Welfare

Ritorniamo a quarant’anni anni fa

Intervista a Luciano Gallino, sociologo a Torino

di Francesco Maggio

Ha lasciato da poco l?insegnamento per raggiunti limiti di età, ma l?Università di Torino ha deciso di conferirgli il titolo di professore emerito di sociologia. E in effetti, Luciano Gallino, continua ad essere un punto di riferimento indiscusso per chiunque voglia affrontare i temi del lavoro con serietà, entrando nel merito delle questioni senza ricorrere a facili ?scorciatoie? culturali. Per questo si dichiara ancora poco convinto del fatto che questo gran parlare di responsabilità sociale abbia finora prodotto veri cambiamenti. «Non voglio generalizzare», afferma, «ma tranne poche eccezioni non mi sembra che le nostre aziende siano diventate tutte d?un tratto più responsabili, soprattutto per le questioni inerenti il lavoro». E&F: Eppure, mai come nei mesi scorsi gli industriali hanno parlato di urgenza di una riforma del lavoro per renderlo meno precario. Luciano Gallino: Io sto ai fatti e i fatti dicono che stiamo vivendo una sorta di paradosso: le imprese chiedono, da un lato, il prolungamento dell?età dei lavoratori per andare in pensione; dall?altro, cercano di ringiovanire il personale. Per loro è molto più facile rivolgersi a un ventenne appena uscito da un istituto tecnico piuttosto che organizzare corsi di formazione professionale per quarantenni e cinquantenni. Inoltre, non di rado, i giovani vengono assunti con contratti temporanei, a tempo determinato, e così la precarietà si diffonde. Tutto ciò per dire che questo parlare così diffuso di responsabilità sociale d?impresa in realtà non ha ancora affrontato la vera questione di fondo. E&F: Qual è? Gallino: La missione dell?impresa. Gli imprenditori di quarant?anni fa ritenevano che fare impresa significasse creare occupazione, fare investimenti, puntare sulla ricerca e, naturalmente, produrre utili. Da una decina d?anni, invece, si è affermata anche da noi l?idea di matrice anglosassone che l?unico scopo di un?impresa sia quello di creare valore per l?azionista, indipendentemente dalla qualità del lavoro cui si ricorre, dal rapporto con il territorio e la comunità. E&F: Quindi? Gallino: O si ritorna a discutere di missione aziendale, oppure parlare di responsabilità sociale d?impresa così come avviene oggi significa solo eludere sempre il cuore della materia.


Qualsiasi donazione, piccola o grande, è
fondamentale per supportare il lavoro di VITA