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Rita levi montalcini: Borse piene di futuro
Fondazioni. Anche il premio Nobel in campo per il 5 per mille
Da giovane, il sogno di Rita Levi Montalcini era partire per l?Africa. A raccontarlo a Vita è la sua assistente Giuseppina Tripodi: «Voleva andare ad aiutare il dottor Albert Schweitzer (medico, filosofo, organista e filantropo scomparso nel 65), nell?ospedale che aveva fondato nel Gabon. Successe però che accettò un impegno negli Stati Uniti come ricercatrice. Doveva essere solo per tre mesi, invece ci rimase trent?anni». La Fondazione Rita Levi Montalcini ha lanciato in questi mesi la sua proposta: destinare il 5 per mille alla formazione di giovani donne africane. E la senatrice a vita e premio Nobel per la medicina ha già raccolto attorno a questa iniziativa numerose personalità del mondo della politica e della cultura. Non solo: la Levi Montalcini ha in programma una mozione in Senato sull?aiuto pubblico allo sviluppo e di stare preparando un libro sugli obiettivi del Millennio.
«Sono in molti a chiamarci in questi giorni per aderire alla proposta del 5 per mille», dice la Tripodi, membro del consiglio consiglio di amministrazione della onlus. «La professoressa ha creato la fondazione nel 93, con la mission di sostenere con borse di studio i giovani nella formazione e istruzione», racconta. «Alla fine degli anni 90, vista la necessità emergente dell?Africa, ha deciso di concentrare le attività in questo continente e a favore delle donne».
Negli ultimi cinque anni la fondazione, a cui la Levi Montalcini ha devoluto anche l?eredità ricevuta dal padre, ha assegnato oltre mille borse di studio che hanno consentito a giovani donne africane di studiare, a partire dalla scuola primaria fino all?università e alle specializzazioni post laurea. «La formazione si svolge prevalentemente in Africa» spiega la Tripodi, «in alcuni casi sono previsti stage presso università italiane, con l?impegno per le frequentanti di mettere a frutto le competenze acquisite nei propri paesi d?origine». In questi anni la scienziata ha cercato collaborazioni con colleghi di altri paesi, come quelli riuniti nell?Ibro – International brain research organisation, un?organizzazione, con sede a Parigi, di neuroscienziati di tutto il mondo che si recano nei pvs per tenere corsi e aiutare i giovani ricercatori. Ibro aiuta la fondazione a individuare giovani donne a cui destinare le borse di studio.
Le altre ?antenne? della onlus in Africa sono le ong e i missionari. Ogni proponente deve riempire un dettagliato questionario e farsi garante delle persone segnalate. Ma perché la scelta di sostenere le donne? A rispondere è la stessa Levi Montalcini: «Le donne africane hanno dimostrato alte capacità nel saper fronteggiare problemi di carattere sociale, ma solo un numero ridotto è arrivato a ricoprire posizioni preminenti nei settori sociale e politico», scrive nella lettera in cui chiede supporto con il 5 per mille. La sua convinzione è che «dopo secoli di rassegnata accettazione e ingiustizie, le nuove leve femminili potranno apportare un cambiamento radicale».
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