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Roma contro l’esenzione Ici: “Ci costerà 24,5 milioni”

La stima è stata espressa in una lettera a Tremonti dell'assessore alle Politiche economiche, finanziarie e di bilancio del Comune, Marco Causi,

di Benedetta Verrini

Le esenzioni ICI previste nel decreto fiscale collegato alla legge finanziaria in favore degli enti non commerciali produrranno “effetti immediati” sul bilancio del Comune di Roma per un valore minimo accertato di 24,5 milioni di euro: di questi, 16 milioni sono da ascriversi ai pagamenti annualmente corrisposti dagli enti religiosi al Comune per immobili di loro proprieta’ utilizzati a fini commerciali, e 8,5 milioni vengono invece pagati da altri soggetti “non profit”. I dati sono contenuti in una lettera che l’assessore alle Politiche economiche, finanziarie e di bilancio del Comune di Roma, Marco Causi, ha inviato al ministro dell’Economia, Giulio Tremonti. L’assessorato capitolino rende cosi’ nota in termini ufficiali l’effettiva perdita di gettito legata alle esenzioni ICI, in considerazione dell’opportunita’ che il Ministero dell’Economia, la Ragioneria Generale dello Stato e i servizi tecnici della Camera dei Deputati possano in tal modo basare le proprie valutazioni politiche e tecniche su valori quantitativi certi. Il calcolo dell’impatto sul gettito annuale ICI e’ frutto dell’elaborazione svolta dagli uffici tributari del Comune su un vasto campione di quei soggetti che, nell’attuale versione della norma, ricadrebbero nel nuovo regime agevolativo. Tale campione, precisa la nota, e’ “peraltro non esaustivo”, vista la particolare difficolta’ di individuare con precisione “il perimetro degli enti e delle associazioni non commerciali” beneficiari delle agevolazioni, nonche’ il “numero e la consistenza” del patrimonio immobiliare effettivamente titolato all’esenzione: il valore dichiarato e’ pertanto da intendersi come “una sottostima”. Inoltre, qualora fosse confermata “la deprecabile ipotesi”, come la definisce l’assessore, della natura interpretativa della norma, la conseguente retroattivita’ dell’esenzione farebbe decadere accertamenti in corso pari a circa 9 milioni di euro ed esporrebbe l’amministrazione al rischio di “un’ondata di richieste di rimborso” per i pagamenti relativi agli ultimi tre anni, con conseguenze molto gravi per la tenuta finanziaria dell’amministrazione e probabile accumulo di un rilevante contenzioso. L’assessore Causi conclude auspicando “la chiarificazione e la delimitazione della norma” nel corso dell’esame parlamentare, e la contestuale ripresa di un tavolo di lavoro interistituzionale, dove possa da un lato essere approfondita “la dimensione della perdita di gettito connessa alla norma” e dall’altro possano essere definite “le misure compensative che la finanza statale non potra’ non mettere in atto per ristorare i Comuni da perdite di entrata di cosi’ rilevante entita’, pur in un quadro di stringenti vincoli sulle risorse disponibili”.


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