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Rivoluzione Welfare

Il nuovo libro Bianco del ministro Sacconi. Poi gli affari d famiglia di casa Berluscni e il terremoto a un mese dalla tragedia che ha segnato l'Abruzzo: i temi portanti della rassegna di oggi

di Franco Bomprezzi

Oggi il ministro del lavoro Maurizio Sacconi pubblica il libro bianco sul welfare (che trovate in allegato). Le prime anticipazioni su Corriere della sera, Sole 24 ore e Giornale.

“Nuovo Stato sociale. Il piano Sacconi”, titola in prima pagina il CORRIERE DELLA SERA. Spiega il quotidiano: il governo vuole rivedere la Statuto dei lavoratori del 1970 compreso l’articolo 18 che vieta il licenziamento senza giusta causa. Oggi il ministro Sacconi presenta il Libro bianco sul welfare. Al centro del disegno governativo – dice Sacconi – c’è la persona. «Il superamento delle molte criticità del mercato del lavoro – dice il testo – non può più essere affidato a una concezione formalistica e burocratica dei rapporti di lavoro che alimenta un imponente contenzioso». In altre parole spiega il quotidiano la persona al centro del Libro Bianco non è più quella da assistere dalla tomba alla culla, come nel vecchio Welfare risarcitorio, ma un individuo da accompagnare nello sviluppo delle proprie risorse nelle diverse sfere della vita. Durante la quale cambierà più volte lavoro, vivrà più a lungo e avrà bisogno di un sistema integrato di prevenzione, assistenza e cura che non potrà più ruotare intorno al binomio medico di famiglia-ospedale. La novità sarà l’introduzione del «fascicolo personale elettronico, destinato a raccogliere le informazioni inerenti le varie fasi della vita». Per sostenere il nuovo welfare bisognerà poi affrontare il tema dell’innalzamento dell’età della pensione…Più in generale il Libro Bianco insiste sull’integrazione fra servizi pubblici e privati, sulla sussidiarietà, sul ruolo del volontariato e degli enti bilaterali. Centrale infine sarà anche «la ricomposizione del divario territoriale» fra Nord e Sud.

Sul libro bianco il SOLE 24 ORE  punta in alto e pubblica direttamente la prefazione, a firma del ministro Sacconi, in cui si dice che il Libro è dedicato ai giovani e alle famiglie e mette al centro la persona e le sue relazioni; perciò il welfare che delinea è «delle opportunità e delle responsabilità», quindi non si realizza solo attraverso le funzioni pubbliche ma anche di tutti i corpi intermedi della società. Il titolo, “La vita buona nella società attiva”, scrive Sacconi, richiama al valore del lavoro ma anche dell’esperienza complessiva dell’uomo: salute, affetti e riposo. L’attenzione ai meriti e ai bisogni, è un altro passaggio, coniuga equità e sostenibilità e ha un occhio di riguardo al territorio. Certo, la spesa sociale si deve confrontare con la ricchezza disponibile, ma senza rinnegare il motto People First! che Sacconi ha fatto suo.

IL GIORNALE a pag. 10 titola “La rivoluzione di Sacconi: ospedali a domicilio e tutele per i nuovi lavori” grazie ad una rete di assistenza sanitaria e al completamento della legge Biagi.  Oggi il ministro Sacconi  presenta il documento, il Libro Bianco, che contiene le linee d’azione del Governo elaborate tenuto conto delle indicazioni pervenute in questi mesi dalle parti sociali,sindacati, e organizzazioni sindacali. IL GIORNALE  mette in risalto il punto che prevede fiscalità di sostegno alle famiglie e un ruolo agli uomini nell’impegno domestico.

E inoltre sui giornali di oggi:

BERLUSCONEIDE
CORRIERE DELLA SERA – La saga della famiglia Berlusconi dà il titolo di apertura del giornale: “Berlusconi va in tv e si difende”. Ieri il premier era a Porta a Porta: «A mia moglie voglio un mare di bene. C’è dispiacere e dolore per una storia che finisce e che può finire». Però Veronica deve «chiedere scusa» e «ammettere il suo errore». Il premier si dice convinto che non perderà i voti cattolici, ma alcuni sondaggi lo danno in calo. I servizi vanno da pag 2 a pag 6. Proprio sul calo di consensi si intrattiene un pezzo a firma di Marco Galluzzo:”La delusione: tanti dei miei incapaci di difendermi”: «i numeri di una ricerca di opinione dicono che c’è una visibile inversione di tendenza nel consenso che i giovani, soprattutto in cerca di lavoro, tributano al partito delle Libertà. Angela Freda a pag 5 informa i lettori di una telefonata intercosa fra Veronica Lario e Gianni letta. Il braccio destro di Berlusconi «avrebbe provato a sondare il terreno per capire i margini di una possibile riconciliazione, dovendo poi concludere che erano praticamente nulli». Aldo Grasso analizza invece la performance televisiva del premier in un pezzo intitolato “Il contrattacco per trasformare la crisi in successo”.

