Famiglia

RONDE. Vincenzi (Pd): «sono sicurezza partecipata»

Il sindaco di Genova apre a Maroni

di Redazione

«Non ho ancora letto bene il decreto attuativo, ma il quadro che emerge dalle anticipazioni mi sembra molto positivo, visto che tiene conto delle osservazioni di molti sindaci e anche di quelle del Presidente della Repubblica». Lo dichiara Marta Vincenzi, Sindaco di Genova e deputata Pd,in un’intervista a Il Giornale in merito all’attuazione della legge sulle ronde. Sulla questione la Vincenzi osserva: «il compito di reprimere il crimine e fare le indagini spetta sempre alle Forze dell’Ordine, ma mi rendo conto che nelle città ci sono delle zone grigie dove il senso d’insicurezza percepito è molto forte, o per la presenza di illegalità vera e propria o per disprezzo delle regole. Queste ronde non sono altro che la riproposizione di uno schema classico di sorveglianza sociale nei quartieri». Sui rischi che le ronde possano mutare in milizie fuori controllo, il sindaco sottolinea «non nego che un rischio vero c’è stato, ed è stato quello che alcuni gruppi, soprattutto al Nord, volessero sostituirsi alle forze dell’ordine. Ma queste non le chiamo nemmeno ronde ma milizie. È una cosa diversa e assolutamente da contrastare. Mentre, l’ultima versione anticipata da Maroni è tutta un’altra cosa: a me, più che ronde piace chiamarle “sicurezza partecipata”». «Le regole stabilite dal decreto attuativo», conclude la Vincenzi «mi piacciono, proprio perché non introducono ronde nel senso deleterio del termine, come quelle che abbiamo visto a Massa. L’attuale impostazione mi pare invece molto bella e fin troppo severa. L’importante è che non si facciano ronde in nome di un partito».

 


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