Politica

RITARDO PAGAMENTI. La Ue apre un’istruttoria

In seguito all'esposto del Taiis

di Maurizio Regosa

La Commissione UE ha aperto un’istruttoria per verificare se le norme e le prassi esistenti in Italia contrastino con la Direttiva europea vigente in materia di ritardi di pagamento da parte delle Pubbliche Amministrazioni.

È il primo risultato concreto raggiunto grazie all’esposto recentemente presentato a Bruxelles dalle organizzazioni aderenti al Taiis (il Tavolo Interassociativo delle Imprese di Servizi) che sarà, inoltre, in questi giorni protocollato come denuncia formale.

L’annuncio da parte dei rappresentanti della Commissione è giunto al termine dell’incontro tra una delegazione del Tavolo Interassociativo e una rappresentanza della DG Concorrenza, guidata dalla Capo Unità Liliana Brykman. Inizialmente, la Commissione UE aveva valutato le problematiche denunciate nell’esposto  di stretta competenza dei giudici italiani e non della Commissione.Le successive motivazioni e documentazioni integrative presentate dal Taiis hanno però spinto la Commissione a rivedere la propria posizione, soprattutto con riferimento alle clausole illegittime dei capitolati di appalto non rispettose delle norme comunitarie, che sono imposte unilateralmente e non sono certo condivise.

Con la decisione presa, sottolineano gli esponenti del Taiis, si riaccendono i riflettori di Bruxelles sull’Italia e lo Stato italiano sarà chiamato a chiarire l’attuale situazione e a mostrare quanto sta facendo per dare applicazione in concreto alle disposizioni europee. L’attivazione della Commissione europea rappresenta per il Taiis una delle principali modalità per avviare verso una soluzione la drammatica problematica del ritardo dei pagamenti: i tempi di attesa ormai superano abbondantemente i due anni e hanno toccato quota 839 giorni. Tanto, osservano al Taiis, che il decreto ministeriale attuativo dell’art. 9 comma 3 del decreto anticrisi, recentemente presentato, certamente non è una soluzione, visto che al più favorirà l’accesso al credito da  parte delle imprese, ma non individua strumenti per accelerare i pagamenti da parte delle Pubbliche amministrazioni.

 


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