Politica

Roma, infiltrati e latitanti

di Riccardo Bonacina

Per tutta la giornata di ieri ha stupito come il Pd abbia dimostrato una volta di più tutta la sua insipienza. Non solo non si è accorto che da sei mesi ormai la dialettica e la battaglia tra maggioranza e opposizione, sale di ogni democrazia, è tutta dentro il campo del centro destra (ed è una bella malattia), ma ad ogni frangente dà prova provata di stupidità politica e umana nelle sue leadership. Il the day after degli scontri violentissimi a Roma dello scorso 14 dicembre ha visto gli esponenti del Pd uscirsene con un mantra di questo tipo “Sono stati gli infiltrati, chi li paga e perchè?”. Insomma, senza spendere una parola una di preoccupazione per il clima e una condanna una sulla violenza consumata hanno dato l’idea e il messaggio (La Repubblica complice in tempo reale) che a incendiare Roma fosse stato un Berlusconi in versione Nerone e i suoi complici al Governo, organizzando centinaia di “infiltrati”, forse migliaia.  Allo scopo sono state fatte girare vere e proprie patacche giornalistiche, quelle dell’infiltrato con la pala, rivelatosi poi un diciasettenne noto estremista, e quella dei dimostranti con le scarpe con la suola di vibram (ovvero finti dimostranti e veri poliziotti) che era una foto scattata in Canada mesi fa. Qui sotto, a sinistra il presunto infiltrato con la pala al momento del suo arresto, foto ieri censurata dai siti “democratici”, a destra la patacca canadese!

Insomma le 24ore dedicate al mantra degli infiltrati hanno dimostrato quanto l’intelligenza a sinistra sia quotidianamente latitante. A rimettere, in minima parte le cose a posto ci ha dovuto pensare Saviano, sempre più leader del centro sinistra, stamattina su Repubblica scrivendo: “Quegli incappucciati sono i primi nemici da isolare. Il “blocco nero” o come diavolo vengono chiamati questi ultrà del caos è il pompiere del movimento. Calzano il passamontagna, si sentono tanto il Subcomandante Marcos, terrorizzano gli altri studenti, che in piazza Venezia urlavano di smetterla, di fermarsi, e trasformano in uno scontro tra manganelli quello che invece è uno scontro tra idee, forze sociali, progetti le cui scintille non devono incendiare macchine ma coscienze, molto più pericolose di una torre di fumo che un estintore spegne in qualche secondo”.

Ultima notazione, la senatrice Finocchiaro che ieri, a proposito degli “infiltrati”, chiedeva che Maroni spiegasse in Parlamento “Chi li paga e perché”, dovremmo anche chiedere di spiegarci, a proposito di notizie e non di supposizioni, come mai il ginecologo Michele Fidelbo, suo marito, abbia ricevuto una commessa da parte dell’Asp catanese di informatizzare il presidio territoriale di Giarre per un valore della commessa di 350mila euro senza nessuna gara pubblica. Come scrive Repubblica: “la società che fa capo a Fidelbo, la Solsamb srl, si costituisce il 26 settembre 2007, appena due mesi prima della presentazione del progetto poi finanziato dalla Regione e ha zero dipendenti”. Già senatrice “Chi lo paga e perchè?”

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