Famiglia
Romania: rapporto choc dell’Unicef sull’abbandono dei minori
Proprio mentre entra in vigore la nuova legge "sulla protezione dell'infanzia", i bambini vengono abbandonati negli ospedali esattamente come trent'anni fa
Proprio nello stesso momento in cui entra in vigore la nuova legge ?sulla protezione dell’infanzia?, la situazione dei bambini abbandonati in Romania si manifesta più grave che mai.
Il 20 gennaio scorso il rappresentante Unicef di Bucarest, Pierre Poupard, ha presentato un dossier sulla situazione dell’abbandono dei minori in Romania.
I dati che emergono dal dossier sono sconvolgenti: ?i bambini oggi sono abbandonati nei reparti di maternità e negli ospedali esattamente come trent’anni fa?, avverte l’Unicef.
Una ricerca realizzata in collaborazione con il locale ministero della Sanità in oltre 150 ospedali ha rivelato che nel 2004 oltre 4mila neonati sono stati abbandonati nei reparti di maternità. Si tratta dell’1,8% di tutti i nuovi nati.
Il rapporto dell’Unicef rivela che molte madri che abbandonano i loro bambini sono molto giovani, prive di strumenti educativi e in condizioni di estrema povertà. La percentuale di bambini abbandonati nati sottopeso (34%) è 4 volte più alta degli standard pediatrici della Romania (che si attestano sull’8,5%).
?Sfortunatamente, le giovani madri che arrivano in ospedale si confrontano con atteggiamenti e pratiche estremamente antiquate. Il sistema è estremamente tradizionalista e penalizza e marginalizza chi è povero?, ha spiegato Poupard.
La situazione è di estrema attualità anche per l’entrata in vigore della nuova legge romena sulla protezione dell’infanzia, che da un lato richiama e promuove nuove sinergie istituzionali per la protezione dei minori (suddividendo le responsabilità tra diversi settori come la sanità, l’educazione, il welfare), e la creazione di un sistema sociale che possa accogliere i bambini abbandonati tramite affidi e adozioni nazionali; dall’altro, lo ricordiamo, ha chiuso del tutto ogni prospettiva di adozione dei minori da parte di coppie straniere.
Dimostrando l’estremo bisogno della piena copertura dei servizi socio-sanitari, l’Unicef cita anche la confusione di una ragazza madre di 17 anni, che non sapeva dove andare e cosa fare con il suo bambino nato in un reparto di maternità di un ospedale. Invece di aiutarla, avrebbe spiegato la ragazza, ?un’infermiera mi ha detto che era meglio non vedere troppo il mio bambino, non attaccarmi a lui, lasciarlo in ospedale e iniziare una nuova vita?.
Nonostante la grave situazione, Unicef ribadisce che il cambiamento della situazione, sebbene complesso, è possibile. Le ragazze madri, ad esempio, che devono affrontare la disapprovazione delle loro famiglie, hanno bisogno di aiuto per farsi carico delle nuove responsabilità, e avere accesso ai servizi sociali della comunità.
Il report raccomanda in particolare un’azione urgente per la registrazione delle nascite, in linea con il diritto dei bambini a un nome, una nazionalità e una famiglia. Persino il nome è negato a questi piccoli: il 31,8% dei bambini abbandonati nei reparti non ha alcun documento d’identità. Questo li rende ?invisibili?, in termini legali, avverte l’Unicef, ed estremamente vulnerabili al pericolo di traffici.
Riguardo alla nuova legge, Poupard l’ha definita ?in linea con la Convenzione dei diritti dell’Infanzia?, e ha assicurato che Unicef è pronta a fare la sua parte e sta già ?supportando le istituzioni affinché mettano in pratica i principi del provvedimento?. Per le situazioni disperate, in particolare le istituzioni che ospitano più di 230 bambini sotto l’anno di età, ?possiamo supportare immediatamente lo sviluppo di piani personalizzati per proteggere ogni singolo bambino?.
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