Non profit

Riordino Irccs da pubblici a fondazioni aperte

Le 15 realtà d'eccellenza della sanità pubblica potranno mutare la loro forma.

di Benedetta Verrini

Nella Gazzetta Ufficiale n. 250 del 27 ottobre è stato pubblicato il decreto legislativo 16 ottobre 2003 n. 288, sul riordino della disciplina degli Istituti di ricovero e cura a carattere scientifico. Le 15 realtà d?eccellenza della sanità pubblica potranno trasformarsi in fondazioni aperte alla partecipazione di soggetti pubblici e privati. Obiettivo: «Attirare capitali privati, che però non entrano nei consigli di amministrazione», ha dichiarato il ministro Sirchia all?indomani del via libera. «Vi entreranno magari solo i rappresentanti del non profit». Vita ha raccolto il punto di vista di monsignor Angelo Bazzari, presidente di una grande realtà privata del settore, la Fondazione Don Gnocchi. Dopo un faticoso percorso durato un paio d?anni e atteso da almeno dieci, la disciplina di riordino degli Irccs è arrivata al capolinea. Attraverso lo strumento del decreto legislativo, il ministro della Salute, Girolamo Sirchia ha posto le basi per la trasformazione di quella che è stata definita la “punta di diamante” del Servizio sanitario nazionale. Sono i centri di eccellenza nel campo della ricerca e della cura (15 Irccs pubblici “sparsi” in diverse regioni italiane), attualmente in seria difficoltà di sopravvivenza dal punto di vista economico: “Nelle attuali condizioni della finanza pubblica, senza la possibilità di aumentare le risorse, gli Istituti di ricovero e cura a carattere scientifico morirebbero”, ha avvertito il ministro Sirchia commentando la riforma e aggiungendo che i debiti pregressi di queste strutture ammontano a 500 milioni di euro, mille miliardi delle vecchie lire. In questo decreto, contestato dal centrosinistra, preoccupato del rischio-smantellamento della sanità pubblica, dovrebbero trovarsi gli strumenti per il ?salvataggio?. “Saluto in termini estremamente positivi questo provvedimento”, commenta monsignor Bazzari, “perché il settore attendeva una regolamentazione da oltre dieci anni. Mi pare che questa nuova disciplina esprima, tra l?altro, la volontà di valorizzare gli Irccs, strutture uniche a livello europeo, che rappresentano il momento di congiunzione tra la ricerca scientifica e l?assistenza, il mondo dell?università e il campo sanitario”. Secondo il dettato normativo, gli Irccs conserveranno la loro natura pubblica: possono essere trasformati in fondazioni di rilievo nazionale aperte alla partecipazione di soggetti pubblici e privati e sottoposte alla vigilanza del ministero della Salute e del ministero dell?Economia. La trasformazione in fondazione, secondo l?articolo 2, avviene su istanza della Regione in cui l?istituto ha la sua sede prevalente ed è ufficializzata con decreto del ministro della Salute. Enti fondatori sono il ministero, la Regione, il Comune e, se presenti, i soggetti rappresentativi degli interessi originari. Possono parteciparvi altri enti pubblici e soggetti privati, che non abbiano però un conflitto d?interesse. L?articolo 12 del decreto fa salva “l?autonomia giuridico-ammministrativa degli Istituti di ricovero e cura a carattere scientifico di diritto privato”, in tutto 15 in Italia. “Anche se il provvedimento tocca solo marginalmente gli Irccs privati, ci sono alcuni passaggi significativi”, dice monsignor Bazzari. Da un lato, c?è un passaggio che riconosce agli Irccs privati l?autonomia nella selezione del proprio personale, pur sulla base dei requisiti previsti per le corrispondenti qualifiche degli enti e strutture del Ssn. Dall?altro “c?è una volontà più definita di stabilire criteri di riconoscimento e revoca degli Irccs privati”, prosegue il presidente della Don Gnocchi, “con la volontà, da parte del governo, di esercitare un controllo più intenso”. I 15 IRCCS PUBBLICI QUALI SONO – Istituto tumori (Milano); Ospedale Maggiore (Milano); Istituto Besta (Milano); Policlinico San Matteo (Pavia); Istituto Regina Elena (Roma); Ospedale Spallanzani (Roma); Istituto Gaslini (Genova); Istituto tumori (Genova); Ospedale Burlo Garofolo(Trieste); Cro (Aviano); Oncologico (Bari); ?Saverio De Bellis? (Castellana Grotte); Inrca (Ancona); Istituti ortopedici Rizzoli, (Bologna); Fondazione Pascale (Napoli) POSTI LETTO E PERSONALE – Complessivamente, dispongono di 6.113 posti letto e 16.621 unità impiegate nel personale ATTIVITA’ – Sei istituti si occupano di oncologia, due di trapianti e tecnologie biomediche, due di pediatria. Gli altri cinque di neurologia, ortopedia, geriatria, dermatologia, gastroenterologia, Aids e malattie infettive BUDGET – I finanziamenti nel 2002 sono stati pari a 185 milioni di euro per la ricerca corrente e oltre 36 milioni per quella finalizzata Info: Ministero della Salute

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