Welfare

Rinnovo permesso di soggiorno. Sempre più difficile per motivi umanitari

La denuncia è contenuta in una lettera al questore di Roma dalle principali organizzazioni che se ne occupano nella Capitale

di Ettore Colombo

Il rinnovo del permesso di soggiorno per motivi umanitari? Sta diventando sempre più problematico, ?fino a rendere insufficienti le garanzie per tali persone, che pure sono state riconosciute bisognose di protezione?. La denuncia è contenuta in una lettera spedita nei giorni scorsi al Questore di Roma e alla Commissione Centrale per il riconoscimento dello status di rifugiato (e per conoscenza al ministro dell?Interno Pisanu e al sindaco capitolino Veltroni) dalle principali organizzazioni che a Roma si occupano di richiedenti asilo e rifugiati. Acisel, Centro Astalli, Progetto Casa verde, Casa dei diritti sociali Focus, Comunità di Sant?Egidio, Consiglio italiano per i rifugiati, Ics-Consorzio italiano di solidarietà, Medici contro la tortura, Servizio rifugiati e migranti della Federazione Chiese evangeliche in Italia, Solco Roma.

La definizione imprecisa dei permessi di soggiorno per motivi umanitari e il loro carattere di eccezionalità ?rendono incerta e fragile la posizione giuridica dei titolari del relativo permesso; situazione, questa, che non manca di creare difficoltà anche nel periodo di validità del permesso di soggiorno ? ne è un esempio l?annosa questione del rilascio dei titoli di viaggio -, ma che suscita particolari preoccupazioni al momento del rinnovo dello stesso?, fanno notare le associazioni. ?Tale fase ? proseguono – non risulta infatti regolata attualmente da norme certe, né da prassi formalizzate. Ciò rischia di rendere insufficienti le garanzie procedurali nei riguardi degli interessati, soprattutto se si considera che gli stessi non vengono ascoltati dalla Commissione Centrale in merito al perdurare dei presupposti dello status umanitario?.

Un altro aspetto problematico è rappresentato dai tempi particolarmente lunghi necessari per ottenere il rinnovo: diversi mesi, ?durante i quali lo status giuridico dell?interessato resta quanto mai indefinito, con conseguenti criticità soprattutto in relazione alla possibilità di reperire e mantenere un lavoro regolare?.

La lettera pone anche la questione delle rinunce volontarie all?asilo fatte firmare, in Uffici della Questura, ad alcuni richiedenti asilo di etnia rom, con la notifica contestuale di espulsione dal territorio italiano. ?Riteniamo che questa pratica sia particolarmente grave ? osservano le associazioni -, in primo luogo perché in questo modo si entra indebitamente nel merito dell?esame della fondatezza della richiesta d?asilo e poi perché è lecito dubitare che tale rinuncia sia stata ottenuta in modo spontaneo da persone pienamente consapevoli del significato del documento che sottoscrivevano?.

Infine gli organismi firmatari chiedono un incontro con i destinatari della missiva ?al fine di avere un quadro più preciso e stabile delle procedure applicabili e poter conseguentemente garantire un?informazione corretta agli interessati?.

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