Economia

Rischio fallimento: è boom di concordati preventivi

L'Osservatorio sulla crisi d'impresa Cerved rileva che nel II trimestre 2012 sono state aperte circa 3.300 procedure fallimentari, il 3,2% in meno rispetto allo stesso periodo 2011. Ma, nel primo semestre, il livello totale si attesta a 6.500 procedure

di Lorenzo Alvaro

Nel secondo trimestre 2012 sono state aperte circa 3.300 procedure fallimentari, il 3,2% in meno  rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente. Nonostante questo calo, analizzando il primo semestre, il livello si attesta a 6.500 procedure, un numero più alto rispetto allo stesso periodo del 2011, anno record per i fallimenti. È quanto emerge dall'analisi dell'Osservatorio sulla crisi d'impresa Cerved Group, che parla di un «preoccupante ritorno dei concordati preventivi» cresciuti dell'11,6% su base annua.

Quasi tre quarti delle procedure riguardano le società di capitali, la forma giuridica che ha sofferto maggiormente durante la crisi e che ha evidenziato un aumento dei default del 4,6% nei primi sei mesi del 2012. Le altre forme hanno registrato invece un dato in diminuzione del 7,3% tra le società di persone e 9,8% tra quelle individuali.

Sull'andamento di questo semestre pesano soprattutto i fallimenti delle costruzioni (+4,8%), dei servizi (+1,2) e degli altri settori (+9,5%); mentre continua la discesa delle procedure nel comparto dell'industria (-8,6%).

La situazione a livello territoriale si diversifica molto da area ad area: se nel Nord Ovest (+5,5%) e nel Centro (+7,1%) i default continuano a crescere, nel Nord Est e nel Sud diminuiscono, rispettivamente del 9,8 e dell'1,7%.

Sull'aumento del fenomeno nel Nord Ovest – l'area tra l'altro con la maggiore diffusione (13,8 fallimenti su 10mila imprese operative) – pesa particolarmente il dato della Lombardia, che riporta un aumento del +6,2%. Il dato del Nord Est invece, che torna ai livelli di due anni fa, beneficia soprattutto dei miglioramenti registrati in Veneto (-13,2%) e Emilia Romagna (-10,2).


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