stragi di copti e di immigrati africani e interviene sui fatti di Rosarno parlando di «odio contro gli stranieri» e invocando l’intervento della comunità internazionale. Roba da matti. Ma il motivo c’è…». E questo motivo indicato da Marcello Foa «da anni Mubarak deve fronteggiare un processo di islamizzazione strisciante della società civile. Ha usato il pugno duro sia  per reprimere i Fratelli musulmani  sia combattere il terrorismo fondamentalista ma l’attentato contro i copti ha dimostrato che gli estremisti non sono ancora sotto controllo. Mubarak aveva bisogno di un diversivo per distrarre l’opinione pubblica  e modificare il proprio profilo pubblico». L’intervento di Giorgio Israel torna sui fatti di Rosarno: «il problema sono gli schiavi non i negri. È la malavita organizzata il vero nemico della convivenza civile: perché l’Italia non è razzista. Ma il buonismo preferisce disquisire sulle parole politicamente corrette invece che battersi contro la piovra». IL GIORNALE  annuncia che stasera Rino Gattuso, calabrese di Rossano Calabro Cosenza,  parlerà di Calabria alle  trasmissione tv “Le Iene”.

Le accuse dell’Egitto a Roma sono riprese dal MANIFESTO all’interno dei servizi da Rosarno alle pag 2 e 3 con richiamo in prima: “«in Italia campagna di aggressione». L’Egitto accusa il governo, Bossi risponde: «Razzisti noi? Loro ammazzano i cristiani»”. Da segnalare all’interno una bella intervista di Carlo lania all’ex sindaco comunista di Rosarno Peppino Levorato. Questa la sua tesi: «A Rosarno non hanno cacciato gli immigrati in generale. Hanno volutamente colpito gli africani ed è stata una vendetta perché un anno fa denunciarono e fecero arrestare la persona che aveva sparato contro due compagni. Un gesto che la ’ndrangheta non poteva lasciare impunito correndo il rischio che venisse imitata».

Il «caso diplomatico» tra Italia ed Egitto per i fatto di Rosarno merita secondo il SOLE24ORE un articolo a pagina 19, i cui si dà risalto al fatto – ribadito da Maroni – che nessun egiziano è rimasto coinvolto nei fatti di Rosarno. Una notizia già resa nota anche da un rapporto della questura di Reggio Calabria. Intanto sempre il ministro sfata un altro pregiudizio: la «maggior parte» degli stranieri di Rosarno non è clandestino, cioè è in possesso di permesso di soggiorno; semmai «non è in regola con il contratto di lavoro», il che sposta qualche responsabilità. Pronta la replica del governatore calabrese Loiero: «Maroni scarica le proprie negligenze su regione ed enti locali».

AVVENIRE dedica ancora due pagine alle questioni legate a Rosarno, registrando la replica alle accuse egiziane di Frattini, in viaggio in Africa: «La religione non c’entra», ha detto Frattini, «l’slam non c’entra… Rosarno è un’altra storia, di violenza, di disperazione, ma mai di discriminazione di una minoranza. Non c’è nessuno sfondo religioso». Avvenire inoltre registra la presa di posizione di Andrea Olivero, presidente delle Acli: «Il problema dell’Italia non sono gli immigrati ma i mali antichi del nostro Paese: l’illegalità, il lavoro nero, la malavita organizzata, l’assenza dello Stato in ampi territori della penisola».

“Rosarno, tensioni con l’Egitto”. Il caso diplomatico fra Italia ed Egitto ha un titolo in prima pagina e un primo piano a pagina 6 dell’edizione odierna de LA STAMPA, che prova anche a dare un’interpretazione dei fatti. Perché questo comunicato da un Paese come l’Egitto “amicissimo dell’Italia” (come rilevato dal sottosegretario Bonaiuti)? Oltretutto tra gli immigrati di Rosarno non c’era neppure un egiziano (come rilevato dal ministro Maroni). «La nota del ministero degli Esteri del Cairo ha certamente un risvolto interno» scrive LA STAMPA. «Il filo-occidentale governo egiziano ha voluto inviare un segnale di “garanzia” ai Paesi musulmani. Ma la durezza del testo tradisce prima di tutto il risentimento per le accuse italiane contro le persecuzioni dei cristiani copti in Egitto (l’ultimo, drammatico, episodio risale alla notte del Natale ortodosso, il 7 gennaio, quando un commando islamico ha ucciso sei copti all’uscita di una chiesa a Nagaa Hamadi).

E inoltre sui giornali di oggi:

CARCERI
CORRIERE DELLA SERA – Nella pagina dei commenti da segnalare un intervento di don Gino Rigoldi: “Pene sociali per svuotare le celle”. Ragiona il cappellano del Beccaria e presidente di Comunità nuova. Questa in sintesi la sua proposta: «i reati gravi come gli stupri, le rapine, lo spaccio, gli omicidi continuano con il regime attuale di pena, mentre i furtarelli di primo reato, i piccoli tentati furti e tutti reati minori potrebbero  essere puniti con una pena di utilità sociale».

MANIFESTO – “Lugubre miraggio”, è il titolo del fondo firmato da Luigi Manconi sul piano carceri annunciato da Alfano. L’ex sottosegretario alla Giustizia dopo aver impallinato il progetto del Guardasigilli («è né più né meno una utopia negativa e un lugubre miraggio o più semplicemente una balla colossale», scrive riferendosi alla possibilità che la capienza possa essere aumentata da 43 a 80mila posti) si domanda: «La costituzione parla di pene e non di pena detentiva o di carcere: perché condannarsi a condannare sempre  e comunque al carcere, anche quando esso non è necessario e anzi può essere dannoso?».

