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Romania/Ciai: “E i bambini che vivono oggi negli Istituti?”
La chiusura delle adozioni internazionali è stata "una scelta politica" dice Graziella Teti. "A pagare le conseguenze degli errori degli adulti sono sempre i bambini
?La nostra grande preoccupazione sono le migliaia di bambini che vivono da anni in istituto in attesa di una famiglia?. Così Graziella Teti, responsabile Adozioni Internazionali del CIAI, commenta la decisione del Parlamento di Bucarest di non permettere più l?adozione di bambini da parte di cittadini stranieri. ?Comprendiamo che il provvedimento preso dal governo rumeno” prosegue la Teti, “risponde alla necessità di ?risolvere alla radice? il problema dell?adozione internazionale che aveva portato molte critiche a questo Paese, tanto da inficiarne la sua credibilità internazionale fino quasi ad impedirne l?ingresso nell?Unione Europea. Si tratta però di una scelta politica, e non possiamo non pensare che a pagare le conseguenze degli errori degli adulti sono sempre i bambini?.
Il CIAI, sottolinea ancora la responsabile adozioni, può anche essere d?accordo con un provvedimento accompagnato da un Piano per l?Infanzia ma evidenzia come questo tipo di interventi possa dare dei risultati solo nel medio e lungo periodo.
?E i bambini che vivono oggi negli Istituti??, domanda provocatoriamente Graziella Teti, sottolineando come sia indispensabile risolvere subito questa situazione di emergenza senza alimentare false illusioni con la prospettiva di un rilancio dell?adozione nazionale in Romania. ?Forse in futuro l?adozione internazionale in Romania non sarà più necessaria, ma oggi purtroppo la realtà non è questa. La scelta attuale del governo rumeno passa inoltre un colpo di spugna sull?adozione internazionale che, se fatta nell?interesse dei bambini e adottando le dovute cautele, è tutt?ora una risposta validissima e certo non da criminalizzare. Peccato che per parecchi bambini oggi in Romania qualcuno abbia preferito scegliere l?istituto al posto di una famiglia straniera?.
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