Non profit
Roma, Policlinico Umberto I si “gemella” con Emergency
Medici e infermieri della struttura ospedaliera raccoglieranno fondi per la ong di Gino Strada
Dalla corsia un segnale di solidarieta’ alle vittime, civili, del conflitto bellico che si sta consumando in Afghanistan. Il Policlinico Umberto I di Roma e’ il primo a farlo: medici, infermieri e portantini del Dea, Dipartimento emergenza e assistenza, hanno costituito un gruppo di operatori sanitari, nato spontaneamente, con l’obiettivo di raccogliere fondi per l’associazione Emergency.
Alla vendita di libri ed altro materiale, realizzata all’interno della struttura nel mese di novembre, si aggiunge una mostra fotografica. E, ancora, la proiezione di un film-documentario dal titolo ‘Jung’ (giovane), girato dall’associazione umanitaria, che sara’ presentato alla stampa lunedi’ prossimo, 19 novembre, alle 16, presso l’Aula della I Clinica medica. ”Le offerte raccolte saranno destinate – spiega la dottoressa Pamela Bruni, psicologo e psicoterapeuta del Policlinico – al sostegno di progetti umanitari avviati da Emergency in Afghanistan, dove i volontari sono presenti dal dicembre 1999. Nella valle del Panshir e’ in funzione un Centro chirurgico per le vittime della guerra nel villaggio di Anabah. Sono gia’ stati istituiti e resi attivi altri 6 Posti di pronto soccorso, in aree vicine al fronte o in zone ad alta densita’ di mine antiuomo.
Dall’inizio dell’intervento – ridorda la dottoressa Bruni – sono state curate 14.120 vittime con l’impiego di 244 persone. A cavallo del 2000 e’ stato costruito un secondo Centro chirurgico nella capitale, Kabul, ed e’ stato avviato un programma sociale in favore delle donne afghane nel Panshir”. Ma l’emergenza continua e con essa la necessita’ di risposte. Per questo nasce l’iniziativa del Policinico romano: ”Abbiamo sentito il bisogno – dice ancora la dottoressa – di fare qualcosa in concreto per le vittime civili di guerra, dimenticate e non”. Emergency, e’ stata fondata a Milano nel 1994. Da allora, ad oggi, si conta abbia curato oltre 190 mila persone, in varie zone ‘calde’ del mondo.
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