Cultura

Rischiamo una Enron dei Lavori pubblici

Lancia l'allarme Giuseppe Zamberletti, presidente dell'Igi, Istituto Grandi Infrastrutture. Che suggerisce: "Il sistema basato sulle Soa va cambiato"

di Paolo Manzo

”Per non rischiare una Enron dei Lavori pubblici, il sistema delle Soa va cambiato”. Il presidente dell’Igi, Istituto Grandi Infrastrutture, Giuseppe Zamberletti, lo dice senza mezzi termini ad un convegno sul bilancio del primo quinquennio dell’Autorita’ per la vigilanza sui lavori pubblici. ”Il sistema basato sulle Soa va cambiato. Le imprese vanno qualificate in occasione di ogni singola gara, cosi’ come prevedono le direttive comunitarie. Bisogna pero’ fare i conti con una Pubblica amministrazione che dall’albo nazionale in poi si e’ per cosi’ dire disabituata ad esercitare tale funzione. Ebbene, le Soa diventino i consulenti dell’amministrazione nella gestione della gara”. Assumersi questa responsabilita’, spiega Zamberletti, comporta per le amministrazioni anche un altro vantaggio: che la difesa del bando e le conseguenze di eventuali errori nella gestione della gara ricadranno sulle Soa, le quali diventano legittimate anche giudizialmente sui ricorsi dei concorrenti. ”In altri termini, il costo che le amministrazioni si dovranno accollare per avvalersi delle Soa -aggiunge Zamberletti- sara” compensato dal passaggio sulle Soa di tutti i rischi di una procedura illegittima”. Il presidente dell’Igi poi formula una proposta operativa per l’immediato, ma fa anche una riflessione sui risultati del sistema delle Soa rispetto all’albo costruttori. ”Come Igi non potremo certo essere annoverata tra i nostalgici dell’albo, essendo stati i primi a propugnarne l’abolizione -dice Zamberletti- e’ pero’ singolare che il numero delle imprese attestate dalle Soa sia aggiri intorno a 30 mila. Se consideriamo che la soglia minima di qualificazione e’ salita da 75 milioni a 300 milioni, bisogna concludere che rispetto all’albo non e’ cambiato nulla, dato che le 45 mila imprese dell’albo continuano ad operare. Delle due l’una: o era valido l’albo, e qui facciamo mea culpa, o il sistema Soa non e’ migliore dell’albo, e anche per questo va modificato”. Zamberletti quindi formula la sua proposta: ”l’Autorita’ di vigilanza puo’ assumersi molti meriti di fronte alle amministazioni e alle parte sana delle imprese se decide di cambiare il certificato di attestazione rispetto al modello oggi in circolazione. Sul certificato vanno indicati tutti i requisiti delle imprese, in maniera che concorrenti e amministrazioni possano effettuare un primo scrutinio di validita’. Una tale innovazione permetterebbe un effettivo controllo sull’attivita’ di attestazione selezionando la parte sana da quella che tale non e”’.


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