Famiglia

Robert Redford nei guai per sfruttamento lavoro minorile

La Sundance ha venduto a sua insaputa prodotti fatti dai bambini. Pronte le scuse della ditta: "Non ne sapevamo nulla, taglieremo i rapporti con il gruppo sfruttatore".

di Gabriella Meroni

Anche Redford sfrutta i bambini per produrre ricchezza. Ma, sembra, del tutto inconsapevolemente. Un’azienda di vendita per corrispondenza posseduta dall’attore ha venduto infatti, a sua insaputa, oggetti realizzati da una compagnia che sfrutta il lavoro minorile. A rivelarlo è stato il New York Post.  I bambini sono membri di una setta, Twelve Tribes, un gruppo religioso che costringe i figli ad aiutare i genitori nelle fabbriche. Alcuni di questi prodotti, perlopiù artigianali,  sono stati venduti attraverso il catalogo Sundance, lanciato da Redford nel 1989. “Siamo sorpresi e turbati da questa notizia e abbiamo subito preso misure per modificare la situazione e tagliare i rapporti con questo gruppo”, ha dichiarato al giornale un portavoce della Sundance, che vende abbigliamento, prodotti biologici, mobili costruiti a mano e giocattoli. Prima che si sospettassero le pratiche illegali, i prodotti della Common Wealth, il marchio della setta, erano venduti anche alla società di cosmetici “Estee Lauder”, che ora ha deciso di interrompere la relazione commerciale. La portavoce della setta, Jean Swantko, ha spiegato che nelle comunità i bambini aiutano i padri, ma che il loro contributo non è essenziale. Un’altra seguace ha rivelato che, invece, i figli dei membri del gruppo religioso, ispirato a principi dell’ebraismo e del cristianesimo, sono costretti a lavorare dai padri, che cominciano a punirli fin da piccolissimi per addestrarli a una rigida disciplina e all’obbedienza. Elbert Eugene Spriggs, il fondatore della setta, le cui regole impongono una vita spartana, si sposta continuamente fra le sue residenze in Francia, Brasile e Stati Uniti.


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