Famiglia

Roma, i calderai fanno cooperativa

Rom della capitale inseriti in un’attività di recupero e riciclo di materiali abbandonati, ferrosi e non. Sociale e ambiente che si sposano

di Francesco Agresti

Lo hanno definito un progetto di ecologia umana. Un?iniziativa che spazza via i pregiudizi e ripulisce le zone verdi da ingombranti rifiuti urbani. Il Comune di Roma vanta una delle maggiori concentrazioni di discariche abusive, localizzate, tra l?altro, in luoghi ben visibili, ai margini delle strade o in zone verdi. Tra qualche giorno due rom gireranno per le strade del XII municipio per raccogliere i materiali ferrosi abbandonati dagli abitanti. L?idea è nata 12 anni fa, elaborata dall?Opera nomadi, ma si è scontrata per un decennio con la riottosità delle amministrazioni pubbliche che si sono succede alla guida del Comune di Roma. Solo quest?anno, grazie anche al costante lavoro di mediazione della Caritas e alla collaborazione di Legambiente, è stato possibile rendere operativo il progetto. Un?iniziativa simile viene sperimentata da tempo a Reggio Calabria e sta per essere avviata anche a Cosenza. I due rom sono soci di Phralipè (parola che in sanscrito, lingua originale dei rom che provengono dal nord dell?India, vuole dire fraternità), una cooperativa sociale di tipo B da anni impegnata in progetti di inserimento sociale e lavorativo dei nomadi. La crisi dei tradizionali mestieri degli zingari e la resistenza a intraprenderne degli altri, hanno ridotto all?osso le opportunità di lavoro. Grazie a questo progetto, invece, sarà possibile riadattare le competenze nella lavorazione del ferro, attività storicamente svolta dai rom, garantendo la possibilità di svolgere regolarmente un?attività lavorativa. «Il progetto Rom per Roma», spiega Aleramo Virgili, della segreteria dell?Opera nomadi, organizzazione che da 40 anni si preoccupa della valorizzazione della cultura dei nomadi e di favorire occasioni di inserimento sociale ed economico, «parte dal presupposto che una reale integrazione di quelli che ormai sono ex nomadi, deve trovare nel lavoro produttivo un importante fattore di stabilizzazione; l?accesso a un lavoro strutturato e regolare che prevede rapporti di interdipendenza organizzativa con i ?gagé? (tutti coloro che non appartengono al popolo rom ndr) è una conquista difficile per la mentalità dei rom, come lo era l?inserimento scolastico stabile dei loro figli». La Caritas, grazie ai 13mila euro donati dai residenti del XII municipio del Comune di Roma, ha acquistato due automezzi usati e si è impegnata a pagare gli stipendi, circa 516 euro mensili, per i primi due mesi; il resto dell?anno, i compensi saranno invece corrisposti dall?Ama, l?azienda municipalizzata romana. Legambiente ha invece messo a punto un programma di intervento e delle schede di monitoraggio per verificare l?impatto ambientale del lavoro svolto. «Ci auguriamo che questa iniziativa», conclude Virgili, «come quella della scolarizzazione progressiva e delle altre di cui ci stiamo occupando, possa concorrere all?eliminazione graduale della necessità dei campi. Al di là dell?aspetto puramente lavorativo, questo progetto è per noi importante perché contribuisce a rimuovere i pregiudizi che collegano i rom a situazioni di degrado. Per noi è un?esperienza ancor più significativa, perché non nasce da un provvedimento assistenziale, che non crea autonomia ma vincola il beneficiario al soggetto erogatore, ma da un? iniziativa che contribuisce a dare dignità alle persone coinvolte offrendo l?occasione di ricambiare con il lavoro la fiducia concessa». E Shevko Ahmetavic non vede l?ora di iniziare: per lui questo è il primo lavoro regolare da quando, 28 anni fa, ha messo piede in Italia. focus Enti pubblici e non profit. Comune di Roma, Ama, Legambiente, Caritas e la coop sociale Phralipè: si è creato un connubio tra enti pubblici, economia sociale e del volontariato che ha reso possibile la realizzazione di un?iniziativa che garantisce un?occupazione a chi incontra difficoltà a inserirsi e dà dignità a tradizioni che fanno parte della cultura di una minoranza, senza dover far ricorso a interventi di natura assistenziale. IDENTIKIT Nome: Cooperativa sociale Phralipè (tipo B) Indirizzo: via di Porta Labicana, 59 00185 Roma Telefono: 06.44700166-44701860; Fax: 06.44701859 Anno fondazione: 1989 Attività: inserimento lavorativo dei rom e dei sinti attraverso la raccolta di rifiuti ingombranti e loro recupero o ri- ciclo Utenti:alcune decine Enti partner: Caritas diocesana di Roma, Legambiente, Opera nomadi Partner: Comune di Roma, Azienda municipalizzata raccolta rifiuti -Ama Esperienze gemelle: Reggio Cala- bria e Cosenza


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