Leggi e norme

Rivedere la legge sulle adozioni? Sì, ma senza creare false aspettative

Quindici deputati di Fratelli d'Italia hanno presentato una proposta di legge che interviene sulle regole dell'adozione. Le coppie potranno essere più vecchie e sposate o conviventi da solo due anni. Tempi brevi e certi sono un cardine della proposta. Previste ispezioni a sorpresa nelle comunità per minori. «Un cambiamento serve, ma si deve partire da una narrazione realistica di ciò che è oggi l’adozione», commenta Daniela Russo del Ciai

di Sara De Carli

Presentata il 26 giugno 2023, è stata ora assegnata all’esame della II Commissione Giustizia la nuova proposta di legge di Fratelli d’Italia per ripensare le adozioni in Italia. La proposta (AC 1248) porta le firme di Paolo Trancassini, Enzo Amich, Chiara Colosimo, Salvatore Deidda, Grazia Di Maggio, Carmen Giorgianni, Sara Kelany, Elisabetta Lancellotta, Eliana Longi, Umberto Maerna Novo, Alessandro Palombi Maro Perissa, Fabio Roscani, Andrea Volpi e Riccardo Zucconi. Il titolo esplicita l’obiettivo: “Modifiche al titolo II della legge 4 maggio 1983, n. 184, per la semplificazione e l’accelerazione delle procedure di adozione dei minori”. Due articoli che mirano – si legge nella relazione introduttiva – «alla maggior tutela del minore in stato di adottabilità, al fine di consentirgli maggiori e più certe garanzie di essere inserito in un ambiente che, seppur diverso da quello naturale, risponda alle preminenti esigenze di ricevere l’educazione, le cure, l’assistenza morale e materiale necessarie alla piena realizzazione della sua personalità».

Obiettivo che secondo la proposta di legge si raggiunge con due “parole magiche”: «semplificare e accelerare le procedure per l’adozione, che oggi rappresentano, con la farraginosità e i tempi dilatati e incerti che ne contraddistinguono gli attuali meccanismi, l’ostacolo principale e più sconfortante per le famiglie desiderose di adottare un bambino».

Quindi «tempi ridotti e certi» da un lato e dall’altro un intervento sui requisiti dei coniugi che intendono adottare: scende da tre a due anni la durata del matrimonio o del periodo di convivenza stabile prima del matrimonio per chi vuole adottare e viene innalzata da 45 a 50 anni la differenza di età tra gli adottanti e l’adottando. Rispetto alle comunità che accolgono minori fuori famiglia, esse ogni sei mesi dovranno improrogabilmente fornire dati precisi sui minori che accolgono (il tema di avere dati recenti, completi, omogenei effettivamente è sempre un problema), mentre si prevede che il procuratore della Repubblica presso il tribunale dei minorenni possa procedere a ispezioni straordinarie, in qualsiasi momento, anche senza preavviso.

Il commento  

«Nella ricerca di possibilità di rilancio dell’adozione nel nostro Paese, Ciai ritiene indispensabile partire dal principio del maggiore interesse per i bambini e le bambine, ai quali va garantito il diritto ad una famiglia. Ben vengano quindi le proposte di modifica della legge, laddove intervengano sui nodi “burocratici”, sulla trasparenza delle procedure e sulla tempestività delle decisioni che i Servizi Sociali e i Tribunali per i Minorenni devono mettere in atto per la definizione dello stato di adottabilità di quei minori che per anni vivono in istituto o affidamento senza poter avere una famiglia stabile», commenta Daniela Russo, responsabile adozioni di Ciai. «Va però detto che ad una modifica di legge dovrà necessariamente affiancarsi la volontà di maggiori investimenti all’interno del sistema adozioni, in termini di risorse e competenze, condizione che è venuta a mancare da lungo tempo e che invece riteniamo indispensabile per attuare i cambiamenti auspicati».

Nel modificare la legge, per il Ciai, «si deve partire da una narrazione realistica di ciò che è oggi l’adozione, considerando le trasformazioni sociali e culturali del nostro tempo, le caratteristiche delle famiglie e dei bambini segnalati per l’adozione. In tal senso, la proposta di innalzamento della differenza di età massima da 45 a 50 anni tra il bambino e gli adottanti non ci sembra coincidere con un reale bisogno: al contrario crediamo che tale ampliamento possa innescare aspettative nelle famiglie – poter adottare bambini più piccoli – a fronte di una realtà che vede oggi, almeno per l’adozione internazionale, bambini sempre più grandi».

La proposta di innalzamento della differenza di età massima da 45 a 50 anni tra il bambino e gli adottanti non coincide con un reale bisogno: al contrario può innescare nelle famiglie l’aspettativa di poter adottare bambini più piccoli, a fronte di una realtà che vede oggi bambini sempre più grandi

Daniela Russo, responsabile adozioni Ciai

Nel mondo dell’adozione internazionale molti enti hanno da tempo avviato riflessioni per proposte di rilancio. «Ola, il coordinamento degli enti autorizzati di cui Ciai fa parte, ha elaborato un documento già sottoposto alla Commissione Adozioni Internazionali, proprio per individuare possibili strade concrete da percorrere», conclude Russo. «Auspichiamo che ci sarà un confronto con tutti gli interlocutori che operano nel settore, lo sentiamo necessario».

Foto di Guillaume de Germain su Unsplash

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