Famiglia
Rivoluzione di Francesco: Giubileo, indulgenza nelle carceri e per le donne che hanno abortito
Durante il prossimo Giubileo, tutti sacerdoti, compresi quelli della fraternità fondata da Marcel Levevre, potranno assolvere dal peccato di aborto. In una lettera indirizzata a Monsignor Fisichella, Papa Francesco dispone che l'indulgenza giubilare venga concessa in tutte le cappelle delle carceri: "la porta della cella sarà come la Porta Santa". E' una rivoluzione
di Marco Dotti
Nella primavera scorsa, nella bolla di indizione del Giubileo, la Misericordiae Vultus, Papa Francesco aveva ricordato che "il perdono di Dio non conosce confini". Ma subito aggiungeva il richiamo alla
necessità che il perdono sia esteso fino alle estreme conseguenze a cui giunge l’amore di Dio. Viviamo intensamente il Giubileo chiedendo al Padre il perdono dei peccati e l’estensione della sua indulgenza misericordiosa.
Tanto era bastato per far pensare che un mandato speciale di assolvere dal peccato grave dell'aborto sarebbe stato confidato alle mani dei Missionari della Misericordia, gli inviati i che papa Francesco invierà in tutte le diocesi in occasione dell'Anno santo straordinario dedicato alla Misericordia.
"I missionari della misericordia – aveva spiegato il presidente del Pontificio consiglio per la nuova evangelizzazione, Monsignor Rino Fisichella, arcivescovo incaricato di preparere il Giubileo – sono sacerdoti inviati dal Santo Padre all'inizio della Quaresima. Il Papa li invierà come segno concreto di come un sacerdote deve essere, un uomo di perdono, di vicinanza a tutti», tra le loro «facoltà», ci sarà quella di assolvere in confessione dall'aborto".
Questo sapevamo fino a ieri. Oggi, però, le cose sono cambiate.
Il perdono, fondamento della misericordia, potrà essere accordato non solo a Roma e nelle sue chiese o nei santuari e nelle chiese delle varie diocesi.
Il perdono giubilare – la cosiddetta indulgenza – potrà essere ottenuta anche nelle cappelle di tutte le carceri del mondo.
Uno dei più grandi e gravi problemi del nostro tempo, scrive il Papa, è da rinvenire nel
modificato rapporto con la vita. Una mentalità molto diffusa ha ormai fatto perdere la dovuta sensibilità personale e sociale verso l’accoglienza di una nuova vita. Il dramma dell’aborto è vissuto da alcuni con una consapevolezza superficiale, quasi non rendendosi conto del gravissimo male che un simile atto comporta.
Altri, prosegue Papa Francesco, "pur vivendo questo momento come una sconfitta, ritengono di non avere altra strada da percorrere. Penso, in modo particolare, a tutte le donne che hanno fatto ricorso all’aborto. Conosco bene i condizionamenti che le hanno portate a questa decisione. So che è un dramma esistenziale e morale. Ho incontrato tante donne che portavano nel loro cuore la cicatrice per questa scelta sofferta e dolorosa. Ciò che è avvenuto è profondamente ingiusto; eppure, solo il comprenderlo nella sua verità può consentire di non perdere la speranza. Il perdono di Dio a chiunque è pentito non può essere negato, soprattutto quando con cuore sincero si accosta al sacramento della confessione per ottenere la riconciliazione con il Padre".
Anche per questo motivo, afferma il Papa, "nonostante qualsiasi cosa in contrario, di concedere a tutti i sacerdoti per l’Anno Giubilare la facoltà di assolvere dal peccato di aborto quanti lo hanno procurato e pentiti di cuore ne chiedono il perdono".
Ricordiamo che l'aborto, definito “delitto abominevole” dalla Gaudium et spes, preoccupa la Chiesa anche sul versante della sua "tacita“ accettazione come "rimedio". Nell'Evangelium Vitae leggiamo infatti che "'accettazione dell'aborto nella mentalità, nel costume e nella stessa legge è segno eloquente di una pericolosissima crisi del senso morale, che diventa sempre più incapace di distinguere tra il bene e il male, persino quando è in gioco il diritto fondamentale alla vita” .
Nella confusione imperante, distinguere bene e male, diritto da delitto, sembra essere uno dei punti chiave per il riavvicinamento alla vita sacramentale.
Infine, il Papa esorta i religiosi:
I sacerdoti si preparino a questo grande compito sapendo coniugare parole di genuina accoglienza con una riflessione che aiuti a comprendere il peccato commesso, e indicare un percorso di conversione autentica per giungere a cogliere il vero e generoso perdono del Padre che tutto rinnova con la sua presenza.
Ai carcerati, il Papa auspica "giunga concretamente la misericordia del Padre che vuole stare vicino a chi ha più bisogno del suo perdono".
Nelle cappelle delle carceri di tutto il mondo, detenute e detenuti potranno ottenere l’indulgenza e, scrive il Papa, ribandendo quanto scritto nella bolla dell'aprile scorso (estendere il perdono fino alle estreme conseguenze cui giungono misericordia e amore di Dio)
ogni volta che passeranno per la porta della loro cella, rivolgendo il pensiero e la preghiera al Padre, possa questo gesto significare per loro il passaggio della Porta Santa, perché la misericordia di Dio, capace di trasformare i cuori, è anche in grado di trasformare le sbarre in esperienza di libertà.
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