Formazione

Rivoluzione in un ipermercato. Se la lattuga diventa Last Minute

Un docente della facoltà di agraria di Bologna ha dato impulso a uno straordinario progetto. E i suoi studenti lo hanno messo in pratica.

di Benedetta Verrini

E’ iniziato tutto con una visita al ?dietro le quinte? di un ipermercato. Insalate con qualche foglia giallina. Retine di arance con un solo pezzo un po? ammaccato. Casse di latticini vicini alla scadenza. “Sono un economista agrario, conoscevo bene la questione delle eccedenze a livello di Unione Europea. Ma non avevo mai pensato che tutto questo accadeva anche intorno a noi, ogni giorno: parliamo di 170 tonnellate all?anno di alimenti scartati in ogni ipermercato”. Davvero troppo per non cercare una soluzione. E così il professor Andrea Segré, docente di Politiche di sviluppo agricolo e rurale all?Università di Bologna, è diventato l?anima di un progetto rivoluzionario: il Last Minute Market. Dal campus alla onlus Partito nel 1998 con uno studio approfondito del problema, un paziente lavoro di ricerca e un gruppo di studenti in tesi pronti ad ?impegnarsi?, Segré ha finito per costruire un modello estremamente vantaggioso in termini economici, ambientali e sociali. La tentazione di passare dalla teoria alla pratica è stata poi così forte che nel 2001 Last Minute Market è diventata una onlus, costituita da sette ex studenti ormai laureati. Dallo scorso gennaio, ormai, l?ente è operativo nel bolognese e distribuisce tonnellate di eccedenze alimentari “fresche” (cioè carne, pane, pasta, latticini, verdure, frutta). Dall?Ipercoop di Villanova di Castenaso (della catena Coop Adriatica) le eccedenze vengono distribuite a sette associazioni della zona, e finiscono entro mezzogiono sulla tavola di 150 persone in stato di bisogno. “La chiave di volta del progetto è che gli invenduti devono essere consumati nel luogo in cui si formano, per ridurre i problemi legati al trasporto su grandi distanze e garantire la freschezza degli alimenti”, spiega il professor Segré. Per questo sono state individuate associazioni vicinissime alla sede dell?ipermercato (più o meno nel raggio di un chilometro), e selezionate sulla base di parametri molto rigidi (come la presenza di una mensa e di celle frigorifere). “E poi, abbiamo costruito un manuale di autocontrollo della procedura, concordato con la Ausl di Bologna”, aggiunge il professore, sottolineando che la definizione dei protocolli di sicurezza sulla selezione e la distribuzione degli alimenti ha richiesto un anno e mezzo di lavoro e ben due tesi di laurea. “Ad esempio, se uno yogurt è stato messo in un carrello e poi alla cassa il consumatore ha deciso di non acquistarlo più, quel prodotto non potrà più essere destinato al recupero, perché si è interrotta la catena del freddo” spiega Segré. All?ipercoop di Villanova, ogni mattina una persona dell?associazione va a controllare le operazioni di “smistamento”, selezionando cosa si può tenere e cosa, non potendo essere destinato all?alimentazione umana, può essere eventualmente distribuito ad associazioni che si occupano di animali abbandonati. La catena del triplo dono E la responsabilità sugli alimenti, chi se la prende? “In questo meccanismo si perfeziona un triplo dono, in cui ciascuno si assume la sua responsabilità”, spiega Segré. “Last Minute Market onlus si impegna con l?ipermercato a non rimettere la merce sul mercato e si assume la responsabilità sul controllo degli alimenti; l?associazione che ritira i prodotti s?impegna a usarli correttamente e a donarli ai beneficiari”. Il tutto si svolge in un?ottica di sviluppo economico (le eccedenze hanno un costo di smaltimento e il loro valore rappresenta comunque, in media, l?1,5% del fatturato di un ipermercato), ambientale (gli scarti recuperati non finiscono all?inceneritore), sociale. “Dopo il primo approccio, il rapporto con l?ipermercato si è sviluppato in termini estremamente positivi”, spiega Luca Falasconi, ex studente e ora presidente di Last Minute Market. “D?altra parte, per l?azienda c?è un risparmio economico e un enorme ritorno d?immagine”. Al punto che dal prossimo autunno la distribuzione potrebbe partire anche in altre sedi di Coop Adriatica. Con la novità della legge del Buon Samaritano, che apre il “panorama” delle eccedenze anche al reparto gastronomia. “Siamo in attesa di capire come verrà recepita, a livello operativo, dalle Ausl”, spiega Falasconi. “Anche se la legge permette di bypassare i controlli igienici e sanitari, per noi si apre un nuovo filone di ricerca, volto a garantire la piena sicurezza dei consumatori finali”. Info: Tutto sul progetto Last Minute Market: A. Segré, L. Falasconi Abbondanza e scarsità nelle economie sviluppate, FrancoAngeli, Milano, 2002 Last Minute Market


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