Welfare

Rimini, l’Italia di dopo domani di Epifani e Tremonti

Guglielmo Epifani e Giulio Tremonti si confrontano al Meeting di Rimini con Giorgio Vittadini

di Antonietta Nembri

Da Rimini

Botta e risposta al Meeting di Cl tra Guglielmo Epifani, segretario generale della Cgil e Giulio Tremonti, ex ministro del governo Berlusconi e oggi vicepresidente della Camera. Un confronto che, iniziato in conferenza stampa, è proseguito nell?incontro su Libertà nelle liberalizzazioni. L?Italia del dopo domani, moderato da Oscar Giannino, con la presenza di Giorgio Vittadini.
Opposto, ovviamento, il giudizio di Epifani e Tremonti sui primi cento giorni del governo Prodi. Rispondendo alle domande dei giornalisti Epifani ha giudicato positivamente la ripresa di iniziativa internazionale dell?Italia e il fatto che la prima correzione della manovrina non ha inciso su redditi e investimenti, come pure positive sono le decisioni del ministro Amato in fatto di immigrazione. Veri banchi di prova saranno la finanziaria per come saprà tenere sotto controllo il bilancio pubblico con la necessità di fare investimenti, ma soprattutto l?occupazione, ?occorrerà ridurre la precarietà distinguendo la flessibilità funzionale e la precarietà da combattere?.
Tremonti ha invece dichiarato di essere certo che ?il decreto di luglio sia negativo?, concetto ripreso poi anche durante il convegno dove ha spiegato che, a conti fatti ?a carico dell?economia italiana ci sia un miliardo di atti contabili. Non mi sembra questa la via per la competitività del paese?. Per mettere alla prova il liberalismo della sinistra, ha affermato Tremonti ?proporremo di vendere tutte le farmacie municipali?.

La riduzione del valore e della dignità del lavoro dipendente per il segretario della Cgil è un problema concreto ?neppure nell?Inghilterra della Thatcher si è assistito a una tale riduzione del reddito dei lavoratori dipendenti?, ma lontana in Epifani è l?idea di ?punire? altre forme di percezione del reddito. Da parte sua Tremonti, dopo aver ricordato come l?Italia sia al terzo posto al mondo come debito pubblico, non essendo la terza economia mondiale ha ricordato che ?governare questo non è facile?, che dal 2001 tutto il mondo è entrato in crisi, che il problema non è l?euro, ma come è stato fatto. Tra le migliori realizzazioni del suo dicastero da contrapporre al decreto sulle liberalizzazioni ha citato il 5 per mille: ?E? più importante il 5per1000 della liberalizzazione dei taxi? ha detto tra gli applausi.

Giorgio Vittadini nel suo primo intervento, citando il libro di Raffaello Vignali sull?Innovazione, ha ricordato come ?prima della politica c?è qualcosa che si muove a livello sociale ed economico?. Ha rimarcato il valore del dialogo da preferire ?a qualunque claque?. L?innovazione in Italia è garantita dalle piccole e medie imprese, ?c?è vivacità del sistema, ma il problema è che c?è una debolezza nel come la si legge?. La grande impresa serve, ma serve anche che nei distretti le piccole creino sistema e poi fondamentale è l?innovazione del capitale umano che come dice Amrtya Sen è il ?più importante? ed è proprio sulla valorizzazione del capitale umano che ci potrà essere un?alleanza.

Epifani da parte sua ha ricordato, a proposito di ?capitale umano? come in Italia la stragrande maggioranza dei lavoratori dipendenti campi con 1.200 euro al mese, mentre i parasubordinati e le nuove forme del precariato hanno redditi tra i 500 e i 900 euro ?il problema salariale è grande?. Per quanto riguarda la fiscalità il segretario della Cgil ha richiamato la necessità dell?equità, ma ?chi guadagna di più paghi più tasse e questo vale sia per le imprese sia per i cittadini?. Altre corde quelle toccate da Tremonti che come metodo per difendersi dal rischio del precariato a vita cita la necessità di imporre dazi in Europa, denuncia il fatto che sull?Irap il problema non è che il governo Berlusconi non l?abbia tolta, ma che il governo di sinistra precedente l?avesse introdotta. Ha poi ricordato come a proposito di tassazione ?nel decreto di luglio ci sia un raddoppio della tassazione per i lavoratori che lasciano il posto di lavoro. E noto con rammarico che i giornali non ne hanno dato notizia?.
A stretto giro di risposta Epifani ha fatto notare al vicepresidente della Camera come il sindacato sia riuscito a far cambiare la norma in parlamento. Epifani ha concluso il suo intervento rispondendo alle parole di Vittadini sulla necessità strategica di migliorare la formazione investendo nel capitale umano. ?Il problema non è la quantità di fondi spesi, ma la qualità. La nostra è una scuola dequalificata dove si spende male. Ma in questo campo liberalizzare non vuol dire privatizzare. Occorre dare autonomia? ha detto Vittadini ricordando il cammino iniziato all?epoca di Berlinguer e sottolineando come sia necessario uscire dallo statalismo puntando a spendere nel settore scuola con qualità ?purtroppo questo sembriamo dirlo solo noi?. Il segretario della Cgil rivendicando ?il nostro essere affezionati al ruolo della scuola pubblica?, sopratutto per la sua capacità di essere universalistica ha dichiarato la sua disponibilità a dialogare: ?Si può lavorare se non si alzano steccati, con il coinvolgimento democratico di chi nella scuola opera?.

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