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Rischio conflitti interni per l’acqua

Lo sostiene il US Geological Survey e una ricerca dell'Oxfam

di Federazione Alzheimer

Emergenza acqua a Kabul e nelle zone limitrofe. La capitale afghana, martoriata da anni di guerre, potrebbe non riuscire a soddisfare le esigenze dei suoi abitanti a causa della rapida e continua crescita demografica e del previsto aumento delle temperature per effetto dei cambiamenti climatici. Entro il 2050, secondo lo US Geological Survey, la zona di Kabul avra’ bisogno di una quantita’ di acqua sei volte maggiore rispetto a quella attuale. E con l’aumento delle temperature, si legge sul ‘Guardian’ alla vigilia della conferenza internazionale dei Paesi donatori in programma domani a Kabul, oltre la meta’ dei poco profondi pozzi che oggi riescono a soddisfare le esigenze della popolazione potrebbero prosciugarsi e non costituire piu’ una risorsa. L’emergenza potrebbe innescare nuovi conflitti interni. Negli ultimi dieci anni a Kabul sono state create migliaia di pozzi e nel frattempo la popolazione si e’ piu’ che raddoppiata. Ma intanto il livello freatico si e’ abbassato di diversi metri e in alcune zone l’acqua e’ gia’ divenuta introvabile. E ci sono anche il problema della contaminazione delle acque dei pozzi e, di conseguenza, quello della diffusione di malattie. Secondo dati Onu, entro il 2050 la popolazione di Kabul potrebbe arrivare a nove milioni di abitanti e potrebbero non bastare le risorse idriche, gia’ molto sfruttate, della terra afghana. Oggi, ogni giorno gli abitanti della capitale afghana usano almeno 40 litri d’acqua ognuno e si prevede una crescita della domanda per i prossimi anni. Sulla stessa linea del rapporto dello US Geological Survey, una ricerca dell’Oxfam conferma che in Afghanistan si sta infiammando la lotta per l’accesso alle risorse idriche del Paese. Stando all’agenzia, il 43% dei conflitti locali sono dovuti proprio alla ‘caccia’ all’acqua.

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