Carcere & sport
Roma, scende in campo la squadra di calcio dei minori detenuti
Intesa Sanpaolo, coadiuvata nella scelta da Cesvi, sostiene il progetto “Squadra Dentro: sport e carcere” di Antigone attraverso il Programma Formula, nell’Ipm di Casal del Marmo a Roma. È attiva una raccolta fondi. Susanna Marietti (Antigone): «Rendere disponibile un'attività sportiva strutturata significa mettere nelle mani degli straordinari operatori che lavorano nelle carceri minorili uno strumento che sapranno capitalizzare al meglio nel percorso di recupero del ragazzo»
Rafforzare la solidarietà e promuovere valori positivi tra i giovani dell’Istituto penale minorile – Ipm di Casal del Marmo a Roma grazie al calcio. Questo è l’obiettivo del progetto “Squadra Dentro: sport e carcere” dell’associazione Antigone attraverso il Programma Formula che vuole rafforzare le attività rieducative promosse nell’Ipm della Capitale e così creare una squadra di calcio formata dai giovani detenuti. Intesa Sanpaolo, coadiuvata nella scelta da Cesvi, sostiene il progetto attraverso il Programma Formula.
Due allenamenti a settimana per 20-25 detenuti
Con il supporto di Asd Atletico Diritti, creata nel 2014 da Antigone e Progetto Diritti, tra i 20 e 25 detenuti selezionati dalla direzione del carcere, sulla base del programma personale di trattamento e reinserimento sociale di ciascun ragazzo, seguiti da un allenatore esterno dedicato potranno frequentare due allenamenti settimanali. Per garantire la buona riuscita del programma, il campo da calcio del carcere necessita di manutenzione. Per questo, è necessario un supporto con cui si andranno a sostituire le porte, sistemare le panchine e le reti esterne e dotare la struttura di tutti i materiali utili per l’allenamento.
Formazione per diventare allenatori
Grazie al percorso, si auspica di far partecipare “Squadra Dentro” ad uno o più tornei cittadini nell’ambito di quelli promossi da associazioni quali Aics, Csen e Lega Calcio ad Otto. L’accordo – già sperimentato da Atletico Diritti – è di giocare in casa tutte le partite, così da offrire ai giovani adeguate opportunità per dimostrare il proprio talento in campo. In ottica di crescita e continuità progettuale, due detenuti, in base alle valutazioni dell’Istituto, saranno formati professionalmente per diventare a loro volta tecnici allenatori. Si auspica di agganciare l’interesse di più detenuti, grazie alla passione condivisa verso il calcio, in questo programma. A tal fine, grazie sia ai giocatori titolari che non, con il supporto degli operatori penitenziari, verrà promosso uno sportello socio-legale di informazione e accompagnamento al rilascio.
Iscrivere la squadra di calcio a un campionato cittadino significherà garantire l’ingresso di tante squadre esterne e creare un’osmosi tra il carcere e il territorio, combattendo così quello che è il rischio più dannoso per i ragazzi reclusi: l’isolamento dal resto della società
Susanna Marietti, coordinatrice nazionale di Antigone
«Lo sport non è solamente attività fisica ma è solidarietà, rispetto delle regole, perseguimento di obiettivi sani, apprendimento del lavoro di gruppo. Tutto questo è fondamentale per i ragazzi che vivono un’esperienza di detenzione, sempre più segnati da una grande fragilità e da trascorsi tragici», dice Susanna Marietti, coordinatrice nazionale di Antigone. «Rendere disponibile un’attività sportiva strutturata significa mettere nelle mani degli straordinari operatori che lavorano nelle carceri minorili uno strumento che sapranno capitalizzare al meglio nel percorso di recupero del ragazzo, al fine di offrirgli una nuova opportunità di vita. Iscrivere la squadra di calcio a un campionato cittadino significherà garantire l’ingresso di tante squadre esterne e creare un’osmosi tra il carcere e il territorio, combattendo così quello che è il rischio più dannoso per i ragazzi reclusi: l’isolamento dal resto della società».
