Fa male al cuore leggere fatti come quelli accaduti la scorsa settimana a Quarto Oggiaro. Quattro ragazzini, dei quali uno solo maggiorenne, sono entrati nell’ufficio del Preside dell’istituto Tecnico di via Amoretti e, coltello alla mano, l’hanno minacciato.
I quattro mafiosetti, scafati e ben addestrati, accusavano Preside e professori per aver sospeso dalle lezioni un loro amico. Esiste “un branco” legato ad alcune famiglie criminali che spaventa e terrorizza l’ambiente intero e non solo quello scolastico.
Purtroppo questo ultimo episodio (se poi aggiungiamo gli omicidi di stampo mafioso degli ultimi giorni, facciamo il pieno!) riporta sul quartiere la visione “malfamata” che da qualche tempo, soprattutto i mass media, godono sottolineare.
È vero che i quartieri milanesi non sono paradisi o luoghi di benessere. Lasciatemi dire che il centro di Milano con le sue scuole, i bar, le piazze e le discoteche non è molto migliore.
Però della zona nobile di Milano o si parla bene o non si parla. Al massimo si accenna. La vecchia metropoli ha sempre offerto spazi per i movimenti giovanili. Ricordo bene le droghe, le paure, le battaglie studentesche, i cortei sindacali e i pomeriggi politici infuocati in piazza Duomo degli anni ’70. Però la Milano di allora aveva le due facce ben precise. E l’aspetto culturale, positivo, impegnato era ben superiore all’altro.
Negli ultimi anni, invece, la situazione è degenerata. La Milano da bere si è trasformata in una Milano sporca, distratta, troppo facilmente aggredibile da forze equivoche. Dobbiamo rimetterci insieme. Creiamo una rete intelligente, preventiva, ben coordinata (e non solo di forze dell’ordine) perché ogni giorno che passa serve solo all’allargamento e all’appesantimento del fenomeno.
La giovanissimi età dei bulletti che infestano il territorio, permette loro di agire ben protetti e non preoccupati di conseguenze penalizzanti. La paura non deve vincere e soprattutto non deve vincere l’omertà, il vandalismo e la criminalità organizzata.
In Quarto Oggiaro esistono associazioni e realtà ben organizzate. Potrebbero inventare vie alternative e proposte interessanti. Facciamolo in fretta!!!
Cosa fa VITA?
Da 30 anni VITA è la testata di riferimento dell’innovazione sociale, dell’attivismo civico e del Terzo settore. Siamo un’impresa sociale senza scopo di lucro: raccontiamo storie, promuoviamo campagne, interpelliamo le imprese, la politica e le istituzioni per promuovere i valori dell’interesse generale e del bene comune. Se riusciamo a farlo è grazie a chi decide di sostenerci.