Welfare

Risorse, regole e tempi certi

La ricetta di Diana Bracco per rispondere alla nuova sfida di “Europa 2020”

di Redazione

Per rispondere alla nuova sfida di “Europa 2020” nel settore della ricerca servono risorse, tempi certi e regole chiare. Ne è convinta il vicepresidente di Confindustria per i progetti speciali ricerca e innovazione Diana Bracco. «In Italia», afferma in una intervista al Sole 24 Ore, «c’è un’assoluta necessità di fare rete. Dobbiamo partire dai progetti e fare massa critica». «Al bando per la ricerca industriale del Miur che sposava l’approccio Sud-Nord, hanno partecipato 1.700 imprese e 200 centri di ricerca per 533 progetti di qualità. È importante assicurare ora tempi rapidi per poter arrivare a firmare i contratti e far partire i progetti». Per Bracco l’approvazione del programma nazionale per la ricerca rappresenta «un risultato importante, ma», sottolinea, «ora è indispensabile integrarlo con tempi precisi e soprattutto assicurare risorse anche per le attività di ricerca industriale realizzate nel Centro-Nord». Bracco sottolinea poi che nell’ultima revisione del Programma nazionale delle riforme «sono scomparsi 500 milioni all’anno previsti per il finanziamento delle attività di ricerca industriale. Se non saranno ripristinati, il Pnr rimarrà un altro libro dei sogni».
Il vice presidente di Confindustria difende poi il credito d’imposta per la ricerca e l’innovazione. «Conti pubblici e congiuntura», spiega «richiedono cautela, ma il credito d’imposta sulla ricerca non va considerato un costo, bensì una leva per far crescere gli investimenti. Per riuscirci», precisa, «deve divetare strutturale e certo. Deve riguardare sia gli investimenti intra muros sia le commesse di ricerca». Altro elemento essenziale è il fattore tempo. «Non possiamo», spiega, «aspettare più di un anno per la valutazione dei progetti o anni per il contratto e l’erogazione dei fondi». Infine i programmi europei di “Europa 2020”, visti come una grande opportunità di sviluppo. «I programmi europei», sottolinea, «non devono essere visti solo come una possibilità di finanziamento ma come una modalità strategica per crescere e aumentare la massa critica degli interventi». Per Bracco, infine, occorre «assicurare piena partecipazione dell’Italia ai programmi e alle iniziative congiunte avviate in Europa». Il che vuol dire assicurare adeguati e certi finanziamenti nazionali e procedure rapide. Purtroppo data l’esiguità dei budget allocati in questi anni un progetto italiano su tre non viene finanziato pur essendo stato valutato positivamente da valutatori europei e disponendo di risorse degli altri paesi ma non del nostro».

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