Non profit

Rivoluzione allo sportello. Il resto alza la Posta

Fund raising. Il più grande progetto d’Italia. Arriva Poste solidali, una onlus che potrebbe rivoluzionare la raccolta fondi. Ed un'intervista a Corrado Passera.

di Giampaolo Cerri

Cinque milioni di euro nel primo anno di attività. Corrado Passera lascia in eredità alle Poste italiane un ambizioso progetto di solidarietà: una grande onlus che, appoggiandosi alla rete postale in Italia, si trasformi in una gigantesca organizzazione di raccolta fondi, capace appunto di drenare finanziamenti verso progetti a elevato valore sociale. Si chiama Poste solidali la creatura cui il manager in procinto di passare a Banca Intesa ha lavorato negli ultimi 2 anni della sua permanenza ai vertici dell?ente. Mentre pensava a risanare la gestione, riorganizzare i servizi, rendere economicamente produttiva la vecchia amministrazione postale, l?a.d. comparso sulla ribalta finanziaria italiana con la Olivetti di De Benedetti, cullava un sogno personalissimo: fare di 14mila uffici postali una formidabile rete di raccolta per la solidarietà italiana. Attesi in ufficio Un?operazione che sembra avere molte frecce al suo arco. A cominciare dal milione di euro in strutture e servizi messo a disposizione ogni anno da Poste italiane. E poi da un dato storico: il 47% delle donazioni avviene allo sportello postale, per gli italiani il luogo deputato al sostegno economico di iniziative sociali. Qui entrano in campo Poste solidali che, attraverso una campagna di comunicazione (all?interno degli uffici e non solo), raggiungono i milioni di italiani che quotidianamente usano le Poste per trasferire danaro, effettuare pagamenti, inviare corrispondenza. Poste solidali, per rendere più trasparente il meccanismo, si occuperà solo di raccogliere il danaro. La scelta dei progetti da finanziare sarà infatti realizzata da un Comitato di garanti guidato da un presidente emerito della Corte costituzionale, Cesare Mirabelli, e composto da alcuni protagonisti del non profit italiano. Ne fanno parte Edoardo Patriarca, portavoce del Forum del Terzo settore; Ilaria Borletti, presidente del Summit della solidarietà; don Giuseppe Pasini, presidente della Fondazione Zancan; Fabio Salviato, presidente di Banca popolare etica; Renato Ugo, presidente dell?Associazione italiana per la ricerca industriale; Pietro Soggiu, presidente della Commissione governativa per le Politiche antidroga; Riccardo Bonacina, direttore editoriale di Vita. A loro spetta la definizione dei criteri di selezione. Il meccanismo è semplice: le associazioni presentano (ogni 6 mesi) i progetti nell?area sanitaria, di assistenza, della ricerca scientifica, della cooperazione internazionale e della conservazione ambientale. I garanti li valutano, l?audit di Poste solidali ne esamina la fattibilità, la funzione di comunicazione li propone alla clientela delle Poste per la raccolta (2 per semestre). Va da sé che quando sono presi in esame progetti di aderenti a Forum e Summit, Patriarca e la Borletti si astengono. Condizione fondamentale per essere ammessi al finanziamento è l?avere bilanci certificati da terzi (società o collegi di revisione) e avere un?attività documentabile di almeno un triennio. Esclusi: cooperative (salvo le sociali), persone fisiche, enti profit, realtà politiche o sindacali, di rappresentanza di categoria o religiosa, amministrazioni pubbliche o fondazioni bancarie. Poste solidali finanzierà, con un sostegno previsto fra 50mila e 500mila euro, quei progetti che siano realizzabili in 18-24 mesi. Raccolta innovativa Anche il fund raising presenta un notevole tasso di innovazione. A partire dal 13 maggio, nascerà infatti il ?resto solidale?, ovvero la possibilità di devolvere ai progetti la differenza di un pagamento di servizi di bancoposta fino a un massimo di 5 euro. A chi lascia un resto di almeno 1,5 euro verrà regalato il mensile Dai, magazine