Volontariato
Rom e gagé: la ricerca di Mannheimer
Ecco la ricerca che ribalta la prospettiva: come i rom vedono gli italiani
Solo 1 italiano su mille, pari allo 0.1% degli italiani, ha una visione corretta della realtà dei rom. Lo dice la ricerca di Paola Arrigoni, presentata da Renato Mannheimer alla Conferenza sui rom conclusasi ieri. Non si tratta poi di chissà quali conoscenze: quattro nozioni in croce. Che i rom in Italia sono circa 200mila (il 35% degli italiani sovrastimano la predenza, parlando anche di 2 milioni di singari, la cifra giusta la dà solo il 6%); che la metà dei rom sono italiani (lo sa solo un quarto degli italiani); che i rom non sono più prevalentemente nomadi (lo sa il 16%) e che non sono un popolo omogeneo per cultura, lingua e provenienza (qui va un po’ meglio, lo sa il 37% degli italiani).
I pregiudizi degli italiani verso gli zingari sono noti: rubano, non hanno voglia di lavorare, sfruttano i bambini. Che dicono i rom di sé? Fanno una onseta autocritica: dicono che le immagini “rubano i bambini”, “sono sporchi”, “sono nomadi”, “non hano volgia di lavorare” non corrispondono a realtà, ma che “sfruttano i bambini/delinuono” hanno corrispondenza in qualche caso, ma si tratta di responsabilità individuali, mentre sono alimentati da comportamenti diffusi le immagini “non mandano i figli a scuola” e “piccoli furti/elemosina”. A tutti gli stereotipi negativi sui rom, peraltro, corrisponde uno stereotipo sugli italiani: hanno il cuore di sasso, rubano i bambini attravcerso i servizi sociali, non accudiscono gli anziani.
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