LA REPUBBLICA – Sullo “show” di Berlusconi da Vespa (così lo definisce LA REPUBBLICA in prima pagina), per cui il premier ha persino disdetto un appuntamento con Napolitano, troviamo in prima pagina un aspro editoriale di Curzio Maltese che sottolinea la dimensione di one-man-show della puntata, con «il titolo più surreale che Vespa abbia mai escogitato» (“Adesso parlo io”: perché, gli altri giorni degli altri quindici anni?”, si chiede Maltese) un Vespa più «accondiscendente» che mai e la «claque» che applaude. Tutto un’altra storia rispetto a Bill Clinton, ricorda Maltese. Le pagine 2-3 danno conto della difesa di Berlusconi, che pure vorrebbe «fare il nonno insieme a Veronica» ma questo è possibile solo se lei «dichiara pubblicamente di essere incorsa in un errore».

ITALIA OGGI – Ironico l’approccio di ITALIA OGGI. Nell’articolo, “Berlusconi, che sudata da Vespa” più che le parole del premier, il pezzo mette in evidenza le sue gocce di sudore che scendevano in diretta televisiva. Nella sezioni Primo Piano, il quotidiano svela gli affari di famiglia del papà di Noemi. Una profumeria- tabaccheria di cui è socio dal 1995.  E  un’edicola direttamente gestita dalla moglie. Il tutto a Napoli. Le attività della famiglia Letizia sono tutte qua. Per quanto riguarda la tabaccheria – profumeria, Benedetto Letizia, il padre di Noemi, risulta socio accomodante con una quota di 2.324 euro. Nel 2005, il signor Letizia ha dichiarato 12.376 euro. Per quanto riguarda il reddito di Anna Palombo, madre di Noemi, che nel suo cv professionale annovera anche un passato da valletta a Canale 21, nel 2005 ha dichiarato 6.584 euro.
Noemi invece, nel 2005 ha dichiarato 1.374 euro. Quel reddito rientra nella categoria RB; quella dei fabbricati, quelli che rientrano nella categoria  di redditi da fabbricati. ITALIA OGGI specula sul fatto che i 1.374 euro siano la rendita catastale di un appartamento intestato alla stessa Noemi.

IL GIORNALE – Apre con la frase a tutta pagina “Io e Veronica: ecco la verità”. A parte il riassunto, pagine 2 e 3,  della puntata di Berlusconeide andata in onda a Porta a Porta un editoriale di Gianni Baget Bozzo  che  commenta così: «Sembra evidente che il divorzio sia un manifesto non solo politico ma culturale a cui sono annessi  risvolti economici per le proprietà della famiglia Berlusconi. Fatta nel cuore della  campagna elettorale la scelta del divorzio in forma conflittuale mostra l’intenzione di nuocere anche politicamente al Premier».  Andrea Tornielli  rilancia la precisazione  comparsa ieri sul sito di Avvenire dopo che l’editoriale di Rossana Sisti era stato attribuito alla voce della Cei. Tornielli  cita «quando Avvenire pubblica interventi della Cei lo fa  in maniera anonima o siglando il pezzo Av. A Bersani che ci ha accusati di  indulgenza che non avremmo avuto nel caso  il protagonista fosse stato Prodi ricordiamo che Avvenire a proposito della vicenda di Sircana ha tenuto la stessa misura di rispetto e delicatezza». Tornielli sottolinea il silenzio dei mezzi di comunicazione del Vaticano che ha fatto sapere di «non intervenire sul fatto privato che si sta consumando sotto i riflettori del Paese».
 
