Non profit

Riqualificazione e riuso, la svolta dell’Agenzia del Demanio sui bandi

È finita l’epoca dei bandi singoli. Oggi gli immobili sono già regolarizzati prima di essere proposti, c’è sempre una manifestazione di interesse prima delle gare e i bandi sono a rete, creando così un brand. «Abbiamo verificato che il format è di successo con i fari e lo abbiamo rilanciato con i percorsi storici e le ciclovie». L’intervista a Roberto Reggi, direttore dell’Agenzia del Demanio.

di Lorenzo Maria Alvaro

Si chiama Cammini e Percorsi il nuovo progetto a rete dell'Agenzia del Demanio, promosso da MIBACT e MIT che, ricalcando il successo di Valore Paese Fari, punta alla riqualificazione e riuso di immobili pubblici situati lungo percorsi ciclopedonali e itinerari storico-religiosi. L'obiettivo del progetto è riutilizzare i beni come contenitori di servizi e di esperienze autentiche, fortemente radicate sul territorio, per camminatori, pellegrini e ciclisti, in linea con la filosofia dello slow travel.
L'operazione vuole agevolare i giovani imprenditori under 40, le cooperative e le associazioni che potranno partecipare al bando di gara, previsto per la prossima estate, per avviare le proprie attività all'interno di una rete di infrastrutture e servizi destinati a crescere e diventare un punto di riferimento per lo sviluppo di un turismo più consapevole, rispettoso del territorio e dell’ambiente. «La concessione di valorizzazione fino a 50 anni è rivolta a tutti gli operatori, senza limiti di età, che possano sviluppare un progetto turistico dall’elevato potenziale per i territori, in una logica di partenariato pubblico-privato, a beneficio di tutta la collettività», spiega il direttore del’Agenzia del Demanio, Roberto Reggi.




Direttore, in cosa si differenziano questi bandi rispetto a quelli del passato?
Che sono progetti rete. I primi 103 immobili verranno messi a bando nel 2017 e poi altri 100 sia nel 2018 che nel 2019. La caratteristica comune dei beni di Cammini e percorsi è l’essere incardinati su percorsi storici o ciclovie e quindi possono, una volta rifunzionalizzati, servire i pellegrini e gli appassionati di biciletta.

Come vi è venuta l’idea dei bandi a rete e in cosa consiste?

Ci è venuta con i fari costieri. Una volta si faceva un bando per ogni singolo faro. Ma le gare andavano regolarmente deserte. I motivi erano due: il primo problema era che si lasciava l’onere della regolarizzazione del bene al privato, il che rendeva i tempi non certi. Per questo ci siamo presi in carico come Agenzia questo onere. Prima regolarizziamo il bene e poi lo mettiamo a bando. Il secondo problema era trovare un modo che tenesse insieme un gruppo di beni analoghi. Un brand che abbiamo tentato con i fari. Se prima non riuscivamo a concederli, con il nuovo sistema siamo già a 25 fari assegnati. È la prova che è un buon metodo e così lo riproponiamo sui cammini e i percorsi.

Quale l’obbiettivo del bando?
L’obbiettivo è quello di rifunzionalizzare beni dello Stato e nel contempo sostenere un turismo lento molto in crescita in Italia.

Chi può accedere al bando?
Naturalmente, come abbiamo fatto per i fari costieri, ci rivolgiamo ai privati. Le concessioni sono o gratuita, per i beni più piccoli e rivolta ai giovani, in concessione per la valorizzazione sui beni più grandi su cui è previsto un pagamento inversamente proporzionale all’investimento fatto.

Anche per questo bando si parla di grande successo, perché?
Ora siamo in fase di consultazione. Prima di fare i bandi raccogliamo sempre proposte e indicazioni non vincolanti di utilizzo dei beni che ci servono per capire che tipo di interesse c’è sul singolo bene. In un mese abbiamo raccolto più di 22mila di manifestazioni di interesse. Ci aspettiamo quindi un’esplosione di richieste sul bando ufficiale.

Quando usciranno i bandi 2017?
Il primo uscirà, per quello che riguarda i beni più piccoli in concessione gratuita, a luglio. L’altro blocco a settembre. E scadranno entrambi a dicembre.


In copertina Grancia S. Maria del Vetrano, Montescaglioso, lungo la via Appia, Basilicata

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