Politica

Ritardi dei pagamenti delle Asl. Ancst Legaccop polemica con il governo

a gravissima previsione, contenuta nell'articolo 1 della legge di conversione del Un decreto legge, in materia di ripianamento del deficit della sanità, prevede esplicitamente il congelamento per be

di Redazione

?Ci auguriamo un ripensamento da parte del Governo e della sua maggioranza o che almeno ci sia, in parallelo a quello che appare un provvedimento capestro, l?apertura di un tavolo con le organizzazioni delle imprese interessate, per discutere seriamente di provvedimenti urgenti che pongano fine ad un fenomeno che può mettere in ginocchio in tempi rapidi un gran numero di imprese anche solide?. È questo il duro commento di Franco Tumino, Presidente di Ancst-Legacoop, alla previsione contenuta nella legge di conversione del decreto in materia di risanamento del deficit della sanità. ?Era già gravissimo? -sottolinea il Presidente di Ancst-Legacoop- ?che i ritardi di pagamento delle Asl nei confronti delle imprese fornitrici di servizi fossero divenuti via via più pesanti (secondo una recente ricerca dell?Associazione, i ritardi medi di pagamento delle Asl sono di 321 giorni, con un?oscillazione da un minimo di 98 ad un massimo di 839 giorni) e senza che il Governo si fosse posto il problema e avesse autonomamente pensato a correre ai ripari; ora alla grave colpa di tale disattenzione si aggiunge la gravissima previsione, contenuta nell’articolo 1 della legge di conversione del decreto legge 23/2007, in materia di ripianamento del deficit della sanità, che prevede esplicitamente il congelamento per ben 12 mesi delle azioni esecutive da parte dei creditori!? Si tratta, a giudizio di Tumino, di una misura inaccettabile che, già approvata dal Senato, potrebbe ora essere definitivamente approvata alla Camera, senza neppure la possibilità di una discussione, se, come pare, il Governo metterà la fiducia sull’intero disegno di legge. ?È una misura? -prosegue il Presidente di Ancst-Legacoop- ?particolarmente grave nei confronti delle imprese di servizi, che hanno un?incidenza del costo del lavoro che va da un 50% ad un 90% del totale dei costi, a seconda delle attività, che in genere non subappaltano e che quindi hanno una assoluta rigidità nei loro costi e nei loro pagamenti?. ?Per questo suona per di più addirittura come una beffa? -conclude il Presidente di Ancst-Legacoop- ?l?ultimo capoverso della norma che sta per essere approvata, con il quale si stabilisce che in ogni caso la priorità nei pagamenti è data ai crediti privilegiati dei lavoratori dipendenti precari o stabili, così sancendo che i lavoratori delle imprese fornitrici sono lavoratori di serie B?.

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