Cultura

Roma, i numeri del corteo Rom e Sinti

Alla manifestazione di ieri erano presenti in ventimila, la metà dei quali nomadi. "Condividere diritti e doveri, nella legalità", dice il segretario romano dell'Italia dei Valori

di Redazione

Si è tenuta ieri a Roma la manifestazione dei rom e Sinti residenti nel territorio della capitale, organizzata dal Gruppo EveryOne e da Thèm Romano Onlus. Secondo gli organizzatori i partecipanti sono stati ventimila, la metà dei quali nomadi. Il corteo ha attraversato le strade del centro partendo dal Colosseo per arrivare al Foro Boario. Non troppo tempo dopo lo sgombero delle trenta roulotte di Ponte Testaccio, rappresentanze dei campi Casilino 900, Gordiani, via di Salone, Monte Mario e via Salviati 1 e 2 hanno deciso di scendere in piazza contro la xenofobia e l’informazione razzista e per richiedere diritti, documenti, casa e lavoro. Al corteo si sono unite delegazioni di rom giunte da Genova, Torino, Lanciano e dalla Spagna. Accanto a loro hanno sfilato numerosi cittadini romani, rappresentanti della comunità di Sant’Egidio, delle Piccole Suore di Gesù e di diverse associazioni. Molti dei rom che hanno preso parte alla manifestazione risiedono a Roma da decine di anni o ci sono nati. In alcuni casi si tratta di cittadini che contribuiscono alle spese dei container, pagano le bollette di luce, acqua e gas e mandano i figli a scuola.

Affermano di sentirsi cittadini italiani ghettizzati, non nomadi, né migranti. Il corteo è stato animato da balli, musica e costumi della tradizione rom. Secondo le ultime stime, sarebbero circa quindicimila i rom romani per i quali il prefetto e commissario straordinario per l’Emergenza nomadi, Carlo Mosca, aveva già annunciato un censimento identificativo da tenersi entro ottobre.

Il segretario romano dell’Italia dei Valori Soldà dichiara: “È necessario che tutti i cittadini, con la guida dell’amministrazione comunale e del prefetto Mosca, trovino una modalità di convivenza civile con i rom che risiedono regolarmente sul territorio. La base di un nuovo equilibrio non può che fondarsi sulla legalità e il rispetto, da parte dei cittadini rom, sia delle leggi che dei valori della convivenza civile, a partire dal diritto dei minori alla scolarizzazione e dal decoro urbano”.

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