Appunti di lettura in occasione del compleanno del filosofo italiano della nonviolenza (23 dicembre 1899)
Verso la fine verso i più profondi livelli di violenza: dalla violenza alla violenza strutturale alla violenza, nella quale – oltre che le guerre – si ri-legittima il razzismo e la de-umanizzazione dell'altro. La logica del nemico è ridiventata tanto dal fondamento della politica internazionale che dalla politica interna. E 'qui, nel punto della notte nel quale è profondo è il sonno della ragione che genera mostri, che ci viene in aiuto Aldo Capitini e ci indica la via del risveglio e della risalita: "la nonviolenza è ricerca, appassionamento e amore all' esistenza, alla libertà, allo sviluppo di ogni essere ".
La ricerca di Capitini si svolge su tutti i livelli: storia, politica, pedagogia, poesia e organizzazione. Con una produzione culturale e una visione politica sempre in anticipo sui suoi tempi, Aldo Capitini non si accontenta di lottare – durante il fascismo, la guerra e la democrazia – contro la violenza dell'epoca a lui presente, ma ha la pretesa rivoluzionaria di scovare e rimuovere gli "impliciti culturali" che hanno un fondamento della violenza di tutti i tempi. La sua è una contestazione radicale, perché scuote alla radice le giustificazioni della violenza, accettate come inevitabili dal senso comune,
Il filosofo di Perugia non accetta che il bene giustifichi i mezzi, ma ribadisce – con Gandhi – che "il bello sta all'albero viene il mezzo sta al seme, tra i due è lo stesso legame inviolabile" e su questo fonda una diversa prospettiva politica, anche nei mezzi finanziari; non accetta il principio Che si è Vuole la pace bisogna eseguire la guerra – paradigma fondante di Tutte le dottrine militari – Che ribalta nel principio "se VUOI La Pace del preparato La Pace", sul Quale fonda il proprio impegno formativo totale; non accetta inoltre una realtà nella sua è normale che il pesce è grande, che la prepotenza è l'ultima parola della storia, ma vuole costruire il suo impegno filosofico. Capitini, dunque, mette in discussione in profondità – e su tutti i piani – l'idea che la sicurezza è fondi sulla capacità di fare violenza.
Di solito, come di solito, sono entrato nelle pagine della Introduzione alla filosofia della nonviolenza di Aldo Capitini (edizioni GoWare) scritto e pubblicato quest'anno in occasione del 50 ° anniversario della sua morte al Movimento Nonviolento, fondato da Capitini). Oggi, che è l'anniversario della nascita del filosofo italiano della nonviolenza, la riscoperta della sua opera è più urgente che mai.
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