Economia

Rollo, Legacoop Puglia: «Costruiamo il sociale ed il welfare del futuro»

Carmelo Rollo, presidente di Legacoop Puglia, traccia le linee su cui sono impegnate le cooperative nei vari settori: agricoltura, welfare, commercio, costruzioni. I processi innovativi sono orientati sul fattore della multisettorialità, che tiene dentro comunità, territori, cooperative e visione del futuro

di Emiliano Moccia

«Nel campo dello sviluppo e dell’inclusione lavorativa le cooperative sociali pugliesi stanno facendo la loro parte, perché questa è una regione che ha molto bisogno del privato sociale. Le cooperative sono un pezzo fondamentale dei territori, se non ci fossero loro molte persone e molti bisogni non avrebbero risposte in questo momento». Carmelo Rollo, presidente di Legacoop Puglia, non ha dubbi: le oltre 450 cooperative pugliesi espressione di più di 270mila soci aderenti a Legacoop sono chiamate a rispondere alle sfide del futuro per ritagliarsi sempre più spazi nel mercato e per offrire servizi e prodotti di qualità. Agricoltura, welfare, commercio, costruzioni sono solo alcuni dei settori che coinvolgono le cooperative nei vari territori pugliesi, dove «stiamo promuovendo percorsi di condivisione attraverso l’ascolto e la partecipazione, proprio per non sbagliare le poche occasioni a disposizione e rispondere adeguatamente ai vari bisogni».

E in un momento storico contrassegnato da guerra, aumento dei prezzi, caro-energia, anche le «nostre cooperative non sono garantite e stanno soffrendo come tutti gli altri settori, in particolare in questo preciso momento stiamo soffrendo i costi energetici, l’inflazione sui prodotti e sulle cose che usiamo. Ma abbiamo il dovere di mantenere la dignità delle persone che lavorano nelle cooperative» dice Rollo. «Siamo convinti che chi opera nel sociale non è un lavoratore di serie b, anzi è una competenza molto alta per cui è necessario sostenerlo». Per questo, servirebbe maggiore ascolto da parte di enti e di istituzioni che «spesso non rispondono ed interloquiscono nei territori». Per quanto riguarda la Puglia, dunque, «siamo consapevoli che la Regione sta facendo la sua parte, ci sono nuove norme che stiamo affrontando e le cooperative si devono adeguare per essere sempre più innovative ed incisive. Stiamo costruendo il sociale ed il welfare del futuro, stiamo immaginando la visione di un welfare capace di intervenire al meglio nei territori».

Anche perché, il mondo delle cooperative pugliesi è oggi impegnato su più fronti. «Quello dell’agricoltura è il settore storico, poi c’è quello della produzione lavoro in generale, in particolare della costruzione e metalmeccanico. Per quanto riguarda il settore commerciale, invece, in Puglia abbiamo una presenza notevole di Coop e di Conad, che rappresentano i gruppi più importanti nel settore del commercio nelle nostre comunità. L’aspetto che vorrei sottolineare» evidenzia il presidente di Legacoop Puglia «è che su questi settori stiamo innescando processi innovativi. Non parliamo più di settori blindati, ma stiamo ragionando sul fattore della multisettorialità. L’agricoltura oggi non solo agricoltura, ma è anche sociale. E così per i vari settori. In molti territori, dunque, la cooperativa agricola diventa la grande risposta imprenditoriale e lavorativa di una determinata zona. Se prendiamo il foggiano, per esempio, ci sono vari territori di prossimità in cui le esperienze imprenditoriali più importanti sono rappresentate dalle cooperative. Per quanto ci riguarda, parliamo sempre meno del sistema settoriale, ma parliamo sempre più di comunità, territorio, cooperative ed elaborazione di una visione dentro la quale vediamo competenze di varia natura. Se cominciamo a fare questo ragionamento credo che avremo risultati interessanti e territori differenti».

Di conseguenza, Rollo rilancia il tema delle comunità energetiche quale buona prassi in cui sviluppare il senso di comunità. «Da anni stiamo spingendo affinché nascano comunità energetiche nelle cooperative, in modo da favorire un processo di natura sociale che porti beneficio alle famiglie coinvolte. L’altra cosa su cui stiamo spingendo è che lì dove ci sono i grandi impianti energetici l’imprenditore deve cedere delle quote di quell’energia, quindi della sua società, in favore delle comunità interessate. Non è più accettabile che ci siano territori con centinaia di pale eoliche e non ci siano però i soldi per fare anche un semplice rappezzo stradale. Per questo, non chiediamo le royalty dallo sfruttamento di questi impianti, ma chiediamo la condivisione col territorio, una sorta di società tra comunità ed impresa, tra privato-privato, e l’accordo deve essere che la società ceda una quota di energia per andare sull’autoconsumo. Questo» conclude Rollo «servirebbe molto per spingere il sistema artigianale, commerciale, imprenditoriale, anche relativo alla piccola impresa che nasce. Se questo dovesse essere il futuro, dal mio punto di vista la crisi energetica potrebbe essere addirittura un sistema per ridare vita a tanti territori che fino ad oggi vengono abbandonati».

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