LA REPUBBLICA – Accanto alla notizia dello stato di emergenza per le carceri annunciato da Alfano, dossier di Vladimiro Polchi sulla situazione delle nostre prigioni “Celle in rovina e bracci incompiuti: il lungo elenco degli sprechi di Stato”. «L’80% delle patrie galere ha oltre un secolo di vita. (…) C’è poi il caso degli istituti nuovi di zecca, vuoti o non finiti (…) Sarebbero 40 in tutta Italia (…) Alcuni completamente ultimati non hanno mai aperto, come il carcere di Morcone (Benevento), che dopo essere stato costruito e abbandonato è stato ristrutturato e ancora una volta lasciato a se stesso (…)» Per Ornella Favero di Ristretti Orizzonti «l’emergenza edilizia è da evitare, bisognerebbe invece ristrutturare gli istituti che già ci sono e lavorare al problema della custodia cautelare: lo scorso anno 30mila detenuti sono uscito dopo appena una settimana».

IMMIGRATI/FRANCIA
LA STAMPA – “Grandi scuole di banlieue”. In Francia il presidente Sarkozy ha detto che vuole un 30% almeno di borsisti nelle scuole d’eccellenza che formano la classe dirigente francese, alla quali di solito accedono solo i figli dell’èlite ricca del Paese a causa degli alti costi. L’idea è far posto ai giovani svantaggiati, soprattutto immigrati, ma meritevoli, ovvero «alla Francia delle minoranze» scrive LA STAMPA, «che brucia le auto nel fine settimana, che finora per emergere ha dovuto utilizzare il football». «Un Paese che recluta le élites nel dieci per cento della popolazione si priva del novanta per cento della sua intelligenza» è la dichiarazione-slogan lanciata da Sarkozy.

ELUANA
AVVENIRE – Il giornale dei vescovi ancora sul caso di Eluana dopo il proscioglimento per omicidio di Beppino e dei medici. Intervista al neurologo belga Steven Laureys, definito “un’autorità sugli stati vegetativi”, che afferma che su Eluana mancavano certezze scientifiche. Laureys mette in dubbio il fatto che davvero Eluana fosse in stato vegetativo permanente, ma avrebbe potuto essere anche in uno «stato di minima coscienza». In quel caso, afferma il neurologo «avrebbe conservato un certo livello di emozioni». Di appoggio il punto sull’iter della legge sul fine vita, ora in Commissione Affari sociali della Camera, con i radicali che ritirano i loro 2300 emendamenti e la previsione del relatore Domenico di Virgilio: «Il testo in aula dovrebbe arrivare tra fine gennaio e fine febbraio». Livia Turco «lamenta la mancanza di un nuovo inizio, cioè il fatto che il ddl Calabrò approvato al Senato non sia stato cestinato».

FAMIGLIA
LA REPUBBLICA – Cinzia Sasso dedica un pezzo al premio Famiglia lavoro consegnato ieri. «Quest´anno hanno partecipato 44 aziende, dalle piccole alle multinazionali, e 33 pubbliche amministrazioni e quello che è emerso è un fantasioso campionario di iniziative. Che idealmente abbracciano tutti i possibili modi per rendere meno dura la vita di chi deve passare molte ore in ufficio. A cominciare dal tempo: flessibilità di orario (che può essere gestito su base giornaliera, settimanale, mensile o annuale), banca delle ore, job sharing (che poi è un lavoro da dividere in due). Ma anche flessibilità di luogo (svolgere, ad esempio, i propri compiti da casa, usare il telelavoro, a volte perfino portare i figli in ufficio); servizi finanziari come un bonus bebé o un bonus scuola, un voucher per le baby sitter o le badanti, le convenzioni per fare la spesa o frequentare dei corsi; misure time serving che includono stireria e lavanderia, la mensa take away, le riparazioni della lavatrice o dell´automobile, il disbrigo delle pratiche burocratiche».

FISCO
ITALIA OGGI – Intervista con richiamo in prima pagina a Luigi Angeletti, segretario generale della Uil, che «boccia» il quoziente familiare. Per Angeletti occorre, sì, ripartire «subito dal lavoro dipendente e dalle famiglie. I due soggetti che hanno pagato di più per la crisi», quindi ha senso fare una riforma fiscale, quella a cui sta lavorando il ministro dell’economia, Giulio Tremonti, ma «dobbiamo avere delle priorità chiare e abbandonare i falsi miti». Tra i miti per il segretario Uil c’è quello del quoziente familiare: «Spero che nessuno pensi seriamente a rispolverarlo, è un sistema complicato e dunque poco efficace. Per aiutare le famiglie serve una cosa semplice, una bella deduzione delle tasse di 5 mila euro l’anno per ogni figlio».

PROTEZIONE CIVILE
ITALIA OGGI – Gli interventi infrastrutturali e strutturali, nonché i grandi eventi potranno essere affidati dalla Protezione Civile, guidata da Guido Bertolaso, a una società in house di proprietà della Presidenza del consiglio che dovrà progettare, scegliere gli appaltatori e e svolgere direzione dei lavori e vigilanza. Queste le novità del DL 195 approvato dal Consiglio di ministri, di cui ITALIA OGGI fa una disamina tecnica.

ONLUS
SOLE24ORE – “Censimento delle Entrate per 221mila enti”: questo il dato (assolutamente a sorpresa) fornito dal fisco circa gli invii del il modello Eas, la comunicazione dei dati rilevanti ai fini fiscali. Solo il 15 dicembre i modelli arrivati erano solo 40mila, tra il 16 e Capodanno, dunque, il colpo di coda che ha fatto arrivare a Roma oltre 180mila questionari. Un risultato che «supera ampiamente le previsioni» (per l’Istat gli enti associativi erano 218mila nel 2001) nonostante i tanti enti esonerati.


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