LA STAMPA – Da segnalare l’editoriale di Massimo Gramellini “Va in onda lo statista pop”: «Berlusconi riesce a parlare del terremoto, della moglie e del Milan allo stesso modo, nella stessa sera e a volte nella stessa frase, come se tutto fosse la stessa cosa, perché per lui lo è. Come lo è per milioni di italiani che anche quando non lo amano, lo capiscono, dal momento che Berlusconi, tranne che per il reddito, è identico a loro. Gli stranieri, basta vedere la Cnn, non riescono a comprendere la nostra mancanza di indignazione. Ma uno può indignarsi dello specchio? Questo è il Paese dove un qualsiasi piccolo imprenditore conclude un affare di miliardi con una mail e intanto scambia via sms una barzelletta sconcia con un amico, mentre al telefono ordina un mazzo di fiori per il compleanno dell’amante. Alto e basso, serietà e cazzeggio, cinismo e lacrima. In contemporanea. Questa è la bassa grandezza d’Italia e chi la vorrebbe diversa rischia di ritrovarsi all’opposizione di se stesso. In tv Berlusconi si è dipinto per l’italiano medio che è. Un padre troppo impegnato sul lavoro, ma che non si è mai dimenticato delle feste di compleanno dei figli, anzi, le ha «sostenute finanziariamente». Un marito distratto, ma capace di romanticismi occasionali e altamente spettacolari, come quando si travestì da nobile berbero per consegnare un gioiello alla «signora».»

AVVENIRE – “Il premier si difende: calunnie contro di me.  In tv il Cavaliere prova a ridimensionare la richiesta di divorzio da parte della Lario. «A mia moglie voglio un mare di bene», ripet. Ma non manca di dettare le regole per eventuale riavvicinamento. Chiede alla moglie di «ammettere pubblicamente di essere in errore» per aver creduto a «situazioni del tutto false». Menzogne diffuse dalla sinistra e dalla «sua» stampa, che «non riescono ad accettare il mio successo personale», dice Berlusconi. Una popolarità e un gradimento che sa, ma non ammette, essere stati intaccati dal J’accuse di Veronica. «Le ultime vicende potrebbero fare calare il consenso del mondo cattolico?», è la domanda che tutti si fanno. «Non credo», risponde il premier. «Quando tutto sarà chiarito sono sicuro che aumenterà una considerazione già grande, perché il Vaticano non ha mai avuto delle relazioni così positive con un governo italiano». L’opposizione insorge: «Tv pubblica occupata, bisogna dare diritto di replica a Veronica». Ma anche dalla destra, Storace osserva: «È una vicenda privata (ma) è sembrato molto più dignitso l’epilogo del rapporto coniugale di Fini». E Casini, invece, rilancia il quoziente familiare. «Le agevolazioni per chi ha figli? Misura rivoluzionaria».

ABRUZZO
CORRIERE DELLA SERA – A un mese dal terremoto via Solferino affida alla Maregaglia il titolo di pag 19. Il capo della Confindustria dice: “Abruzzo zona franca, come Berlino dopo la guerra”. La Marcegaglia chiede soldi veri per i 49 comuni, «soldi veri e subito con l’istituzione di una zona franca come fu fatto per Berlino nel Dopoguerra». Berlusconi garantisce: «E sull’università ci sarà una sorpresa».

LA REPUBBLICA – Jenner Meletti ben racconta i primi trenta giorni in tendopoli di 33.457 aquilani: freddo di notte e caldo di giorno, erba imputridita sotto i piedi, gabinetti chimici che fanno rischiare il blocco intestinale alle signore settantenni e impennata di bronchiti. E in più, l’attesa snervante per notizie che non arrivano e la sensazione netta di non poterci affatto resistere, in queste “città di tela”, fino all’autunno. Lo dice la gente e lo dice pure Demetrio Egidi, direttore della Protezione civile dell’Emilia Romagna, che guida Piazza d’Armi: «Bisogna ridurre le presenze, altrimenti si rischiano tensioni. Si litiga in un condominio con tutti i confort, figuriamoci in una tendopoli». Il fatto è che pure chi ha la casa agibile non ha alcuna intenzione di rientrarci, visto che quasi tutte le agibilità sono state date a condizione di effettuare alcuni lavori, che saranno pure piccoli, ma per cui il Governo, nel decreto sulla ricostruzione, non ha stanziato nemmeno un euro di rimborso. In Abruzzo si cominciano a fare i raffronti con gli altri terremoti, e con le casette di legno con i gerani fioriti di Colfiorito, in Umbria. «Siamo abruzzesi fieri, ma non stupidi», dice Stefania Pezzopane, presidente della Provincia. «Le case devono essere pagate al 100%, come avvenuto in Friuli e in Umbria. Se non paghi tutto, molti non riusciranno a ricostruire le loro abitazioni e i prefabbricati diventeranno case che non saranno più abbandonate». E ancora: «I soldi saranno dati con il contagocce e fino al 2032: forse mia figlia potrà vedere la nostra casa ricostruita». Di spalla, anche un pezzo politico che dà conto della rabbia dei sindaci aquilani, supportati da una nota durissima dei deputati Pd, che parlano di un «terremoto di serie B». Emma Marcegaglia chiede una zona franca fortemente defiscalizzata per trattenere le industrie e attirarne altre, e Berlusconi, a Porta a porta, annuncia una nuova tassa per reperire i fondi, senza nominarla.

