Welfare
Riuscirà il rock a far ballare i potenti?
Dai Prodigy a Robbie Williams, dagli Eurythmics a Lou Reed: mai nessuna campagna aveva mobilitato tanti grandi nomi della musica.
Per gli appassionati di musica punk, «Abbatti il debito» è il tatuaggio che Keith Flint, voce di punta e contornata di piercing dei Prodigy, si è fatto fare sulla schiena e ha mostrato in diretta televisiva ai Music British Award del 1999. Per D?Alema, invece, il rap che Jovanotti gli ha dedicato al festival di San Remo e il cantante senegalese Youssou N?Dour ha tradotto in francese per Chirac. E se le guardie svizzere del Vaticano ricordano ancora quando «Abbatti il debito» Bono Vox, Bob Geldof, Quincy Jones e Willie Colom sono andati a dirlo direttamente al Papa, nelle strade di Roma lo stesso slogan ha i toni e ritmi hip hop di «Epicentro Romano»: Cd inciso da 16 giovani gruppi della capitale in vendita dal prossimo 12 maggio con una scheda di informazioni e la petizione per la cancellazione del debito dei Paesi poveri preparata con Sdebitarsi.
Che il messaggio arrivi in versione rap, rock, hip hop, punk, pop o remix, tuttavia, il contenuto non cambia: nel 2000 bisogna cancellare il debito dei Paesi poveri. “E se ad informare i cittadini devono essere un gruppo di semplici cantanti”, ha dichiarato lo scorso mese di giugno al G7 di Colonia il leader degli U2 Bono Vox, “vuol dire che attivarsi perché i governi facciano qualcosa è diventato veramente urgente”.
Il mito del Senegal
Una promessa presa di fronte al mondo intero che a Bono è valso il titolo di ?uomo dell?anno? e di capofila di un esercito di cantanti diversissimi tra loro che, tuttavia, combatte insieme contro il debito armato di musica e parole. Ma anche usando «il microfono e la televisione», ha spiegato dal palcoscenico dell?Ariston Jovanotti, «per chiedere di dare un segno profondo alla questione del debito estero di molti Paesi del Sud del mondo». I risultati? Giusto qualche segno, purtroppo. Come quello che, il giorno dopo il rap e gli appelli sanremesi di Antonello Venditti, Fiorella Mannoia, 883, Gianna Nannini e Giorgia, Massimo D?Alema ha dato ricevendo Jovanotti e i responsabili della campagna contro il debito. Ma nessun gesto concreto, in Italia come nel resto del mondo.
«Un atteggiamento assurdo che al mio Paese e al resto dell?Africa costa molto più di quello che si crede: ogni uomo, donna e bambino senegalese oggi deve ai Paesi ricchi 2.680 franchi. Tutto denaro sottratto all?istruzione, educazione e popolazione africana», canta in inglese, francese, fulani, serere e nel natio dialetto wolof il senegalese Youssou N?Dour. Una delle voci più importanti e più belle dell?Africa che, nonostante i risultati non proprio incoraggianti della campagna contro il debito, non molla. E il primo maggio, a Roma, dedicherà l?annuale concerto del giorno dei lavoratori proprio all?abbattimento del debito estero dei Paesi poveri insieme agli Eurythmics, Noa e Lou Reed.
Quel secchio d?acqua gelata
Cantanti molto diversi tra loro ma consci del potere della musica che, ha spiegato al vertice di Colonia Bob Geldof: «A differenza di comunicati stampa e slogan elettorali non ha confini e scorre come un fiume tra i popoli e le classi sociali».
Prova ne sia che, a cantare contro il debito, sono trendy re del pop come Robbie Williams e David Bowie ma anche una band anarchica come i Chumbawamba che ai Music British Awards del 1998 scelse di tirare un secchio d?acqua gelata in faccia a un rappresentate del governo seduto in platea per protestare contro il suo modo di gestire il Paese.
Un ?essere contro? estremo che tuttavia non impedisce a questa band di appoggiare la stessa campagna di Bono Vox. Forse più ?disciplinato? ma non meno arrabbiato con i governi dei Paesi industrializzati e i loro annunci per l?abbattimento del debito senza effetto ed applicazione immediata. Ne sanno qualcosa Lionel Jospin e Jacques Chirac, che in diretta televisiva si sono sentiti gridare dal leader degli U2: «Libertà, Uguaglianza e Fraternità. Non siete stati voi a inventare la democrazia? E allora cosa aspettate a metterla in pratica condonando il debito?».
Proteste molto diverse da quelle dei primi cantautori della canzone civile come Bob Dylan , Joan Baez e John Lennon e dei loro successori come Bruce Springsteen e Peter Gabriel che negli anni Ottanta hanno animato i palcoscenici dei primi Live Aid per Amnesty International. Ma i tempi sono cambiati: insieme a diritti umani e inquinamento oggi bisogna combattere la globalizzazione. E su Seattle, Washington e i G8 del mondo per chiedere l?abbattimento del debito estero gli attivisti marciano al ritmo dei Rage Against the Machine. La band americana più ?contro?, socialmente scomoda, anarchica, cattiva e antiglobalizzazione del momento.
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