Sette Ipm su 17 sono sovraffollati
«Nell’ultimo rapporto sulla giustizia minorile in Italia, pubblicato a febbraio dall’associazione Antigone, viene sottolineata l’importanza di creare momenti di integrazione sociale e lo sport, con i suoi modelli relazionali e valoriali positivi, può essere uno strumento fondamentale per realizzarli», afferma Roberto Gabrielli, responsabile direzione regionale Lazio e Abruzzo di Intesa Sanpaolo. «Attraverso il Programma Formula ci attiveremo con tutte le persone della nostra direzione regionale, e non solo, per contribuire a offrire ai ragazzi detenuti delle prospettive di futuro, di vita, di relazioni, confermando l’impegno del nostro Gruppo sui temi dell’inclusione sociale e della valorizzazione delle persone».
Nel rapporto Prospettive minori di Antigone, di cui parla Gabrielli, si legge che i numeri della carcerazione minorile stanno crescendo. Al 30 aprile 2024 erano 571 i ragazzi reclusi negli Ipm italiani. In sette istituti (Bologna, Firenze, Milano, Potenza, Pontremoli, Torino, Treviso) su 17, si registrano un numero di presenze superiore ai posti disponibili. Nei primi quattro mesi del 2024 c’è stata una crescita di 76 unità per un tasso di oltre il 15%.
Attraverso il Programma Formula ci attiveremo con tutte le persone della nostra direzione regionale, e non solo, per contribuire a offrire ai ragazzi detenuti delle prospettive di futuro, di vita, di relazioni
Roberto Gabrielli, responsabile direzione regionale Lazio e Abruzzo di Intesa Sanpaolo
Fondi per la manutenzione, i materiali e la formazione
I fondi raccolti attraverso il Programma Formula, dedicato a sostenibilità ambientale, inclusione sociale e accesso al mercato del lavoro per le persone in difficoltà, serviranno per finanziare: la manutenzione del campo da calcio ammodernando porte, reti, panchine e attrezzature per l’allenamento; il coordinamento progettuale da parte di figure professionali dedicate, quali il coordinatore del progetto sportivo, il tutor, l’allenatore e il coordinatore dello sportello; le attività di formazione tecnica per i due detenuti quali allenatori; la fornitura di materiali sportivi necessari ai detenuti quali tute e divise sportive, palloni, coni, sagome per le punizioni e pettorine; i costi di tesseramento individuali e iscrizione della squadra al campionato.
Aiuti diretti e sensibilizzazione contro i pregiudizi
“Squadra Dentro” è un progetto dedicato alla sezione maschile, più numerosa, del carcere minorile. Si potranno aiutare direttamente: 20-25 detenuti tra i 14 e i 25 anni che potranno partecipare al programma sportivo; due detenuti che saranno formati per diventare allenatori; almeno 50 detenuti utenti dello sportello informativo in preparazione al rilascio, attraverso il sostegno di avvocati, studenti ed esperti di Antigone.
Il progetto potrà raggiungere indirettamente: tra le 20 e 25 famiglie dei giocatori, sensibilizzate al ruolo riabilitativo dell’attività sportiva sui loro cari; almeno 50 famiglie dei detenuti sostenuti dallo sportello in preparazione al rilascio; almeno 50 detenuti, della sezione maschile del carcere, che potranno beneficiare dell’arricchimento dell’offerta ricreativa interna grazie alla ristrutturazione del campo da calcio; 100 tra giocatori e staff di squadre avversarie sensibilizzati contro i pregiudizi sociali nei confronti dei detenuti grazie alle partite che giocheranno insieme in carcere.
Obiettivo: 100mila euro
L’obiettivo è raccogliere 100mila euro entro fine agosto. Per sostenere con una donazione il progetto è attiva sul sito web di For Funding–Formula una pagina dedicata, con l’aggiornamento in tempo reale delle somme raccolte. La Banca partecipa attivamente al crowdfunding devolvendo due euro per molti dei prodotti acquistati dai clienti in modalità online.
Foto Ufficio stampa Intesa Sanpaolo
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