Legalità
Roccella Valdemone: 560 abitanti, 285 beni confiscati
Nel comune messinese dal 2019 un patrimonio criminale di oltre 28milioni di euro aspetta di essere messo a sistema e riutilizzato per scopi sociali. Ora finalmente arriva il regolamento
dare risposta all’aggressione al patrimonio della criminalità organizzata con un regolamento comunale che sia «strumento efficace per la disarticolazione delle organizzazioni mafiose e pratica virtuosa di restituzione alla collettività dei beni appartenuti alle associazioni criminali operanti nel territorio attesa la rilevanza sociale e civica e la possibilità di riscatto di lavoro e di crescita economica della comunità».
Così si legge nella premessa del “Regolamento comunale per la gestione dei beni comunali confiscati alla mafia” con il quale il Comune di Roccella Valdemone, 560 abitanti circa in provincia di Messina, ha cominciato a prendersi carico dei 285 beni confiscati tra il 2015 e il 2017.
Quasi un bene confiscato per ogni due abitanti, dunque, assegnati definitivamente al Comune messinese nel 2019. Una ex macelleria, un terra-cielo di due piani, invece, sarà adibita a nuova caserma dei Carabinieri.
I beni
La particolarità qui a Roccella Valdemone sta, però, nel fatto che i 285 beni sono stati confiscati ad un’unica famiglia, quella di Salvatore Santalucia, noto negli ambienti criminali come “Turi Piu”: da allevatore e titolare di un bar a imprenditore capace di accumulare un patrimonio di oltre 28 milioni di euro che la Cassazione ha sequestrato definitivamente con una sentenza del 2019.
I beni confiscati a Santalucia consistono in aziende, 220 ettari circa di terreno nei comuni di Roccella Valdemone e Gaggi, nel messinese, e Castiglione di Sicilia (Catania), 23 fabbricati, 26 veicoli e vari rapporti finanziari. Gli affari di Santalucia derivavano per la maggior parte dalla gestione dell’energia rinnovabile, dalle attività di movimento terra e dalla produzione di cemento.
Dalle indagini sono emersi gli stretti legami di Santalucia con le famiglie mafiose dei Santapaola di Catania, tramite gli esponenti del clan “Brunetto” attivo nel versante jonico della provincia etnea – e a quella Barcellonese, come ha raccontato ai magistrati il collaboratore di giustizia Carmelo Bisognano. Santalucia è stato infatti indicato quale “referente” per la zona di Roccella Valdemone.
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La gestione
«Il numero dei beni confiscati in senso assoluto fa scalpore, ma ci sono anche beni che hanno un valore di sei euro e che presi singolarmente hanno particelle piccolissime, quindi impossibili da assegnare», dice Gianfranco Orsina, 32 anni, sindaco di Roccella Valdemone, eletto sindaco per la prima volta a giugno del 2022 in una competizione elettorale finita con 205 voti a suo favore contro i 203 riportati dal suo avversario.
L’amministrazione comunale di Roccella Valdemone ha lavorato ad un regolamento, emanato a maggio scorso e che adesso dovrebbe consentire finalmente l’assegnazione dei beni confiscati e il loro riutilizzo.
«Stiamo cercando di “lottizzare” i beni confiscati confinanti tra di loro prima di darli in gestione perché a pezzettini piccoli sarebbe impossibile», racconta Orsina che ha un sogno: «Faremo dei bandi per affidare questi beni e spero che un giovane imprenditore ne prenda la metà e dia lavoro a un po’ di giovani di Roccella».
A Roccella Valdemone sono circa 50 i giovani tra i 20 e i 30 anni: sarebbe utile costituire una cooperativa di comunità o un’impresa sociale per gestire questi beni, ma non sembra possibile «Perché c’è scarsa disoccupazione, qui con il brand delle vigne dell’Etna lavorano tutti. Quindi l’ideale sarebbe che un paio di giovani gestissero questi beni mettendosi in proprio e pagando un canone al Comune che destinerebbe quelle entrate ad iniziative sociali», conclude il sindaco.
foto di copertina: il sindaco Gianfranco Orsina con Maria Angela Pauroso, consigliera, Carmelina Spitaleri, assessora, Maria Orsina, consigliera, Martina Girgenti presidente del consiglio comunale – foto concessa dal sindaco a VITA
Le foto di Tindaro Puglisi sono state gentilmente concesse a VITA dalla proloco di Roccella Valdemone
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