Salute

Rinviare l’udienza della Corte costituzionale su divieto eterologa

Lo chiede l'avvocatura dello Stato

di Redazione

“L’Avvocatura di Stato per il presidente del Consiglio dei ministri ha depositato istanza in Corte Costituzionale con richiesta di rinvio dell’udienza del 20 settembre prossimo sulla verifica di costituzionalità del divieto di fecondazione eterologa” previsto dall’art. 4 comma 3 della legge 40 del 2004 sulla fecondazione assistita. Lo annunciano in una nota Filomena Gallo, avvocato e vice segretario dell’associazione Luca Coscioni e l’avvocato Gianni Baldini, professore di Biodiritto all’Università di Firenze, che precisano: “L’udienza del 20 settembre 2011 è stata rinviata a nuovo ruolo”. “Nell’istanza – proseguono i legali – è stata preannunciata l’adesione delle controparti, ovvero degli avvocati Filomena Gallo e Gianni Baldini, difensori della coppia per cui è stato sollevato il dubbio di legittimità costituzionale sul divieto di eterologa con ordinanza del Tribunale di Firenze, alla richiesta di rinvio”. 

Ma i due legali affermano di non essere stati neanche consultati in proposito. Nella richiesta “si chiede di attendere una pronuncia nei confronti dell’Austria, già condannata per l’applicazione del divieto di fecondazione eterologa in violazione della Carta europea dei diritti dell’uomo. È gravissimo – sottolineano – che l’Avvocatura di Stato per il presidente del Consiglio dei ministri preannunci al presidente della Corte Costituzionale un’adesione di parti attrici all’istanza, quando gli avvocati Filomena Gallo, Gianni Baldini e Gian Domenico Caiazza non sono stati consultati, nè preventivamente nè successivamente al deposito. E soprattutto, non sono affatto d’accordo con il rinvio, in quanto ciò comporta l’impossibilità da parte di molte coppie sterili di poter ricorrere alla donazione di gameti per poter avere una gravidanza”. “È altresì gravissimo – proseguono – che il Governo si costituisca dinanzi alla Corte Costituzionale e alla Corte europea dei diritti dell’uomo, in palese violazione degli obblighi assunti in sede di piano d’azione di Interlaken, che impegna il Governo a non costituirsi in giudizi a seguito di sentenze della Corte che mirano a fornire la corretta interpretazione della Carta europea dei diritti dell’uomo all’interno dell’Unione europea. In questo modo, per l’ennesima volta, il Governo, che di certo continua a considerarsi non come deve secondo Costituzione ‘Governo di tuttì, ma come deve secondo ‘soliti notì italiani o del Vaticano che siano, viola i diritti costituzionalmente garantiti agli artt. 2, 3, 29, 31 e 32 della Costituzione, cioè quelli che prescrivono il rispetto del principio di uguaglianza, rispetto della vita familiare, diritto alla salute, diritto personalità, diritto alla protezione della maternità”.


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