Non profit
Ronda fuori ronda
Viaggio fra le associazioni nate per fronteggiare l'emergenza sicurezza
Esperti della protezione civile, alpini in congedo o vigili urbani, ma anche mamme e pensionati.
In Italia, specie al Nord,
i volontari al servizio dei propri concittadini si stanno moltiplicando. «Ma del bollino ministeriale non sappiamo che farcene», concordano Pacchetto sicurezza. Estate 2009. Ve lo ricordate? Ebbene, dimenticatelo. Le ronde, quelle autentiche, che sempre di più stanno prendendo piede in particolare nel Centro-Nord stanno da un’altra parte, ben prima e ben al di là del testo che disciplina i «volontari per la sicurezza». Del bollino ministeriale non sanno che farsene.
Piccoli episodi di criminalità in quartieri tradizionalmente tranquilli sono spesso all’origine della mobilitazione volontaria di tanti cittadini che non hanno paura di impegnarsi in prima persona. Così anche a Borgo Panigale, nel Bolognese: uno scippo alla farmacista della zona e «i ragazzi» del quartiere si sono subito messi all’opera. Ventiquattro pensionati, tre per volta, passeggiano ogni sera dalle 18.30 alle 20, guidati dall’ex comandante della polizia municipale. I rondisti di Borgo Panigale, artigiani, ex dipendenti del trasporto pubblico o dell’industria privata, da un anno e mezzo presidiano il territorio a modo loro. Dal lampione che non funziona, alla siepe da tagliare, ai giochi del parco da sistemare: «Ci siamo rimboccati le maniche, nulla di più, nulla di meno», spiega Vladimiro Luti. Ronde nella Bologna di Cofferati prima e di Delbono poi? «Cosa c’entra la politica? Questa è semplice cittadinanza partecipata, quello che qualsiasi cittadino potrebbe fare», spiega l’ex capo della municipale. Vade retro anche qualsivoglia certificazione ministeriale: «Ho portato gli alamari per 30 anni, mi è bastato», taglia corto Luti.
A quanto pare, quindi, in ballo c’è ben più della sicurezza, le iniziative cittadine parlano chiaramente di vivibilità, rapporti sociali e solidarietà. Un esempio su tutti quello di Ravenna: il Comune, tramite gli operatori di CittA@attiva, ha messo in piedi un servizio di mediazione di comunità dove il presidio del territorio si realizza tramite la socialità e la creazione di nuovi spazi di incontro. Attivi dalla primavera scorsa, due operatori impegnati 15 ore la settimana assieme ai volontari della cooperativa Villaggio Globale lavorano sia in strada che con uno sportello di ascolto. Obiettivi: la mediazione dei conflitti e la promozione di iniziative per migliorare la zona della stazione. Troppe telecamere in città? Empori stranieri sul piede di guerra per l’ordinanza anti alcol? L’associazione chiama allo stesso tavolo commercianti, residenti e amministratori per trovare un punto d’incontro. E poi un gruppo guida, rappresentativo dei vari attori della zona, raccoglie proposte «perché contro il degrado, la miglior risposta è far rivivere il quartiere», spiega Stefania Pelloni di CittA@ttiva. Tante le iniziative in cantiere in una realtà in pieno fermento: dal progetto di riciclofficina che coinvolge i giovani delle comunità di recupero, allo sportello per le vittime di reati, fino al centro di aggregazione giovanile. Sempre a Ravenna, in collaborazione con CittA@ttiva lavora una «ronda islamica»: nella formula due giovani e un adulto, i volontari dell’associazione avvicinano i connazionali in situazioni di disagio per toglierli dalla strada e aiutarli nella ricerca di lavoro.
Genitori protagonisti anche a Bari: in sella a scooter, muniti di binocolo e sistema di rilevamento satellitare per combattere il bullismo. Autogestiti dall’Associazione Bari città regione, le ronde su due ruote avevano ricevuto un primo placet della giunta comunale di centrosinistra. Poi un dietrofront, una presa di distanza “politica” che ha imbarazzato i rondisti, e che ora, dopo un paio di mesi di «eccellenti risultati», aspettano l’evolversi della situazione, come fa sapere Mario Ferorelli, presidente della circoscrizione Murat. «Peccato, era anche divertente. Pensare che sullo stesso motorino c’eravamo io del Pdl e il capogruppo del Pd».
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