dedicato all?informazione su Poste solidali e alle più generali tematiche sociali, realizzato in collaborazione con Vita e diffuso in 400mila copie. Ma non basta. A un resto di almeno 1 euro, verrà donata una scheda informativa su uno dei 190 Paesi dell?Onu, che darà diritto al sorteggio di un premio (50-500mila euro) diviso in parti uguali fra il vincitore e il progetto da lui scelto. Con il partner tecnologico Omnitel-Vodafone è stato invece realizzato il ?messaggio di sms solidale?: inviando uno script message gratuito al numero 4333251, ogni abbonato potrà devolvere un euro a uno dei progetti prescelti. La somma sarà detratta dalla card o addebitata in bolletta. Per le donazioni oltre i 5 euro, saranno invece predisposti bollettini di conto corrente, al costo di 77 centesimi. Quattro per cominciare I quattro progetti iniziali, scelti dal comitato garanti di Poste solidali, riguardano il centro diurno Scarp de? Tennis della Caritas ambrosiana, un programma di microcredito in Guatemala gestito dal Consorzio Etimos di Padova, un intervento di Medici senza frontiere fra i profughi dell?Afghanistan del Nord e l?azione di recupero socio-ambientale svolta a Riace (Rc) dall?Associazione Città futura. La comunicazione, sostenuta da numerosi partner editoriali, è già pronta e comincerà con la consegna di un dépliant illustrativo nella cassetta delle lettere di 18 milioni di famiglie italiane. La più grande operazione di fund raising della storia del sociale italiano cammina con le gambe di oltre 50mila portalettere. Passera: è moderna solidarietà Corrado Passera ha un piede in Banca Intesa, ma per Poste solidali un po? di tempo lo trova volentieri. Vita: Perché un gruppo come Poste Italiane decide di investire energie e denaro su un progetto di solidarietà di questa portata? Corrado Passera: Poste Italiane investe solo in parte denaro, ma soprattutto fornisce servizi e mette a disposizione le sue strutture, prima fra tutte la rete dei 14mila uffici postali. Poste Italiane è una grande azienda da sempre al servizio del Paese; negli ultimi anni ha messo in ordine i suoi conti e ha portato i suoi prodotti e servizi su standard di qualità europei, per contribuire alla crescita e alla modernizzazione del ?sistema Italia?. Anche un progetto moderno di solidarietà come Poste Solidali è un modo per contribuire alla crescita del Paese. Vita: Si tratta di un progetto che si avvale della partnership delle più grandi organizzazioni di Terzo settore. È stato facile coinvolgerli e convincerli? E che impressione ha ricavato da questo mondo? Passera: Si tratta di un mondo straordinariamente complesso e interessante. C?è stata fin dall?inizio la massima collaborazione con tutto il mondo della solidarietà, e alla fine credo che il progetto risponda alle esigenze manifestate da tutte le associazioni presenti al tavolo. Devo ringraziare in modo particolare il Forum del Terzo settore, il Summit della solidarietà, la Banca etica e Vita che ha accompagnato l?intero progetto dal primo momento. Vita: Poste Solidali scommettono su un meccanismo virtuoso: la raccolta non ?distrarrà? fondi ma ne raccoglierà di nuovi. Su cosa si basa questa valutazione? Passera: È proprio questa la scommessa che è alla base del progetto: aumentare significativamente le risorse complessive a favore della solidarietà. Contiamo di riuscirci, mettendo in campo la ?rete di reti? di Poste Italiane e utilizzando nuovi strumenti per la raccolta e per la comunicazione del progetto che ci sono dati da partner come Omnitel e come Mondadori, Corriere della sera, Gazzetta dello Sport, Il Sole 24 ore, Gazzetta del Sud, Gazzetta del Mezzogiorno, La Sicilia e le testate Finegil. Vita: Con quale speranza lascia il progetto? Passera: Che il Terzo settore nel nostro Paese cresca velocemente e contribuisca a rafforzare quel bene prezioso che è la coesione sociale.


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