Non profit

Roberta, volontaria con la sclerosi multipla.

«Sono dall’altra parte, ma non mi sono arresa» afferma Roberta Amadeo, comasca e consigliera nazionale Aism - Associazione nazionale sclerosi multipla

di Antonietta Nembri

Roberta Amadeo, comasca e consigliera nazionale Aism – Associazione nazionale sclerosi multipla, quando parla di sé ricorda la sua passione per lo sport: è stata infatti campionessa nazionale di judo. Oggi è architetto in uno studio milanese. «Amavo girare con la mia bici da corsa. Dico amavo perché dal 1992 le mie gambe non reggono più. Risale a quell?epoca la sentenza: sclerosi multipla», racconta. La sopravvivenza non appartiene alla sua filosofia, «la voglia di vincere è da sempre viva in me con i suoi pro e i suoi contro». Il suo rapporto con il volontariato? L?ho sempre vissuto come qualcosa che ti permette di maturare scoprendo le tue capacità. A 18 anni ho fatto la prima esperienza: un?estate a 360° con dei ragazzi disabili. Ti accorgi che tutto ciò che è etichettato come disabilità altro non è che un?enfatizzazione di qualcosa che è anche in te. Perché oggi fa la volontaria? La mia realtà è cambiata. Sono ?passata dall?altra parte? ma non per questo mi sono arresa, al contrario, è un stato un nuovo punto di partenza. Mi sono avvicinata all?Aism e lì ho trovato una nuova forma di volontariato. Che attività svolge? Il mio impegno è specifico e si rivolge ai giovani con sclerosi che vivono un senso di smarrimento post diagnosi. Insieme troviamo nuove strategie che permettano a ciascuno di essere soggetto e attore protagonista del proprio futuro.

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