SOLE 24 ORE – “Una zona franca all’Aquila” è la scelta del SOLE che sottolinea l’idea lanciata da Emma Marcegaglia in visita ieri alle zone terremotate. «Serve una zona franca con una defiscalizzazione forte per un numero consistente di anni, come per la Berlino del Dopoguerra», ha detto la Marcegaglia. Nel pezzo è riportato quasi tutto l’intervento della leader degli industriali, che ha anche mosso dei rilievi al decreto del governo per la ricostruzione: «Ci sono 8,5-10 miliardi disponibili ma si deve capire quanti sono spendibili subito. E serve maggiore coinvolgimento delle istituzioni locali». In una spalla forse il SOLE non si rende conto di sfiorare il ridicolo quanto afferma che la raccolta fondi lanciata da Federica Guidi tra i giovani industriali (che presiede), che «ha coinvolto tutto il movimento», ha fruttato appena 38mila euro.

IL MANIFESTO – Un articolo molto critico di Alessandro Robecchi, dalla prima a pagina 5 dal titolo “Gioco d’azzardo con truffa”: «Otto, dieci, dodici miliardi per l’Abruzzo, dicevano le promesse. Ma il decreto legge n. 39 del 28 aprile suona un’altra musica, ed è un’altra gragnuola di colpi in faccia al popolo d’Abruzzo.  Proviamo un rapido riassunto. Primo: dei 150 mila euro di risarcimento ad abitazione non c’è traccia, non se ne fa cenno. Indiscrezioni dicono che saranno così ripartiti: 50mila cash (chissà quando), 50mila come credito di imposta (a carico dei terremotati), e altri 50mila come mutuo agevolato (che pagheranno i terremotati). I soldi cash stanziati per i primi due anni (2009 e 2010) superano di poco il miliardo. Se si tolgono quelli spesi per la prima emergenza, rimangono 700 milioni di euro, appena sufficienti per le costruzioni temporanee. Il totale degli stanziamenti ammonta a 5 miliardi e settecento milioni di euro circa, ma tra questi si contano anche 1 miliardo e 800 milioni destinati agli adeguamenti sismici, anche in aree lontane da quelle terremotate, quindi si sta parlando più o meno di 4 miliardi. La cui copertura finanziaria arriva – tenetevi forte – fino al 2033, vale a dire che questi soldi, se e quando arriveranno, verranno spalmati su 24 anni. (…) A farla breve, la ricostruzione delle zone terremotate poggia finanziariamente sulle sabbie mobili. L’unica certezza è che non riavremo L’Aquila, che la cortina fumogena della propaganda ha oscurato la grande truffa, che gli abruzzesi stanno cominciando ad accorgersene ora che si riprendono dallo shock, che le telecamere in Abruzzo non ci vanno più tanto spesso e che il premier non ci va più del tutto, avendo altri pensieri. Ed avendo sfruttato ogni goccia di propaganda estraibile del dolore altrui. In questo sì, efficientissimo».

AVVENIRE – Ricorda il mesiversario de terremoto con un editoriale a firma di Claudio Tracanna: “Ricominciare facendo tesoro della tragedia” e nelle pagine 6 e 7 c’è un reportage, in parte sulla rinascita, in parte sulle “tragedie evitate” (“palazzine anni Sessanta. «Ma hanno retto bene»”) ossia sulle strutture nel Parco del Sole, nel centro del capoluogo aquilano, che hanno retto benissimo, manco una scheggia, pur essendo state costruite quando non esistevano norme antisimiche. L’imprenditore edile Franco Setta aveva una vera e propria fobia del terremoto che ha abbondato n calcestruzzo e ferri: «Mi ripeteva sempre che poteva vivere solo in questi palazzi per quanto erano resistenti», racconta la vedova Setta. Il pezzo racconta nel dettaglio i particolari costruttivi che hanno permesso a 36 famiglie di uscire illese dal sisma. A pagina 7 si racconta l’Abruzzo che riparte e tutti i piccoli segnali di ripresa, con una nota a margine sui dubbi sollevati dal Pd relativamente all’entità delle risorse messe a disposizione dal governo per la ricostruzione, «molto inferiori a quelle promesse».

