Cultura

Riscopriamo il cacio sui maccheroni che salvò la Napoli di Masaniello

A tavola con Gino Girolomoni.

di Gino Girolomoni

è il grande storico delle campagne e del paesaggio agrario Emilio Sereni che ci descrive la grande rivoluzione alimentare a Napoli nel ?600, quando con i suoi 350mila abitanti era la più grande città europea. Soltanto un secolo prima, il piatto principale era ?carne e foglia?, cavoli in abbondanza, che però portarono a una carestia. è qui che il genio napoletano inventa la grande rivoluzione alimentare: il cacio sui maccheroni. Ecco come Sereni nella Storia dell?alimentazione del Mezzogiorno descrive l?invenzione: “A parte il loro contenuto in sostanze idrocarbonate di alto valore energetico, i maccheroni forniscono materie plastiche sotto forma di proteine vegetali che non possono totalmente surrogare quelle della carne. Il condimento della pasta con formaggio assicurava tuttavia un supplemento di proteine animali e di grassi che faceva del piatto di maccheroni un pasto completo”. è così che Napoli reggerà alle necessità alimentari di una massa enorme di popolazione. Pulcinella in una commedia del Fiorillo del 1632 così apostrofa i dominatori: “Ah spagnolo, nemico delli maccheroni!”. La strada di pasta e pomodoro invece è ancora lunga: ancora agli inizi dell?800 quest?alimento del Nuovo mondo era visto con diffidenza. Ricordiamo che dell?altra grande scoperta alimentare ?americana?, la patata, verrà consentita la coltivazione in Francia lo stesso anno della Rivoluzione francese. Ma di questa ne parleremo un?altra volta.


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