Mondo

Rivolta Uzbekistan: filtrano poche e drammatiche notizie

I militari avrebbero chiuso l'accesso ad un'altra citta', Kara-suu, divisa in due dal confine con il Kirghizitan

di Gabriella Meroni

Continuano ad essere assai scarse e frammentarie le notizie che arrivano dall’Uzbekistan: il notiziario on-line della BBC riferisce che le truppe governative hanno chiuso l’accesso ad un’altra citta’, Kara-suu, divisa in due dal confine con il Kirghizitan. C’e’ stata una rivolta popolare sabato scorso a Kara-suu, quando sono filtrate le notizie degli eventi avvenuti nella vicina Andizhan. Un gruppo di residenti di Kara-suu si sono recati dal sindaco chiedendo la riapertura del posto di frontiera con il Kirghizistan, e al suo rifiuto, l’hanno picchiato. Poi una folla inferocita ha dato fuoco alla caserma dei paramilitari, della polizia stradale e agli uffici degli ispettori doganali – cioe’ le tre sedi piu’ importanti del governo centrale. Poco dopo la gente si e’ messa al lavoro per ricostruire due ponti sul fiume che divide la citta’ in modo da consentire i collegamenti tra la parte uzbeca e quella kirghiza. I ponti erano stati distrutti due anni fa con il pretesto di bloccare il contrabbando. Le autorita’ kirghize hanno intanto rafforzato la sorveglianza lungo tutto il confine. La rivolta a Kara-suu, secondo il corrispondente della BBC, sembra non avere alcuna connessione con l’estremismo islamico filo-taleban che il presidente uzbeko Islam Karimov ha denunciato per la violenza scoppiata a Andizhan, dove fonti mediche locali e organizzazioni non governative segnalano diverse centinaia di morti (fino a 500) e la fuga di centinaia di civili, tra i 500 e i 900 secondo fonti diverse. Oggi la situazione a Andizhan appare tranquilla anche se tesa: le strade del centro sono pattugliate da soldati e mezzi blindati, compresi carrarmati, ma la tensione potrebbe tornare a salire perche’ si teme che il blocco della citta’ possa creare una scarsita’ di cibo. Nella notte si sono uditi sporadici colpi di arma da fuoco. Saidzhakhon Zainabitdinov, esponente di spicco dell’organizzazione per i diritti umani uzbeka, in un’intervista all’agenzia Reuters ha confermato che i morti a Andizhan potrebbero essere stati 500 e ha affermato di temere un’ondata di arresti. La procura di Tashkent ha fatto sapere di aver aperto un’inchiesta su “le uccisioni e l’organizzazione di disordini di massa” a Andizhan.


Qualsiasi donazione, piccola o grande, è
fondamentale per supportare il lavoro di VITA