Politica

Rimini, bufera in pista

Aerei americani diretti in Iraq partiranno dal Federico Fellini? Il Comune dice no, il gestore (Ds) dello scalo sì: "O così o si chiude".

di Ettore Colombo

«Gettiamo a mare le basi americane», s?intitolava una vecchia canzone degli anni 70. Be?, è tornata attuale, e per di più in un ?distretto del piacere? come quello di Rimini. Succede infatti che, intorno all?aeroporto cittadino intitolato a Federico Fellini, è scoppiata una guerra (politica) tutta interna alla sinistra romagnola. Il sindaco Alberto Ravaioli (Margherita) si è schierato con i comitati e le associazioni pacifiste e no global contro l?accordo commerciale siglato tra la società che gestisce l?aeroporto, Aeradria, e la compagnia aerea Usa, World Airways. Accordo che prevedeva di offrire uno ?scalo tecnico? agli aerei civili della compagnia, vincitrice dell?appalto del trasferimento dei soldati ?stars and stripes? sul fronte iracheno. «Voli della morte», per i pacifisti.
La loro sollevazione, e la sconfessione dell?accordo da parte della giunta comunale, hanno causato, oltre a un ingorgo istituzionale, le dimissioni di Gabriele Morelli, presidente del cda Aeradria e ideatore di un accordo peraltro lucroso (2,5 milioni di euro). Morelli, anche lui di sinistra (diessino, per la precisione), si difende parlando di «scalo tecnico ad aerei civili» e di una concorrenza agguerrita alle porte (Trieste e Ancona sono in lizza per la commessa), ma da quando il quotidiano La voce di Romagna ha rivelato i contenuti dell?accordo da lui siglato, è finito sul banco degli imputati.
Il (timido) appoggio della Provincia, che pure controlla il 40% della società ed è sempre targata centrosinistra, non gli è bastato, avendo contro il secondo azionista della compagnia, il Comune. Peraltro, se il presidente della Provincia di Rimini, Nino Fabbri, appoggia Morelli, i Ds in quanto partito lo hanno scaricato, per non parlare delle proteste dei pacifisti, appoggiati da Rifondazione. Da parte sua, Morelli ha riconfermato le dimissioni, in attesa dell?assemblea dei soci che dovrà dire una parola definitiva, ma mette in guardia dal rischio crisi per l?aeroporto di Rimini. Una parte è già scalo militare a pieno regime (da lì partono gli elicotteri italiani con destinazione… Iraq), lascito di una ex base Nato, mentre la parte civile è in crisi da tempo. La Aeradria, oltretutto, rischia di perdere anche un accordo con una società d?investimento (statunitense, tanto per cambiare) che doveva entrare nella cordata per il suo rilancio, e la Airways potrebbe chiedere i danni. Rifondazione, non soddisfatta, minaccia – per bocca del capogruppo in Regione, Leonardo Masella – una «campagna elettorale separata», ove s?insistesse a dare il via libera ai soldati Usa, e una giornata di protesta nazionale è stata indetta dai pacifisti a Rimini per il 12 marzo. Yankees go home. Magari in aereo.

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