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Rocca (Cri): «Gli interessi economici hanno prevalso sulla vita dei civili»

«In questo momento il coordinamento con i ministeri della difesa, sia quello ucraino che quello russo, è complesso», dice Francesco Rocca, presidente della Croce Rossa Italiana e della Federazione Internazionale delle Società di Croce Rossa e Mezzaluna Rossa (IFRC). «I team sul terreno stanno facendo il possibile per supportare la popolazione». Un video aggiornamento della Croce Rossa Ucraina

di Anna Spena

In Ucraina centinaia di migliaia di persone hanno lasciato le loro case. Molti provano ad attraversare il confine verso i Paesi vicini. Le truppe di Mosca hanno lanciato l’assedio a Kyev. «La Croce Rossa Ucraina sta aiutando le persone colpite», dice Francesco Rocca, presidente della Croce Rossa Italiana e della Federazione Internazionale delle Società di Croce Rossa e Mezzaluna Rossa (IFRC). «Siamo in costante contatto con loro e con la Croce rossa russa. Ma in questo momento il coordinamento con entrambi ministeri della difesa, sia quello ucraino che quello russo, è complesso. I team sul terreno stanno facendo il possibile per supportare la popolazione. Ma per le operazioni su più larga scala, soprattutto per gli sfollati interni, dovremo aspettare che scalino le operazioni militari».

La Croce Rossa Italiana ha lanciato una raccolta fondi finalizzata al sostegno delle enormi necessità cui stanno dando risposta i volontari in Ucraina: mancanza di acqua, cibo, elettricità e assistenza sanitaria. Al fine di garantire la protezione massima dei civili coinvolti, la Croce Rossa continua uno stretto dialogo tra le parti alle quali lancia l’appello di rispetto delle norme del diritto internazionale umanitario.

Ma come si è arrivati a questo? «Come al solito», dice Rocca «è dipeso dalla mancanza di dialogo, dalla prevalenza degli interessi economici su quelli dei civili che pagano sempre il prezzo delle scelte dalla politica. E in questo non c’è una presa di posizione né da una parte né dall’altra».

Anche la Croce Rossa Polacca sta assistendo le persone che arrivano dall’Ucraina con letti, articoli di prima necessità e forniture mediche, ha già dato riparo a quasi 400 persone.

Secondo l'Unicef sarebbero 7,5 i milioni di minori a rischio e il numero dei profughi potrebbe arrivare a 5 milioni ma questo momento è assolutamente impossibile fare previsioni: «C’è tanta preoccupazione», dice Rocca. «Abbiamo attivato una raccolta fondi in denaro per acquistare beni di prima necessità in loco anche per supportare l’economia locale, aspettiamo invece prima di attivare quella di beni matariali».

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