GIOVANI
LA REPUBBLICA – Giorgia Meloni, ministro della Gioventù, lancia le vacanze in caserma per i giovani tra i 16 e i 22 anni. Una settimana di campo estivo per 1.340 ragazzi, graduatorie in base al merito scolastico, per vivere l’educazione civica. Tre gli scenari possibili: i Vigili del Fuoso, la Guardia Costiera, la Marina Militare. L’iniziativa si chiama “Campo giovani 09” e – dice la Meloni – è a costo zero. Critica invece la Melandri, predecessore della Meloni: «Non è compito del Governo pagare le vacanze ai ragazzi, Questo Governo ha tagliato i fondi del servizio civile nazionale e internazionale, non aiuta l’Erasmus». Anche Pina Piperno, giovane deputata Pd, sottolinea la mancanza del volontariato sociale in questo esperimento, che sa invece solo di disciplina, ordine, militarismo.

UNESCO
IL GIORNALE –  pubblica l’inchiesta svolta da The Indipendent “Tutti i disastri  di chi deve tutelare i tesori del mondo”. Metà dei fondi  sono usati per tenere in piedi le strutture organizzative. Così per i tesori da salvare resta poco. Il direttore del World Heritage center, il veneziano Francesco Bandarin   intervistato da Rolla Scolari  si difende e dice «l’Unesco da solo non ce la fa».

BIOTESTAMENTO
LA STAMPA – “Bio-testamento, la legge fantasma” è il titolo di un pezzo che rileva l’insabbiamento della legge “presentata sull’onda della commozione per il caso englaro”. Scrive Antonella Rampino: «Alla Camera c’è un vasto e trasversale Partito dei Moderati. Che, se si ascolta Benedetto Dalla Vedova, è capeggiato addirittura, in materia, da Silvio Berlusconi. La legge era nata nel furore del caso Eluana Englaro, con l’opinione pubblica sotto forte ondata emotiva, «e Berlusconi ha sempre la tentazione di cavalcarle, le ondate emotive» riferisce il «radicale moderato». E «il premier allora reagì a pressioni continue, convergenti e concentriche», formula con la quale Della Vedova sottintende la Chiesa, la Cei, il sottosegretario Eugenia Roccella e la famosa «banda dei quattro», ovvero gli autorevolissimi presidenti di gruppo parlamentare Cicchitto-Gasparri-Bocchino-Quagliariello. Adesso, passata la buriana, il Cavaliere sarebbe tornato sulla posizione inizialmente assunta, «il testamento biologico non è una faccenda che riguardi il governo». Della Vedova aggiunge un dettaglio significativo: «A me ha detto, proprio parlando del testamento biologico, che nel Pdl devono convivere posizioni diverse, perché è il nostro elettorato ad avere posizioni diverse».

GEORGIA
AVVENIRE – “Georgia, golpe fallito. Mosca sotto accusa” è l’apertura di AVVENIRE ripresa nel primo piano a pag 5 “Sventato golpe, la Georgia accusa Mosca”. Ieri pomeriggio, ministro dell’interno georgiano, Vano Merabishvili ha annunciato un tentativo di colpo di Stato sventato. Nel mirino, il presidente Mikheil Saakashvili. La convinzione è che dietro ci siano i servizi segreti russi. Immediata la risposta stizzita di Mosca, che definisce l’accusa «un delirio» e per protesta cancella la sua partecipazione al consiglio Nato-Russia  in agenda a Bruxelles per il 18 e 19 maggio.

PAPA
AVVENIRE – “«Il Papa in Terra Santa benedizione per tutti»”. Cristiani, musulmani, ebrei. Alla vigilia della visita di Benedetto XVI dell’8 maggio, parla il patriarca latino di Gerusalemme. Intervista a Fouad Twal. Il Santo Padre «andrà a Yad Vashem e si recherà al campo profughi palestinesi di Aida. Ricorderà le ferite del passato e quelle del presente che devono ancora essere guarite.

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